Siria, livello violenza sempre più alto


Miriam Giannantina


Le agenzie delle Nazioni Unite denunciano il deteriorarsi della situazione umanitaria nel paese dopo oltre sei mesi di proteste e di repressione. Oltre alle migliaia di rifugiati in Turchia e Libano, sono migliaia gli sfollati interni, seppur temporanei.


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Siria, livello violenza sempre più alto

Le notizie dell’ultima turbolenta settimana confermano i timori che la rivolta siriana stia diventando piu’ violenta ed armata. In tre giorni circa 50 persone sono rimaste uccise negli scontri tra oppositori e forze armate a Rastan, cittadina di 40,000 abitanti a nord di Homs, secondo attivisti. Anche l’agenzia ufficiale SANA ammette che 7 soldati sono morti e 32 feriti a Rastan colpiti da bande di terroristi armanti. Rastan e’ stato il centro finora degli scontri piu’ violenti tra esercito e brigate di soldati ammutinati e passati dalla parte degli oppositori. Il giornalista Nir Rosen ha pubblicato su Al Jazeera English un lungo reportage dall’eloquente titolto The revolution will be weaponised (http://english.aljazeera.net/indepth/features/2011/09/2011923115735281764.html ) sul suo viaggio in Siria ad Agosto dove ha incontrato membri del Free Syrian Army (Esercito siriano libero), il principale raggruppamento di soldati siriani ammutinati, proprio a Rastan. La brigata Khalid bin al Walid e’ la prima intera unita’ dell’esercito che si e’ unita ai manifestanti. Finora le defezioni all’interno dell’esercito siriano si sono limitate ai ranghi piu’ bassi e non hanno raggiunto una massa critica tale da minacciare la solidita’ dell’esercito, fedele alleato del regime nella repressione delle proteste. Le cifre sui soldati ammutinati variano da qualche centinaio ai 10,000 dichiarati da un’attivista del Coordinamento generale della rivoluzione siriana. Secondo racconti dei membri del Free Syrian Army ai media, visto la sproporzione di mezzi con l’esercito siriano, la loro tattica e’ cercare di proteggere i manifestanti rispondendo al fuoco delle forze di sicurezza ed adottare azioni di guerriglia, ad esempio imboscate contro esercito e polizia. Da martedi’ Rastan e’ stata sottoposta al fuoco di artiglieria pesante dell’esercito, i residenti deunciano l’assenza di acqua, elettricita’ e medicine e circaondata da circa 250 carriarmati. Gia’ a fine Agosto vari carriarmati (ne avevamo contati 4) erano visibili nei pressi di Rastan dall’autostrata che collega Homs con Hama.
Molti degli slogan cantati durante i cortei che si sono tenuti in numerose citta’ siriane nel venerdi’di protesta, dedicato alla lotta comune dei popoli siriano e yemenita, erano in solidarieta’ con Rastan. Ad Idlib e’ stato esposto lo striscione: “con l’appoggio della Russia Assad sta uccidendo le colombe”. Tra 23 e 30 il numero delle vittime uccise dalle forze di sicurezza secondo gli attivisti.
Mentre in Siria si protestava, al Consiglio di sicurezza dell’ONU a New York vi erano le discussioni e gli incontri su una possibile risoluzione di condanna della Siria. Gli Stati Uniti ed i membri europei , fautori dell’adozione di sanzioni, avevano proposto una versione ammorbidita, che minacciava sanzioni in caso del protrarsi della repressione, per guardagnare l’appoggio della Russia e dei BRICS. Ma di fronte all’ulteriore parere negativo della Russia, stanno discutendo una nuova versione di semplice condanna.  Il Ministro degli Esteri siriano Muallem era interevenuto all’assemblea generale dell’ONU ribadendo la posizione governativa che vedeva la Siria vittima di una cospirazione internazionale.
Giovedi’ a Damasco l’ambasciatore Americano Ford, diventato famoso per aver visitato i manifestanti ad Hama, e’ stato attaccato da un gruppo di pro-Assad mentre un membro dell’opposizione.
Il Consiglio ONU dei diritti umani ha incaricato una missione da inviare in Siria per investigare sulle voci di gravi violazioni dei diritti umani nel paese – secondo le UN fino ad agosto almeno 2,700 le vittime della repressione – che ha richiesto pubblicamente accesso al governo siriano (negato ad una precedente missione). Le agenzie delle Nazioni Unite denunciano il deteriorarsi della situazione umanitaria nel paese dopo oltre sei mesi di proteste e di repressione. Oltre alle migliaia di rifugiati in Turchia e Libano,  ci sono migliaia di sfollati interni, seppur temporanei. Quando l’esercito attacca un’area, molti residenti fuggono e solitamente rientrano quando e’ tornata la calma.
Al deteriorarsi della situazione umanitaria, fa da sfondo il peggioramento della situazione economica. Dagli inizi di settembre il governo ha vietato l’importazione di numerosi bene (come automibili, apparecchi elettrici, ecc – e’ stata pubblicata una lista) per trattenere preziosa valuta.  Secondo dichiarazioni ufficiali, il governo dispone di 17 miliardi di riserve valutarie, ma e’ difficile accedere a numeri ufficiali. Parte di queste riserve sono utilizzate per difendere la lira siriana e per finanziare gli aumenti ed i sussidi concessi dall’inizio delle proteste. Il nuovo bilancio presentato dal governo prevede un aumento delle spese del 60%. “Non e’ chiaro da dove verranno finanziate, visto che il FMI prevede una caduta del 2%, gli USA e l’UE hanno imposto l’embargo del petrolio siriano e non e’ cosi’ facile trovare nuovi compratori. Lo scenario piu’ probabile e’ che iniziera’ a stampare moneta producendo inflazione” dichiara un’analista economico.
I prezzi dei beni di consumo sono da mesi in costante aumento, colpendo le classi piu’ popolari. “Lo zucchero e’ raddoppiato in sei mesi, negli ultimi giorni sono aumentate anche le sigarette” afferma Ahmad, un giovane di Damasco.
Il governo turco, importante partner commerciale siriano, ha annunciato l’adozione di sanzioni contro la violenta repressione siriana, non ancora definite. Secondo indiscrezioni diplomatiche, il governo turco avrebbe proposto gia’ a Giugno al presidente Bashar di formare un nuovo governo includendo membri della Fratellanza Musulmana (all’opposizione) per placare le proteste, ma la Siria avrebbe rifiutato. La Turchia si conferma come “protettrice” dell’opposizione siriana, ospitando un nuovo importante incontro questo week-end del Consiglio Nazionale Siriano (Syrian National Council), finora il raggruppamento piu’ rappresentativo dalla variegata opposizione siriana.

Fonte: NenaNews

3 ottobre 2011

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