Sardegna, 3 morti sul lavoro. Marongiu (Camera del Lavoro): nessuna fatalità


Ottavio Olita - articolo21.org


Altre tre vite strappate, altri tre lavoratori che non torneranno più a casa, altre tre famiglie disperate. Tutto questo in pochissimi minuti nel caldissimo primo pomeriggio del 26 maggio, nella più grande raffineria di petroli d’Europa, la Saras dei fratelli Moratti, a Sarroch, 35 chilometri ad ovest di Cagliari.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Sardegna, 3 morti sul lavoro. Marongiu (Camera del Lavoro): nessuna fatalità

Il più giovane, Gigi Solinas, aveva solo 25 anni; con lui sono morti Daniele Melis, di due anni più grande e Bruno Muntoni, 52 anni, padre di quattro figli. Erano tutti di Villa San Pietro, paese confinante con Sarroch e lavoravano per una ditta d’appalto, la ‘Comesa’ Srl, che gestisce una parte della manutenzione degli impianti. Stavano eseguendo lavori di desolforazione in una grande cisterna della raffineria destinata a contenere gasolio. Erano da poco passate le 13.00 quando la squadra di quattro operai incaricata della pulizia della cisterna è entrata in azione. Secondo una prima ricostruzione i primi due operai, privi di maschere protettive, si sarebbero sentiti male investiti da esalazioni tossiche, pare di azoto, letali in brevissimo tempo. Degli altri due, intervenuti in loro soccorso, e che indossavano le maschere, uno solo è riuscito a salvarsi, per l’altro non c’è stato niente da fare.
Ora sono state aperte le inchieste della magistratura e quella interna, dell’azienda, per cercare di capire come sia potuta accadere questa tragedia che dimostra quanto sia attuale, e quanto mai urgente, che finisca il balletto di rinvii e ritardi sull’applicazione del Testo Unico sulla Sicurezza sul lavoro varato dal Governo Prodi e sul quale l’attuale esecutivo sta intervenendo pesantemente per modificarlo e soprattutto per ridurre il peso delle responsabilità dei datori di lavoro.
Ben diversa la sensibilità del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che anche in questo caso è stato il primo ad esprimere la solidarietà alle famiglie dei caduti sul lavoro. Sensibilità che si è mostrata molto forte già l’anno scorso quando per primo lanciò l’allarme contro lo scarso interesse che il Paese e le istituzioni mostravano verso la tragedia delle cosiddette ‘morti bianche’.
Anche i proprietari della Saras si sono mostrati particolarmente colpiti dalla tragedia e sono partiti immediatamente da Milano per raggiungere la raffineria.
Immediata la risposta dei lavoratori. Come si è saputo dell’incidente si sono riuniti in un’assemblea spontanea fuori dai cancelli della fabbrica, mentre le organizzazioni sindacali hanno indetto uno sciopero di tutte le attività industriali della zona di Sarroch a partire dalle 7 del mattino di giovedì 27 maggio.

Nicola Marongiu, segretario generale della Camera del Lavoro di Cagliari, in una dichiarazione rilasciata ad Articolo 21 respinge l’ipotesi della fatalità. “I rischi in questo tipo di attività sono ben conosciuti e prevedibili. Quindi l’unica cosa di cui siamo certi è che qualcosa della procedura prevista proprio per fare lavorare in sicurezza gli operai purtroppo non ha funzionato. Vogliamo che venga accertato che cosa è accaduto”

Si è detto che alcuni degli operai sono entrati nella cisterna senza maschera protettiva. A voi cosa risulta?
“Noi sappiamo soltanto che questi lavori di pulitura devono avvenire dopo che è stata effettuata la bonifica da tutti i gas nocivi. Vale a dire che l’ambiente nel quale intervengono gli operai deve contenere ossigeno, non certo esalazioni letali. L’uso della maschera è una misura di garanzia nell’eventualità della presenza di qualche residuo, non che il luogo di lavoro sia saturo di veleni. Ecco perché chiediamo chiarezza ed ecco perché rilanciamo, anche con la nostra protesta, la richiesta della massima tutela dei lavoratori impegnati in attività tanto rischiose”.

La Carovana per il lavoro sicuro ideata e lanciata lo scorso anno dall’ex ministro Casare Damiano e da Articolo 21 aveva avuto proprio in Sardegna una delle sue tappe più significative. La tragedia di Sarroch, con le sue tre vittime, dimostra quanto quell’intuizione, quell’iniziativa fossero giuste. Articolo 21 non ha mai abbassato la guardia su questo tema: non si può e non si deve perdere altro tempo in bizantinismi e dilazioni quando in gioco c’è la vita.

Fonte: www.articolo21.info
26 maggio 2009

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento