Primo marzo, sciopero dei migranti contro il “razzismo istituzionale”


Redattore Sociale


Cécile Kashetu Kyenge, congolese, 44 anni, dal 1983 in Italia dove si è specializzata in medicina oculistica, è la portavoce della Rete nazionale dei comitati per il 1° marzo: “Chiediamo l’abolizione della Bossi-Fini”.


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Primo marzo, sciopero dei migranti contro il "razzismo istituzionale"

"Chiediamo l'abolizione della Bossi – Fini": Cécile Kashetu Kyenge, congolese, 44 anni, dal 1983 in Italia dove si è specializzata in medicina oculistica, è la portavoce della Rete nazionale dei comitati per il 1° marzo (vedi lancio precedente). Quest'anno lo sciopero dei migranti punta a denunciare il "razzismo istituzionale" delle norme italiane che regolano l'immigrazione. "La Bossi Fini è una legge che esclude -spiega-. L'Italia deve cambiare e varare leggi che mirino all'inclusione". Il rogo del campo rom a Torino e l'omicidio di due senegalesi a Firenze sono episodi che hanno origine anche in un razzismo che "si appoggia su leggi e provvedimenti amministrativi che considerano i migranti come braccia da sfruttare o nemici da combattere", si legge nel Manifesto per il 1° marzo. "In questi anni l'immigrazione è stata usata da molti politici come uno sport elettorale", aggiunge Cécile Kashetu Kyenge. Il soggiorno in Italia non dovrà più essere legato solo al lavoro. "Oggi chi perde il posto rischia di essere rimpatriato anche se è in Italia da dieci o più anni -sottolinea la portavoce del 1° marzo-. È un'assurdità. Il fenomeno migratorio è cambiato: prima ci si spostava per stare in un Paese per pochi anni e tornare, oggi si cambia nazione per cambiare vita".

Fonte: www.redattoresociale.it
28 Febbraio 2012

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