Perdere lavoro e vita a trent’anni


Tonio Dell'Olio - Mosaico dei giorni


“Per tanti il lavoro è la vita e senza il lavoro non ci può più essere nemmeno la vita”; Tonio dell’Olio dà voce al grido di P.C. che si è suicidato dopo aver perso il lavoro.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Perdere lavoro e vita a trent’anni

Trent’anni, la buona sorte di un lavoro e di una famiglia. Una moglie e un bimbo piccolo piccolo. Poi il licenziamento motivato per aver cambiato cinque buoni sconti da un euro nel supermercato in cui lavorava come commesso. Senza attendere il responso del giudice del lavoro cui aveva fatto ricorso tramite il sindacato, P.C. si è tolto la vita lasciando un biglietto indirizzato a sua moglie. Fin qui la cronaca scarna che arriva da Ragusa. Le considerazioni sarebbero invece tantissime. L’importanza del lavoro per la vita di una persona. Per tanti il lavoro è la vita e senza il lavoro non ci può più essere nemmeno la vita. Un senso di responsabilità verso se stessi e i propri cari. Un grido di indignazione e rabbia che non basta il fiato che hai in gola e lo gridi con tutto te stesso. Con la tua vita appunto. Perché arrivi lontano, perché qualcuno lo ascolti. Queste poche righe per dar più voce a quel grido.

Fonte: Mosaico dei Giorni

17 gennaio 2011

***

Avrebbe scambiato cinque buoni sconto da un euro ciascuno invece di utilizzarli. Per questo sarebbe stato licenziato Paolo Canni, il giovane di 30 anni che si è impiccato dopo avere perso il posto di lavoro come commesso in un supermercato di Ragusa.

A renderlo noto il segretario generale della Uil di Ragusa, Giorgio Bandiera: “Era un nostro iscritto – afferma il sindacalista – faceva parte del direttivo della Uiltucs, lo stavamo seguendo nella sua azione giudiziaria promossa per ottenere la revoca del licenziamento. Venerdì era stato predisposto, insieme al nostro legale, il ricorso al Giudice del Lavoro. Era stato accusato dall’azienda di aver cambiato cinque buoni-sconto di un euro, ma lui aveva respinto ogni addebito e non riusciva a darsi pace per un licenziamento che riteneva ingiusto e illegittimo”.

L’uomo, che ha lasciato un figlio di tre anni, prima di impiccarsi ha scritto un biglietto per la moglie in cui spiega i motivi del suicidio.

“Questo suicidio mi ha lasciato sgomento – continua Bandiera – perché è la cartina di tornasole di un malessere generale anche in una provincia intraprendente economicamente come quella di Ragusa, dove i venti della crisi hanno cominciato a spirare forti”.

E’ stata la moglie dell’uomo, che presagiva la tragedia, a recarsi nella loro casa di campagna a Santa Croce Camerina. Avendo notato la luce accesa e, intuito l’accaduto, non se l’è sentita di entrare in casa. È stata poi la polizia a trovare il giovane già morto.

di Markez

Fonte: ragusa.blogsicilia.it

16 gennaio 2011

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento