Per la pace in ricordo di Rachel Corrie


La redazione


Il 16 marzo del 2003 Rachel Corrie è stata uccisa da un bulldozer israeliano mentre impediva la distruzione di una casa palestinese.


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Per la pace in ricordo di Rachel Corrie

La storia di Rachel Carrie è una storia difficile da raccontare come è difficile da credere. 23 anni, studentessa all'universita D'Olimpie (Washington), apparteneva al movimento per i diritti umani "Giustizia e pace". La ventitreenne pacifista americana uccisa NON ACCIDENTALMENTE dalle ruspe Israeliane durante la demolizione di alcune case di palestinesi.
Sono passati alcuni anni ma i fatti di questi giorni portano la memoria ad una delle tante tragedie che sono avvenute in quelle terre, che commosse l'intera america.

Quell'anno Rachel, dopo tante manifestazioni in USA, decise di passare all'azione.
Andò in Israele di supporto ad un'organizzazione umanitaria palestinese, Movimento internazionale di solidarietà.
Lo scopo: bloccare la sistematica distruzione delle case in palestina ad opera dei buldozer israeliani.
Rachel Corrie, a soli 23 anni, ha perso la vita difendendo, con il proprio corpo e le proprie idee, il diritto dei cittadini palestinesi ad avere un tetto e una terra… diritto che per il "democratico stato di israele" non esiste….

Numerose iniziative in tutti gli USA per ricordare Rachel Corrie ed il suo sacrificio.
Per non dimenticare che il conflitto continua tra Israeliani e Palestinesi, con numerose vittime civili innocenti da ambo i lati, e che bisogna continuare a mobilitarsi ed a fare pressione per trovare una soluzione pacifica

Armata solo con un megafono ed i suoi ideali fronteggiava il mezzo un pò come, in altre situazioni, quel famoso ragazzo cinese fronteggiò il carrarmato a Piazza Tienanmen.

Ma, ad un certo punto, Rachel è stata travolta dal buldozer.

***

Pochi giorni fa, il 10 marzo 2010 sul sito: www.infopal.it, è stata data questa notizia: "Oggi, il ministro della Difesa israeliano comparirà in tribunale per rispondere alle accuse rivoltegli dai genitori di Rachel Corrie, la giovane uccisa da un soldato israeliano nel marzo del 2003.

Si tratta di una causa civile intrapresa dai Corrie contro le forze israeliane, responsabili dell'assassinio di Rachel, che all'epoca aveva 23 anni ed era un'attivista dell'International Solidarity Movement – Ism.

La ragazza era intenta a difendere una casa palestinese dai bulldozer israeliani, quando è stata schiacciata da uno di questi".

La comunicazione prosegue con le dichiarazioni di Hussein Abu Hussein, avvocato della famiglia Corrie "Noi sosteniamo che l'assassinio era intenzionale oppure, come minimo, che l'esercito è colpevole di 'enorme negligenza'". 

Abu Hussein ha ricordato che Rachel e altri membri dell'Ism -un movimento nonviolento che lotta contro l'occupazione israeliana — stavano manifestando già da diverse ore, prima che la giovane, che indossava un giubbotto arancione fluorescente ben visibile, venisse investita e schiacciata dal bulldozer.

Subito dopo la morte di Rachel, l'esercito aveva dichiarato che il militare che guidava il bulldozer "non l'aveva vista".

Si legge anche che "Israele sta impedendo ai testimoni dell'omicidio di entrare nel Paese e sta ostacolando la giustizia, ha denunciato l'avvocato dei Corrie.

Il rapporto dell'esercito, divulgato nell'aprile del 2003, affermava che Rachel non era stata uccisa da un veicolo ma era stata colpita da un oggetto pesante, una lastra di cemento scivolata dalla montagnola di terra dietro cui ella si trovava. L'esercito aveva accusato Corrie e gli altri attivisti presenti sul posto, di "comportamento illegale, irresponsibile e pericoloso".

L'avvocato Abu Hussein ha sottolineato che le indagini svolte dall'esercito non sono state "trasparenti". La causa civile, presentata nel 2005, ha rappresentato l'unico mezzo per coinvolgere lo Stato israeliano nella responsabilità della morte di Rachel.

La mamma, Cindy Corrie, in un comunicato ha dichiarato: "Mentre ci avviciniamo al settimo anniversario della morte di Rachel, la nostra famiglia è ancora alla ricerca di giustizia".

Un israeliano di Haifa, dalle pagine di un quotidiano in lingua ebraica, ha accusato i genitori di Corrie di sostenere una campagna di propaganda contro Israele e di sostenerne i nemici.

E' il senso di giustizia made in Israel".

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