Pace: compie mezzo secolo il suo simbolo, nato all’ombra di una fabbrica di armi nucleari


Stefania Quaglio, Adnkronos


Mezzo secolo e ancora contemporaneo. Compie cinquant’anni il simbolo della pace. Una linea verticale e due linee inclinate verso il basso, inscritte in un cerchio. Un simbolo che è ormai divenuto un’icona inconfutabile nel suo significato di messaggio di pace, tanto da essere soggetto a diverse reinterpretazioni. Flavio Lotti, intervistato da Adnkronos, ricorda l’importanza del simbolo.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Pace: compie mezzo secolo il suo simbolo, nato all'ombra di una fabbrica di armi nucleari

Diventato negli anni uno dei loghi piu' conosciuti, associato all'America degli anni '60 e alla cultura hippie, nasce in realta' in Gran Bretagna nel 1958 come simbolo della Cnd (Campaign for nuclear Disarmement), un'organizzazione pacifista che aveva tra i suoi promotori il filosofo Brtrand Russell (1872-1970). Il primo utilizzo pubblico del simbolo risale infatti alla marcia di Aldermston, in Inghilterra come descritto in un articolo sulla manifestazione dal 'Manchester Guardian'.
Ad “inventare” il simbolo, che e' riuscito ad imporsi sul suo piu' diretto concorrente, la colomba della pace di Picasso, e' stato Gerald Holtom. Obiettore di coscienza durante la seconda guerra mondiale, decisione non scontata per quei tempi, Holtom, al termine del conflitto si avvicino' al Cnd diventandone presto attivista e al quale presento' uno strano logo disegnato, qualche tempo prima, in nome della pace.
Un quadro di goya e le segnalazioni a vista dei marinai ad ispirare il logo. L'idea nacque dopo aver studiato l'opera di Goya sui popolani madrileni fuciali dalle truppe di Napoleone. In particolare la sua attenzione cadde su due personaggi: uno morto con le braccia abbassate e un altro vivo con le braccia alzate.
Stilizzando tali posizioni ed ispirandosi alla gestualità che i marinai utilizzano per comunicare a distanza tramite le bandierine la lettera 'N' (nuclear), indicata dalla linea verticale, e la lettera 'D' (disarmament), corrispondente alle linee inclinate, e il cerchio che rappresenta la parola ''globale'', realizzo' il ''simbolo della pace'' che i pacifisti inglesi riprodussero durante le marce da Londra ad Aldermaston, dove era allocata una base militare e fabbrica di armi nucleari.
Proprio nel 1958 vennero realizzati i primi distintivi in ceramica con il ''simbolo della pace''. Oggetti che furono distribuiti con un foglietto ''di istruzioni'' nel quale si spiegava che in caso di disastro atomico quello sarebbe stato uno dei pochi manufatti umani a restare integro.
Alle marce tra Londra e Aldemastrom parteciparono molte persone tra cui un collaboratore di Martin Luther King, Bayard Rustin, che affascinato dall'idea ''esporto''' il simbolo negli Stati Uniti dove venne adottato dagli attivisti per i diritti civili.
Nella metà degli anni '60, comparve nelle dimostrazioni contro la guerra del Vietnam, dipinto sulle bandiere americane, sui vestiti dei contestatori e persino sugli elmetti dei militari impegnati al fronte, oltre che su milioni di spille, magliette, affiancato allo slogan 'fate l'amore non fate la guerra', mobili e tessuti di arredamento, portaceneri, asciugamani.
Nello stesso periodo, sponsorizzate dalle chiese fondamentaliste americane, nacquero leggende circa supposte origini sataniche del simbolo, poiché, con molta fantasia ritraeva una croce spezzata. Ma il successo popolare continua da mezzo secolo, sui muri di Sarajevo e di Timor Est, nelle manifestazioni, sui diari o gli zainetti dei ragazzi. E la cosa curiosa e' che nessuno, ne' Holtom ne' la Cnd, ha mai registrato il marchio.

A 'festeggiare' il mezzo secolo del logo che contraddistingue, in tutto il mondo, coloro che attivamente si battono contro le guerre e per i diritti di tutti Flavio Lotti, Coordinatore Nazionale della Tavola della Pace, che ha 'incontrato' il simbolo, che lo ha sempre accompagnato, quando era poco piu' che adolescente.

''Ho conosciuto il simbolo -racconta Lotti all'ADNKRONOS- negli anni '70, quando a 17 anni sono entrato in contatto con il mondo degli obiettori e degli antimilitaristi. Parliamo degli anni tra il '76 e il '78, pochi anni dopo l'approvazione, avvenuta nel '72, della legge che ha riconosciuto il diritto all'obiezione di coscienza. Il periodo in cui Rutelli organizzava marce antimilitariste in Friuli Venezia Giulia con i Radicali''.
''Quel simbolo -ricorda ancora il coordinatore della Tavola per la Pace- era il simbolo di tutti coloro che si impegnavano contro la guerra e contro la corsa al riarmo. Ricordo in particolare -aggiunge- che quel simbolo caratterizzava in particolare la Loc (Lega obiettori coscienza), un'organizzazione che utilizzava quel logo che rappresentava il massimo rifiuto delle armi, il rifiuto al servizio militare come segno di rottura, di rifiuto della preparazione della guerra''.
''In quegli anni -prosegue- iniziai ad interessarmi a questi problemi a scuola e io stesso ho portato diverse volte quel simbolo sulle spalle, sugli striscioni, alle manifestazioni a partire dal '79, quando il Governo Craxi disse di si' all'istallazione dei missili a corto raggio in Italia''.
“Negli anni '80 lo portai su un grande striscione alla mia prima 'perugia-assisi'; l'anno successivo con un grande striscione -aggiunge- ho partecipato alla mia prima marcia 'Perugia-Assisi'. Quello era il simbolo che ci univa e ci caratterizzava. Certo -sottolinea- negli ultimi anni, con lo 'scoppio' dei movimenti contro la guerra in Afghanistan e in Iraq, dopo l'11 settembre, il simbolo e' stato 'superato' dalla bandiera arcobaleno, che si e' imposta in maniera particolare con la Campagna 'Pace da ogni Balcone'''.
Per Lotti, insomma, e' come se si fossero due 'generazioni' di pacifisti, quanto al loro riconoscersi in un simbolo piuttosto che nell'altro soprattutto in base alla esperienze 'di lotta' personalmente vissute: ''oggi -afferma ancora Lotti- il movimento e' piu' identificato con l'arcobaleno ma il simbolo piu' tradizionale, che richiama la storia, resta un simbolo importante di tutti coloro che si impegnano per la pace e che e' ancora tanto usato nelle grandi marce. Uno di quei loghi universali -sottolinea- che parlano alle persone di tutto il mondo, cosa che non e' la Bandiera della Pace''.
''La bandiera con i colori dell'iride, infatti -spiega- in diverse parti del mondo viene identificata piu' con il movimento gay che con quello pacifista. Il movimento della pace americano, ad esempio, ha adottato la Bandiera della Pace solo dal 2003, quando la Campagna 'Bandiere di Pace' ha avuto eco oltreoceano mentre il simbolo e' un simbolo universale che unisce tutti coloro che hanno un minimo di consapevolezza storica e vogliono esprimere la loro volonta' di pace''.
In mezzo secolo, la linea verticale con le due linee inclinate verso il basso inscritte in un cerchio, non ha mai perso il suo significato, passando da una generazione all'altra, tanto che oggi viene utilizzato anche da note griffe di moda. ''Forse -conclude Lotti- in Italia e' meno 'famoso' della bandiera ma ancora oggi e' estremamente conosciuto e utilizzato. Un logo che in tanti non si fanno problemi ad esporre e a portare. Un simbolo che nel nostro Paese si e' continuato ad usare tanto che noi lo abbiamo inserito nel logo della Tavola della Pace come segno di continuita', anche storica''.

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento