Omicidio del capo di Hamas. Lo scandalo tocca Netanyahu


Umberto De Giovannangeli - L'Unità


Il Sunday Times punta il dito sul premier israeliano: è stato Netanyahu ad autorizzare la missione del Mossad per eliminare Mahmoud al- Mabhouh. Francia e Spagna premono: Stato palestinese entro 18 mesi.


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Omicidio del capo di Hamas. Lo scandalo tocca Netanyahu

L’intrigo si infittisce. E a Gerusalemme chiama in causa responsabilità politiche di primissimo piano. “Il popolo di Israele conta su di voi . Buona fortuna”. Ai primi di gennaio di quest’anno, nel quartier generale del Mossad- il servizio segreto dello stato ebraico, Benjamin Netanyahu congedò così i componenti del commando che
alla fine dello stesso mese avrebbe eliminato fisicamente Mahmoud al-Mabhouh, capo militare di Hamas ucciso nella sua camera di albergo a Dubai.
Nell’edificio che sorge nella parte nord di Tel Aviv, il premier israeliano, racconta il Sunday Times, diede via libera al capo del Mossad, Meir Dagan, e il sigillo politico a un’operazione preparata da tempo fin nei minimi dettagli, riuscita in pieno secondo lo stile Mossad delle “missioni” all’estero, ma che rischia ora di ritorcersi contro il governo dello stesso Netanyahu, impegnato adesso a fronteggiare l’irritazione europea per la falsificazione di numerosi passaporti, utili all’operazione, e l’accelerazione data alla nascita di uno stato palestinese, che Francia e Spagna vorrebbero reale in diciotto mesi, negoziati o meno. Le modalità della falsificazione di numerosi passaporti, intanto: britannici, irlandesi, tedeschi e francesi. Sei di questi, quelli britannici, sarebbero stati copiati in tutta segretezza all’aeroporto Ben Gurion, a Tel Aviv. I britannici ne sono convinti e ne chiederanno conto agli israeliani. “Pensiamo- dice al Sunday Mirror un diplomatico di alto livello – che innocenti cittadini britannici siano stati privati del loro passaporto e che questo sia stato poi copiato”.

INTRIGO INTERNAZIONALE
I numeri dei documenti sono stati  usati per creare nuovi passaporti, utilizzati dai killer per recarsi a Dubai, scrive il Sunday Telegraph. Questa rivelazione – scrive il domenicale britannico – mette ulteriori pressioni al governo israeliano, che anche l’altro giorno con il vice ministro degli esteri Danny Ayalon ha negato ogni coinvolgimento nel caso. David Miliband e MIcheal Martin, rispettivamente capi delle diplomazie britannica e irlandese, chiederanno spiegazioni al ministro degli Esteri israeliano,il falco Avigdor Lieberman, oggi, a margine dell’incontro dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea.
E’ un mistero su come possa loro rispondere Israele, visto che da Gerusalemme sono finora arrivati solo smentite sul ruolo del Mossad in tutta la vicenda.  Ciononostante, gli irlandesi insistono: “Siamo profondamente preoccupati”, ribadisce Martin all’Irish Times, “la nostra richiesta di un chiarimento è molto seria” .
L’ex ministro della Difesa israeliano, attuale ministro dell’Industria e commercio, Benyamin Ben Eliezer (Labour), ha affermato ieri che per le operazioni del Mossad è necessario l’assenso preliminare del primo ministro. Il Mossad, come lo Shin  Bet (il servizio di sicurezza interno), rispondono direttamente al primo ministro. Perciò,  secondo Ben Eliezer “tutto dipende dal premier, che non è tenuto a rifiutare al governo quando il capo del Mossad riceve l’autorizzazione a agire. Egli può, se lo vuole, informare il ministro della Difesa”. Ben Eliezer, che si è così espresso alla radio delle forze armate, ha evitato di rispondere  a domande se l’uccisione di al-Mabhouh, sia stata opera del Mossad: “Non so se siamo stati noi – taglia corto – ma per me l’importante è il risultato”. Secondo il ministro israeliano le ripercussioni internazionali della vicenda, nella quale il Mossad è pressoché unico indiziato dell’uccisione, sono passeggere, e “tra sei mesi non se ne parlerà più”. A preoccupare di più, però, Israele potrebbe essere l’iniziativa franco-spagnola per il Medi Oriente. Intervistato l’altro ieri dal Journal du Dimanche, il titolare del Quai d’Orsay, Bernard Kouchner, ha affermato che la realizzazione di uno stato palestinese va accelerata. Il ministro degli Esteri francese e quello spagnolo, Miguel Angel Moratinos, hanno intenzione di scrivere un articolo da far pubblicare sui giornali europei in cui sottolineano che uno Stato del genere dovrà nascere entro diciotto mesi. Fonti di Gerusalemme hanno subito ribattuto che l’iniziativa andrebbe “contro l’idea di una pace reale. Anzi, garantire il riconoscimento quando non sono stati definiti i problemi del conflitto renderebbe impossibile qualsiasi compromesso”.

Fonte: l'Unità

22 febbraio 2010

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