Obama: “In Iraq guerra finita, ora voltiamo pagina”


Maurizio Molinari


Il presidente definisce la ripresa dell’economia la “missione centrale” che lo attende. Conferma l’impegno militare contro Al Qaeda, la exit strategy dall’Afghanistan e l’impegno per la pace in Medio Oriente.


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Obama: "In Iraq guerra finita, ora voltiamo pagina"

Barack Obama dichiara la fine della guerra in Iraq e conferma la scelta della exit strategy dall'Afghanistan in un discorso alla nazione di 18 minuti che adopera ad un duplice fine: sanare le spaccature che hanno segnato l'America per oltre sette anni sull'operazione "Iraq Freedom" e far sapere ai cittadini che d'ora in avanti la sua "missione centrale" sarà risollevare l'economia nazionale e creare milioni di posti di lavoro.

Obama parla dallo stesso "Resolute Desk" dello Studio Ovale che adoperò il predecessore George W. Bush per annunciare l'inizio dell'attacco contro il regime di Saddam Hussein il 19 marzo 2003. Prima di parlare in tv Obama ha chiamato Bush e quanto dice in tv conferma l'intenzione di lasciarsi alle spalle le divisioni sulla guerra. "E' ben noto che io e l'ex presidente Bush siamo stati in disaccordo sulla guerra sin dall'inizio ma nessuno può dubitare del suo sostegno per le nostre truppe, il suo amore per la nazione e il suo impegno per la nostra sicurezza. Ci sono stati patrioti fra coloro che hanno sostenuto la guerra come fra coloro che vi si sono opposti". E' in questa cornice di riconciliazione nazionale che Obama dichiara "conclusa l'Operazione Iraqi Freedom", rivendica di "aver mantenuto la promessa agli elettori di ritirare uomini e mezzi", e sottolinea che "ora la sicurezza dell'Iraq è nelle mani degli iracheni e la nostra nuova missione è di aiutarli"

L'omaggio a uomini e donne che hanno servito in Iraq è caloroso sebbene Obama non pronunci mai la parola "vittoria": "I militari americani hanno compiuto ogni missione che gli è stata data. Hanno sconfitto un regime che terrorizzava la sua gente, hanno protetto gli iracheni, addestrato le forze irachene e eliminato i capi dei terroristi. E' grazie a loro che l'Iraq ha l'opportunità di abbracciare un nuovo destino".

Ora per l'America è "il momento di voltare pagina" e Obama spiega cosa intende tenendo le mani incrociate davanti a sè sulla scrivania, con alle spalle le foto del matrimonio con Michelle e della sua famiglia. "Combattiamo quasi da un decennio, Al Qaeda continua a complottare contro di noi e li sconfiggeremo", in "agosto inizieremo il passaggio dei poteri in Afghanistan perché le guerre senza fine non servono nè ai nostri interessi nè a quelli afghani" e fra poche ore "inizieremo qui a Washington nuovi sforzi per la pace in Medio Oriente". Ma ciò che più conta per il presidente è "rafforzare il ceto medio, creare posti di lavoro, spingere le imprese ad assumere, assicurare una migliore istruzione ai nostri figli e poter eliminare la dipendenza dal greggio straniero".

E' all'economia che dedica l'ultima parte del discorso, definendo l'impegno a risollevarla "la mia principale missione" con un messaggio all'opinione pubblica teso a risollevare la fiducia nell'amministrazione e nel partito democratico in vista delle elezioni di Midterm per il rinnovo del Congresso.

I leader repubblicani si sono affrettati a ribattere al presidente: "Ha tentato invano di salvare la sua presidenza ma non ha fatto l'unica cosa che era dovuta, ringraziare il presidente Bush per aver ordinato l'invio dei rinforzi nel 2007 grazie ai quali il generale David Petraeus ha cambiato il corso di una guerra che era messa molto male. E non lo ha fatto perché avrebbe dovuto ammettere che lui si sbagliò all'epoca ad opporsi ai rinforzi". E John McCain rincara la dose: "Fino a quanto Obama non ammetterà che inviare i rinforzi in Iraq fu vincente non riuscirà a gestire bene i rinforzi che ha mandato in Afghanistan".

Fonte: La Stampa

1 settembre 2010

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