Nuove scosse sulla costa orientale, i tecnici tornano a Fukushima


Il Sole 24 Ore


Gli elicotteri lanciano acqua sui reattori. Wikileaks accusa il governo: “Sapevano che le centrali erano a rischio”.


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Nuove scosse sulla costa orientale, i tecnici tornano a Fukushima

Non si arrestano le scosse di assestamento nella costa orientale giapponese. Nella prefettura di Chiba, che si estende a est di Tokyo, un nuovo movimento tellurico ha raggiunto un'intensità di 6 gradi sulla scala aperta Richter, dunque una potenza sufficiente a far tremare e oscillatre i grattacieli nella capitale nipponica. L'epicentro è stato localizzato a una profondità di 25 chilometri sotto al fondale dell'oceano Pacifico e 96 chilometri a est di Tokyo. Una precedente scossa, sempre di magnitudo 6,0, aveva investito qualche ora prima il Giappone sud-orientale, con epicentro nella prefettura di Shizuoka: anche in quel caso il fenomeno era stato avvertito nella capitale.

I tecnici tornano a lavorare a Fukushima 
Il personale temporaneamente fatto sgomberare dalla centrale giapponese a causa degli alti livelli di radioattività nell'impianto è tornato al lavoro per la messa in sicurezza, gravemente danneggiato. Nelle ultime ore una nube di fumo, probabilmente causata da una fuga di vapore, si è levata dalreattore numero tre la cui capsula di contenimento, secondo fonti del governo giapponese, potrebbe non essere più integra; un incendio è invece scoppiato presso il reattore quattro, per poi spegnersi spontaneamente. Le immagini della tv nipponica Nhk fanno vedere un elicottero anti-incendio dell'esercito giapponese che sta versando acqua su uno dei reattori della centrale. Nel frattempo i tecnici della Tepco, la compagnia elettrica che gestisce l'impianto, hanno programmato di servirsi di un generatore diesel in dotazione al reattore sei per pompare altra acqua nel reattore cinque, al cui interno il livello del liquido di raffreddamento risulta essersi abbassato, sebbene le barre di combustibile nucleare rimangano per il momento coperte a sufficienza. Entrambi i reattori erano fermi nel momento in cui la centrale è stata investita dal terremoto di magnitudo 9,0 di venerdì scorso, ma le barre erano comunque al loro posto.Il governo giapponese sta anche valutando se chiedere ufficialmente l'assistenza delle forze armate statunitensi – la cui VII Flotta presta già un appoggio logistico alle operazioni umanitarie e di soccorso – per cercare di riprendere il controllo della centrale.

Wikileaks accusa il governo: «Sapevano che le centrali erano a rischio» 
Il Giappone sapeva da oltre due anni che i suoi impianti nucleari non sarebbero stati in grado di reggere l'urto di un potente terremoto. A rivelarlo è un cablogramma Usa diffuso da Wikileaks, secondo cui nel dicembre 2008 un funzionario dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica informò Tokyo che le norme di sicurezza delle sue centrali erano obsolete e che un violento sisma avrebbe posto problemi seri agli impianti
Nel documento riportato dal Telegraph si afferma inoltre che le autorità giapponese si opponevano alla sentenza emessa da una corte per chiudere una centrale, perchè ritenuta insicura in caso di sisma. «L'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare e industriale ritiene che il reattore sia sicuro e che tutti i test di sicurezza siano stati condotti in modo appropriato», riferirono i diplomatici Usa. Nel 2009, Tokyo riuscì a far revocare la sentenza. 
Il cablogramma riporta anche la denuncia fatta nell'ottobre 2008 da un deputato giapponese ai diplomatici Usa, secondo cui il governo stava «insabbiando» gli incidenti nucleari.

Fonte: Il Sole 24 ore

16 marzo 2011

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Verso un nuovo inverno nucleare?

Italia in mezzo al guado

Il rilancio del nucleare in Italia appare incerto agli occhi degli osservatori internazionali, che dopo la catastrofe giapponese cercano di sondare se nel mondo industrializzato si prospetta un arresto degli investimenti nel settore dell'energia atomica. Il Financial Times fa notare che in Italia, «una delle regioni più sismiche d'Europa», dopo 24 anni di moratoria potrebbe deragliare il piano del governo di centro-destra di Silvio Berlusconi di rilanciare l'industria nucleare, con la tecnologia francese, attraverso un referendum in giugno

In Borsa scendono i titoli di chi opera nel nucleare e – osserva il Ft – gli investitori temono che gli eventi del Giappone fermino i piani di molti governi di realizzare una nuova generazione di impianti nucleari. Negli Stati Uniti il senatore democratico Joe Lieberman chiede di mettere un freno finché non si comprenderanno le ramificazioni di quello che è accaduto: «In America abbiamo 104 impianti nucleari, di questi 23 sono costruiti in base a progetti analoghi a quelli giapponesi che ora sono al centro delle preoccupazioni».
In Germania, che ha il più forte movimento antinucleare d'Europa, il cancelliere Angela Merkel ha annunciato una sospensione di tre mesi della controversa decisione del governo di prolungare la vita di 17 centrali nucleari. 

Perfino in Francia, che si affida al nucleare per gran parte del suo fabbisogno energetico e dove – sottolinea il Ft – c'è tradizionalmente un forte sostegno dell'opinione pubblica, gli ambientalisti vanno all'attacco: Daniel-Cohn Bendit, copresidente dei Verdi al parlamento europeo, chiede un referendum sull'energia nucleare.
Il Regno Unito ha «uno dei più ambiziosi programmi» di realizzazione di nuovi impianti, con 11 reattori da costruire entro il 2015. 
In India, che ha 20 reattori nucleari e intende espandere drasticamente la sua capacità nucleare, con l'obiettivo di 30mila megawatt entro il 2020, il governo si è affrettato a rassicurare la popolazione sulla sicurezza delle installazioni. E a Pechino il capo dell'Amministrazione nazionale per l'energia ha ribadito l'impegno a sviluppare energia nucleare con sicurezza ed efficienza. 
Il New York Times, in un editoriale, invita gli americani a studiare da vicino i piani per affrontare disastri naturali ed eventuali incidenti: bisogna assicurarsi che i piani d'emergenza siano "forti abbastanza", evitando quello che è successo con l'uragano Katrina a New Orleans e l'incidente petrolifero nel Golfo del Messico

Il Nyt ricorda di avere appoggiato l'energia nucleare «come uno strumento per ridurre il riscaldamento globale» e propende a pensare che, quando si avranno tutti gli elementi sull'incidente in Giappone, «resterà uno strumento valido».

di Elysa Fazzino

Fonte: Il Sole 24 ore

15 marzo 2011

 

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