“Non esiste un termine all’esperienza di condivisione”


Uno dei 200.000


“Non esiste un termine all’esperienza di condivisione”, pensavo durante la marcia, così come sembravano interminabili affermazioni di pensieri e cause più svariate, per esprimere e condividere il senso delle proprie idee. Per la pace. Per la condivisione. Una lunga scia di anime unite e scisse al contempo, scisse nell’individualismo della propria esperienza di vita, unite […]


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“Non esiste un termine all’esperienza di condivisione”

“Non esiste un termine all’esperienza di condivisione”, pensavo durante la marcia, così come sembravano interminabili affermazioni di pensieri e cause più svariate, per esprimere e condividere il senso delle proprie idee. Per la pace. Per la condivisione. Una lunga scia di anime unite e scisse al contempo, scisse nell’individualismo della propria esperienza di vita, unite dal pensiero di condivisione per la pace. Sentivo, in marcia, la richiesta di una pace personale, una pace che partisse dall’interno e non dall’esterno di noi, da parte di una signora che ritrovai nel mio gruppo di partenza, che al termine del cammino guardai con aria differente, non più anonima, quasi familiare. Sentivo, in marcia, la forza di un uomo anziano, piegato dalla malattia, ma con lo sguardo alto e fiero a guardare il cielo, avanzare lento ma imponente verso la Basilica di San Francesco. Sentivo, in marcia, voci ferme e decise nell’esprimere la propria e l’altrui libertà, “tutti diritti x tutti”, pensieri e cause differenti, differenti bandiere, differenti credi e religioni, differenti voci, colori e canti. Guardavo, in marcia, i bonzi birmani, con lo sguardo di chi vuole decidere per se stesso della propria vita e non far decidere altri, nel rispetto e nella quiete di uno stile di vita differente ma proteso al prossimo. Sentivo, guardavo, in marcia, i bambini, i nomi dei mattoni sulla strada per Assisi, ancora per una volta, l’idea d’ essere… insieme.

Gruppo Ripa Teatina

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