“Non arriverà mai il nostro momento se non ce lo prendiamo”: a Terni l’Onu dei Giovani


Valeria Cerasoli - Ufficio stampa Onu dei Giovani


Oltre 500 ragazzi in azione per i diritti umani e la pace hanno incontrato ospiti da tutto il mondo: Guatemala, Colombia, Kenia, Tanzania, Israele, Palestina. Tra gli altri interventi, Alex Zanotelli, don Luigi Ciotti, Riccardo Icona.


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“Non arriverà mai il nostro momento se non ce lo prendiamo”: a Terni l’Onu dei Giovani

Un successo inaspettato anche per gli organizzatori: 519 iscritti almeno ai dati delle ultime registrazioni. “Si sta qui per mettersi in gioco, stare insieme e condividere delle esperienze”, così hanno detto i tanti promotori della manifestazione. Fitta di impegni è stata l’agenda della prima giornata all’Onu dei Giovani. Palazzo Gazzoli di Terni, sede dell’Assemblea plenaria di apertura, è stata letteralmente presa d’assedio da centinaia di ragazzi provenienti da diverse parti del mondo. Molte le associazioni coinvolte e di diversa natura, che hanno applaudito la carrellata di ospiti internazionali chiamati a intervenire sul palco. Guatemala, Colombia, Kenia, Tanzania, Israele, Palestina sono solo alcune delle realtà raccontate dai testimoni, non solo giornalisti e rappresentanti di organizzazioni umanitarie, ma anche persone comuni impegnate da anni in azioni di pace e di promozione dei diritti umani. A Patrizia Sentinelli, vice ministro degli Affari Esteri, il compito di portare il contributo delle istituzioni, dichiarando che è giunto il momento di cambiare il corso della politica estera. Ridurre i costi delle forze militari e investire sui corpi civili di pace, attuare forme di cooperazione che considerino i bisogni delle popolazioni locali e riconoscere l'acqua come bene comune di tutti e non come una merce, sono alcuni dei messaggi che il vice ministro ha lanciato ai giovani. Lo Speciale di MTV Italia “I capitani al World Social Forum” ha concluso la plenaria.

Nel pomeriggio sono cominciati i ventitre affollatissimi workshop, l'altra faccia dell'Onu dei Giovani,  coordinati da  esperti nazionali e internazionali. Nell’incontro serale con il fondatore del Gruppo Abele e di Libera, Don Luigi Ciotti, i ragazzi hanno trovato una nuova motivazione.  “Dobbiamo liberare la libertà” è lo slogan che Don Ciotti vuole condividere con i partecipanti dell'assemblea.  Si sentono tutti coinvolti nel problema della criminalità i ragazzi, da nord a sud, e partecipano animatamente alla discussione. “La legalità non è un valore, ma uno strumento”, prosegue Ciotti, “è la saldatura tra responsabilità e giustizia”. Le parole del sacerdote sono condivise all’unanimità, dimostrazione che l'Onu dei Giovani sa che “Tutti i diritti umani per tutti” è un motto che deve valere ovunque.

Oggi pomeriggio, nella plenaria di chiusura, i ragazzi raccolgono i risultati dei lavori nel documento finale dell'Assemblea, con cui si impegneranno, da qui a un anno, a lavorare per i diritti umani e la pace nella loro vita quotidiana. A sancire con più forza le parole del documento ci saranno l'esempio di vita di Padre Alex Zanotelli e la libertà d'espressione di Riccardo Iacona. Da domani, giorno delle Marcia Perugia-Assisi a cui i ragazzi parteciperanno insieme, comincerà il vero lavoro di pace. “Noi giovani continuiamo a delegare ai nostri governi, ai più anziani a fare, mentre noi aspettiamo che arrivi il nostro momento. Non arriverà mai il nostro momento se non ce lo prendiamo”, così dice un giovane ragazzo keniota. “Noi giovani dobbiamo unirci, così come sta succedendo qui all'Onu dei Giovani e parlare insieme con un'unica voce”.

 

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