L’eminente studiosa Ann Stoler approva il boicottaggio d’Israele


La redazione


“Se la democrazia è definita, con le parole di Hannah Arendt, il “diritto di avere diritti” di un’intera popolazione all’interno della giurisdizione statale, allora lo Stato di Israele non può essere considerato uno stato democratico”.


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L’eminente studiosa Ann  Stoler approva il boicottaggio d’Israele

Se una persona che ha lavorato per circa trent’anni  come insegnante e studente di studi coloniali – su situazioni coloniali comparate, su storie coloniali, e sulle sottili forme di governo a base dei regimi coloniali-  dovesse dare una definizione allo stato d’Israele, sarebbe difficoltoso per lui non descriverlo come uno stato coloniale. Sarebbe difficile non riconoscere la passata ed odierna occupazione d’Israele del suolo Palestinese, il razzismo in ogni aspetto della vita quotidiana, la distruzione graduale ma in larga scala di case Palestinesi, la distruzione dei mezzi di sussistenza e gli sforzi per demolire la struttura familiare e sociale, come una decimazione concertata da un preciso disegno coloniale. Queste sono le ben affilate pratiche dei regimi che vengono definiti coloniali e che sono prosperati un po’ ovunque nel globo imperiale. Come altri regimi coloniali, lo stato Israeliano designa e ridisegna i confini geografici, sospende i diritti civili dei palestinesi e arbitrariamente viola quello che per gli israeliani è riconosciuto e visto come uno spazio privato.

Israele è particolare ma non unico. Le sue tecniche di occupazione sono basate su usi infondati dell’apparato legale della legge Israeliana. Queste sono le pratiche di uno stato coloniale destinate a sostituire e spostare una popolazione Palestinese, e miranti alla propria espansione. L’espansione è continua, giornaliera, sia vistosa che nascosta: stanza per stanza nella vecchia città di Gerusalemme, casa per casa nell’espansione di comunità di coloni, metro per metro nell’erezione del muro che in nome della “sicurezza” taglia case e campi, divide quartieri e ne ingloba dei nuovi illegali appartenenti ai Palestinesi. L’intera faccenda si traduce in una confisca sia della storia che delle possibilità future di quelli che oggi trovano i loro letti gettati in strada nella notte dai coloni Israeliani.

Se la democrazia è definita, con le parole di Hannah Arendt, il “diritto di avere diritti” di un’intera popolazione entro la giurisdizione di uno stato, quello Israeliano non può essere considerato uno stato democratico. Ne può una democrazia essere fondata sul principio dell’espulsione e della creazione della diaspora di una popolazione privata della sua terra, proprietà e cittadinanza—un principio avidamente seguito da Israele a partire dal 1948. Per queste ragioni, io confermo il mio appoggio al boicottaggio internazionale BDS di tutte quelle istituzioni Israeliane che attivamente o passivamente accettano uno status quo che tollera ed espande l’occupazione, viola le leggi internazionali, rinforza il controllo militare e nega il diritto dei Palestinesi all’autodeterminazione.

Ann Laura Stoler

Professore emerito di antropologia e studi storici
alla Willy Brandt University
La nuova scuola di ricerca sociale
 New York 10003
10 Settembre 2010

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