La mia Madonna col bambino


Francesco Cavalli


Anche io a Rhino Camp in nord Uganda ho visto la Madonna, si chiama Vittoria, ha 16 anni.


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madonna_cavalli

Quando penso al Nilo, solitamente la prima cosa che mi viene in mente è l’Egitto. In questi giorni in cui ci avviciniamo al Natale, non posso non pensare a tutte quelle madonne che come Maria sono costrette a scappare con il proprio figlio appena nato. A mettersi in viaggio, spesso viaggi lunghi, estenuanti, sotto il sole, a piedi, oppure in mare.
Sono rientrato ieri dall’Uganda, dove il Nilo inizia la sua lunga corsa di quasi settemila chilometri verso l’Egitto. Qui più di un milione di sud sudanesi trovano rifugio scappando dalla guerra in Sud Sudan.
È a Rhino Camp, in nord Uganda, che ho incontrato insieme all’amico Alessandro Vittoria, 16 anni, madre di una splendida bambina e in attesa di un secondo nascituro che arriverà per Natale. Suo marito è con lei, qualche anno in più, ma entrambi molto giovani.
“Siamo scappati quando i militari sono arrivati al nostro villaggio, uccidendo e violentando”. Spesso uccidono gli uomini per impadronirsi delle donne e violentarle. Loro sono riusciti a fuggire prima. Due settimane di fuga, questo il tempo che ci hanno messo a piedi per arrivare in Uganda, la piccola legata al petto, i due abiti che hanno e due pentole, la loro unica ricchezza.
Stiamo con lei il tempo di cuocere un po’ di polenta, in una delle due pentole, quella più piccola. Volentieri ci concede una fotografia mentre ci racconta la sua storia. Sarà Dio a decidere il nome del figlio che partorirà fra poche settimane.
È seduta su di uno sgabellino di legno mentre offre quel poco di polenta che ha appena cotto alla sua bambina. Mi viene in mente la fuga in Egitto di Maria rappresentata da Caravaggio, la stanchezza della madre e la tenerezza per il figlio.
Anche io a Rhino Camp in nord Uganda ho visto la Madonna, si chiama Vittoria.

15 dicembre 2017

Francesco Cavalli

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