La Corte europea per i Diritti Umani boccia le leggi italiane in materia di immigrazione


Gruppo Abele


È stato presentato a Strasburgo il Rapporto sull’Italia del Commissario europeo per i Diritti Umani Thomas Hammarberg. "La criminalizzazione degli immigrati è una misura sproporzionata, che potrebbe avere l’effetto di acuire le tendenze discriminatorie e xenofobe che già si manifestano nel Paese”.


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La Corte europea per i Diritti Umani boccia le leggi italiane in materia di immigrazione

Dalla visita effettuata in Italia da Thomas Hammarberg e dalla sua delegazione nel gennaio scorso, nell’ambito delle raccomandazioni formulate nel memorandum del luglio 2008, è scaturito il Rapporto presentato in questi giorni a Strasburgo in cui sono state ribadite le critiche al disegno di legge sulla sicurezza pubblica (ddl. 773 Carfagna/Maroni).
Le modalità di censimento dei campi Rom e Sinti, la disposizione che consente al personale medico di segnalare alla polizia i migranti irregolari, le manifestazioni di razzismo e intolleranza, il numero “critico” di rimpatri forzati per motivi di sicurezza in Tunisia dove il rischio di tortura è comprovato sono i punti critici sottolineati nel Rapporto.
“Nonostante siano stati compiuti degli sforzi – ha dichiarato Hammarberg – permangono preoccupazioni per quanto riguarda la situazione dei rom, le politiche e le pratiche in materia di immigrazione e il mancato rispetto dei provvedimenti provvisori vincolanti richiesti dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo”.
Tuttavia, è stata segnalata soddisfazione per alcune misure positive prese dalle autorità italiane, come ad esempio l’adozione di programmi di educazione interculturale, per la decisione di ratificare la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta degli esseri umani e per lo sviluppo di un programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati.
Tra le raccomandazioni, la Corte europea per i Diritti Umani propone di accrescere il numero di rappresentanti dei gruppi etnici in seno alle forze di polizia e di istituire un organismo nazionale indipendente, quale il mediatore, per rafforzare la tutela dei diritti umani; incoraggia le autorità a creare dei meccanismi di consultazione a ogni livello con i Rom e i Sinti, ad evitare le espulsioni che non sono accompagnate da alcuna offerta di risistemazione e ad attuare soluzioni educative appropriate per i bambini. E, per quanto riguarda la questione dei Rom, Hammarberg afferma che “permane nei loro confronti un clima di intolleranza e le loro condizioni di vita sono tuttora inaccettabili in un certo numero di campi da me visitati. Le buone prassi a livello locale esistono nel Paese e dovrebbero essere estese”.

Fonte: www.gruppoabele.org
28 Aprile 2009

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