La campagna Sbilanciamoci!: "Per la difesa si spende molto e molto non è indispensabile"


La redazione


Sbilanciamoci! risponde a Prodi. Pubblichiamo il resoconto della conferenza stampa inerente la “manovra correttiva” sulla finanziaria del governo proposta questa mattina in presenza di Paolo Ferrero, Ministro per la Solidarietà Sociale.


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La campagna Sbilanciamoci!: "Per la difesa si spende molto e molto non è indispensabile"

“Il nostro Paese nel 2008 spenderà per la Difesa oltre 23 miliardi di euro con un incremento rispetto allo scorso anno dell’11,1% e con una incidenza del P.I.L. dell’1,45%, perfettamente in linea con i principali paesi europei aderenti alla NATO” E’ quanto hanno dichiarato Giulio Marcon e Massimo Paolicelli, della campagna Sbilanciamoci!, rispondendo al Presidente del Consiglio Romano Proodi, che oggi ha dichiarato di aver fatto il minimo indispensabile per un paese serio.

“Spese per la difesa – prosegono Marcon e Paolicelli – sono anche gli armamenti finanziati con i fondi del Ministero dello Sviluppo economico o le missioni militari finanziate dal Ministero dell’economia, non solo quelle della Funzione Difesa con le quali fanno i raffronti i vertici militari.

I pacifisti, non vogliono mandare a casa nessun padre di famiglia, ma se ci sono 40.000 marescialli in più, come ammettono gli stessi vertici militari, sarebbe opportuno utilizzarli nella protezione civile. Basta ricordare l’emergenza incendi di quest’estate, o nella pubblica sicurezza, visto che si dice ci sia un’emergenza sicurezza. I risparmi veri, dovrebbero venire dai tagli agli inutili sistemi d’arma di cui vogliamo dotarci. Nel 2008 spenderemo in armi quasi 5 miliardi, metà della manovra del Governo. Tra i progetti, quello dello Joint Strike Fighter, un aereo da combattimento ottimizzato per l’attacco con capacità di trasporto di ordigni nucleari che ci costerà oltre 20 miliardi di euro. Ma chi dobbiamo andare a bombardare?

Quando si parla di impegni internazionali, non si comprende perché dobbiamo essere seri per la difesa e possiamo non esserlo per la cooperazione, dove il prossimo anno arriviamo allo 0,21 del P.I.L., ben lontani dall’impegno dello 0,33% preso a livello internazionale e ribadito nel DPEF.

Oggi stesso – concludono Marcon e Paolicelli – invieremo una copia del nostro rapporto dove tutte queste questioni sono ben approfondite insieme alle altre proposte per una finanziaria ‘capace di futuro’, chiedendo al Presidente del Consiglio di incontrarci per illustrargliela personalmente”.

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