L’Italia riconosce il Kosovo, Belgrado ritira ambasciatore


Gabriele Carchella


Nessuna sorpresa dal Consiglio dei Ministri riunitosi ieri per rendere ufficiale una decisione annunciata. Domani il ritorno in patria dell’ambasciatore serbo.


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L'Italia riconosce il Kosovo, Belgrado ritira ambasciatore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'Italia riconosce l'indipendenza del Kosovo. Nessuna sorpresa dal Consiglio dei Ministri riunitosi ieri per rendere ufficiale una decisione annunciata. Tutto come previsto, dunque, anche se l'astensione del ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero (Rifondazione comunista) segnala la spaccatura nel governo. L'annuncio è stato dato dal premier Romano Prodi: c'è stata “una lunga discussione che si è conclusa con l'approvazione del riconoscimento, salvo l'eccezione del ministro Ferrero”. Quest'ultimo ha voluto spiegare così la sua decisione: “Ritengo che l'indipendenza del Kosovo sia avvenuta in palese violazione del diritto internazionale”. Alle critiche da sinistra si è unito il presidente della Camera Fausto Bertinotti: “Troppa fretta per una scelta per l'indipendenza discutibile”. Da parte sua, Prodi ha lanciato un messaggio conciliante a Belgrado: “Il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo non toglie nulla alla Serbia”, con la quale l'Italia continua e continuerà ad avere sempre un rapporto di “amicizia e affetto”. Toni ottimistici anche per il ministro degli Esteri Massimo D'Alema: l'Italia “si appresta in questo modo a dare il suo contributo alla costruzione di uno stato di diritto” e contribuirà a “rafforzare la sicurezza nei Balcani”, anche “con un'ulteriore presenza di funzionari e militari italiani inquadrati in una missione civile”. Ma dopo il passo di ieri, la diplomazia italiana dovrà lavorare a fondo per ricucire i rapporti con Belgrado. D'Alema critica l'ostruzionismo russo: “L'Europa non può farsi imporre dal veto russo la sua geografia. Sarebbe un segno di impotenza”. Il primo effetto del riconoscimento del Kosovo è il ritiro dell'ambasciatore serbo a Roma, Sanda Raskovic-Ivic, che rientrerà in patria domani: con l'Italia si è aperta “una ferita, ma sono convinta che i due Paesi devono lavorare insieme per superare questo momento”, ha detto commentando l'imminente partenza. Intanto, la Lega Nord, per bocca del senatore Roberto Castelli, attacca il governo: “Oggi D'Alema viola di nuovo la Costituzione insieme a tutto il governo Prodi riconoscendo, a Camere sciolte, e in tutta fretta, uno stato islamico nel bel mezzo dell'Unione europea”. L'attenzione è rivolta ora alla missione Eulex, che l'Unione europea si appresta a inviare in Kosovo e che vede coinvolta anche l'Italia. Si tratta della più grande missione nella storia dell'Ue, con duemila esperti internazionali, mille reclute locali e un mandato di almeno 28 mesi. Il maggiore Angelo Vesto, portavoce del contingente italiano impegnato in Kosovo nella missione Nato K-For rassicura sui possibili pericoli: “Il livello di sicurezza nostro è ottimo. Continuiamo a svolgere le nostre attività in tutta tranquillità”.

L'articolo è uscito su Lettera22 e sui quotidiani locali del Gruppo L'Espresso

22 febbraio 2008

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