Italia razzista: l’Europarlamento boccia il Governo


Liberazione


Sinistra, verdi, socialisti e liberali si prendono le impronte e bocciano quelle ai piccoli rom. «Inammissibile che si dica di proteggere i bambini mentre li si criminalizza con le loro famiglie». Italia razzista con i bimbi rom.


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Italia razzista: l'Europarlamento boccia il Governo

Un passaggio veloce del dito sul tampone umido. Un'ombra di inchiostro su un foglio, una per casella, e sei schedato, identificato per sempre da quell'impronta unica che è nata con le tue mani. Circa 120 parlamentari europei, su proposta della Sinistra europea, hanno accettato di mettersi al posto dei cittadini nomadi che, secondo il ministro dell'Interno Roberto Maroni, devono farsi schedare «a loro tutela e a tutela dei minori che vivono nei campi». Il ministro, per sostenere la propria iniziativa, gioca pesante: alla stampa racconta di voler aiutare, così, i «bambini ombra», ricordando che in Italia, secondo i dati del Viminale, «ci sono stati 890 minori scomparsi nel nulla, di cui 672 di nazionalità straniera». Omette, però, il ministro che la polizia, nel sito internet che dedica ai piccoli scomparsi, chiarisce che l'80% di loro si allontana volontariamente o con i genitori. Sui bambini nomadi la polizia precisa che la maggior parte di quelli che scompaiono lo fanno per scappare dagli istituti ai quali vengono affidati dagli inquirenti o dai servizi sociali «per tornare presso le famiglie di origine».
Ma i parlamentari europei, forse anche per la suggestione di essere stati "schedati per un giorno", a Maroni non hanno voluto credere. Con 226 voti a favore, 220 contrari e 77 astenuti hanno accolto la mozione presentata dal gruppo socialista, dalla sinistra europea del Gue e dai liberali dell'Alde in cui si chiede alle autorità italiane «di astenersi dal procedere alla raccolta delle impronte digitali dei rom, inclusi i minori e dall'utilizzare le impronte digitali già raccolte». La discriminazione fondata sulla razza, spiega infatti la risoluzione è «vietata dall'articolo 14 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo».
Il miglior modo per proteggere i diritti dei bambini rom, sostiene la mozione approvata dal Parlamento europeo, è «garantire loro parità di accesso a un'istruzione, ad alloggi e a un'assistenza sanitaria di qualità, nel quadro di politiche di inclusione e di integrazione per proteggerli dallo sfruttamento». Gli eurodeputati hanno giudicato «inammissibile» che con l'obiettivo di proteggere i bambini proprio questi «vedano i propri diritti fondamentali violati e siano criminalizzati». Un fatto pericoloso soprattutto quando, come in questo momento, l'etnia Rom, l'Assemblea di Strasburgo «è uno dei bersagli principali del razzismo e della discriminazione», come dimostrato «dai recenti casi di attacchi e aggressioni ai danni di rom in Italia e in Ungheria».
Soddisfazione in Rifondazione tra i parlamentari promotori dell'euro-schedatura: Roberto Musacchio ha chiesto al governo italiano di «congelare immediatamente la raccolta dati nei campi rom»; secondo Vittorio Agnoletto si tratta di «un ottimo risultato che difende i diritti umani e condanna una schedatura razzista», mentre Giusto Catania fa notare che al voto «hanno partecipato anche decine di parlamentari del Ppe, che con la loro astensione sul voto finale rendono ancor più isolato Berlusconi in Europa».
Il ministro degli Esteri Franco Frattini, però, sottolinea contrariato «che il governo italiano si aspettava di essere ascoltato dal Parlamento e dalla Commissione europea prima di un qualsiasi giudizio sulla raccolta delle impronte digitali». E sembra così cercare un assist dall'ex collega commissario alla Sicurezza Jacques Barrot che, aggiornando gli europarlamentari prima del voto, aveva convenuto che sulla questione dei rom «occorre una soluzione effettiva e adeguata, soprattutto per quanto riguarda i minori». Barrot ha assicurato, però, che la Commissione vuole trattare la questione «con trasparenza e rispetto dei diritti», visto che è la «custode» dei trattati comunitari e che quando avrà tutte le informazioni, comprese «la finalità, la base giuridica, come saranno conservati i dati e se saranno usati per altri scopi», vigilerà sul loro adempimento.
Nel frattempo l'Arci, che per prima ha avuto l'idea delle schedature di protesta, dà l'appuntamento al tradizionale Meeting antirazzista di Cecina che prevede, tra le tante iniziative, momenti di confronto con l'obiettivo di rafforzare una rete europea che vigili e si mobiliti contro ogni discriminazione. «Nessun dubbio» rispetto alla decisione che avrebbe preso l'Europa da parte del presidente nazionale di Opera Nomadi, Massimo Converso. Il Cnca, che coordina la gran parte delle comunità di accoglienza italiane, chiarisce che tutti i suoi operatori presso i campi nomadi «si rifiuteranno di dare qualsiasi collaborazione a provvedimenti di natura discriminatoria e razzista, come quello relativo alla raccolta delle impronte digitali». A Roma, presso la Città dell'Altra Economia, 22 associazioni di Rom e Sinti arrivate da tutta Italia per l'incontro della loro federazione, alla notizia della bocciatura dell'Italia hanno fatto festa insieme. «Formuleremo una richiesta scritta al ministro Maroni e ai tre commissari per l'emergenza nomadi per chiedere un incontro – annuncia il presidente Nazareno Guarnieri -. Se non avremo risposte, siamo pronti ad organizzare a settembre iniziative clamorose come lo sciopero della fame e incatenamenti davanti al Viminale». Sempre a Roma, alla Magliana, nelle stesse ore sgomberato l'ennesimo campo e schedati tutti. «Siamo stanchi dell'odio razziale diffuso – sbotta Davide Casadio, portavoce della comunità sinti – oggi l'Europa ci ha dato ragione. Speriamo che l'Italia le dia ascolto».

Fonte: Liberazione

11 luglio 2008

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