Italia-Birmania: come si deve tutelare il lavoro


FirstClass CISL


Attraverso il sindacato birmano, ancora oggi clandestino, la Leader birmana Aung San Suu Kyi invitava la CISL a discutere come affrontare le violazioni gravissime dei diritti del lavoro. Il racconto della recente missione in Birmania di Cecilia Brighi.


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Italia-Birmania: come si deve tutelare il lavoro

La lunga telefonata con la leader birmana Aung San Suu Kyi, che aveva avuto luogo la primavera scorsa, si era conclusa con un invito ad un incontro a Rangoon.

Finalmente questo impegno si è concretizzato nelle scorse settimane. Attraverso il sindacato birmano, ancora oggi clandestino, la Leader birmana Aung San Suu Kyi invitava la CISL a discutere come affrontare le violazioni gravissime dei diritti del lavoro: bambini soldato, lavoro forzato, lavoro minorile, e soprattutto le opportunità e i problemi posti dalla nuova legge sulle organizzazioni sindacali che dovrebbe servire a permettere la nascita del sindacato e a promuovere la contrattazione per eliminare le durissime condizioni di lavoro di milioni di lavoratori e lavoratrici birmane.

Un incontro condizionato all’ottenimento del visto, arrivato proprio in “zona Cesarini”. Una partenza da un lato preparata, ma “autorizzata” all’improvviso. Molte le cose in agenda. A partire dalla nuova legge sull’organizzazione sindacale, appena approvata, grazie alle pressioni sindacali internazionali. Legge piena di trabocchetti, ma che può rappresentare, comunque, un primo passo per la costruzione ed il radicamento sindacale in questo paese.

E Poi il ruolo potenziale del sindacato nella fase di definizione delle nuove politiche economiche e del lavoro, nella costruzione della democrazia e dello stato di diritto, nei rapporti con le istituzioni finanziarie internazionali e le banche di sviluppo.

Sebbene tutto fosse molto chiaro, l’ansia e le aspettative erano molte. La sede dell’NLD, il partito della leader birmana era pieno, come sempre di attivisti, di donne che vendevano gadget della leader, di riunioni improvvise intorno alle decine di precari tavoli, circondati da vecchie sedie di plastica tipo bar. Alle pareti decine di poster dei famosi disegnatori satirici birmani. Poi una scala stretta alla cui base vi è un attivista che funge da filtro per l’accesso al piano degli uffici riservati alla leader.

La stanza delle riunioni interne era grande, molto spartana e con un lungo tavolo dove gli anziani leader del partito mi aspettavano, tra i quali il tesoriere dell’NLD, padre di Maung Maung, Segretario Generale dell’FTUB. Finalmente arriva Aung San Suu Kyi, sorridente e leggera come un fuscello.
I capelli ornati da un mazzetto di fiori. Il saluto è stato molto cordiale e informale.

L’emozione era enorme. Finalmente potevo parlare direttamente con questa donna straordinaria e coraggiosa, una leader naturale del paese. Non un capo di Stato o di governo, ma forse di più, per la sua autorevolezza e coerenza. Le ho illustrato l’ impegno CISL nel corso di questi anni, le mille cose fatte, dalle migliaia di firme raccolte per la sua liberazione, alla petizioni approvata anche dal Senato Italiano, alle raccolte di fondi, al sostegno della formazione sindacale, al lavoro di anni all’ILO contro il lavoro forzato, fino all’ultima campagna CISL per l’ adozione di attivisti sindacali e di giuristi del lavoro.

Insomma il grande impegno CISL a sostegno dei diritti umani e del lavoro e del cambiamento democratico nel suo paese. Grande stupore ha riscosso tra i leader dell’NLD presenti al nostro incontro, il fatto che un sindacato possa avere oltre 4.5 milioni di iscritti. Cifre enormi per un paese dove non c’è ancora la libertà di associazione e di riunione e dove il sindacato non può esistere nella pratica. L’incontro è subito entrato nel vivo.

Infatti il giorno prima 13 dei 15 leader del neonato sindacato delle zone industriali erano stati interrogati dai servizi speciali dopo che avevano presentato la richiesta di registrazione del nuovo sindacato. Anzi uno di loro era sfuggito per puro caso all’arresto. Il problema più urgente era ed è quindi ottenere al più presto la approvazione delle norme che permetterebbero la registrazione dei nuovi sindacati a partire dall’ Unione dei Lavoratori delle Zone Industriali Birmane, la Federazione dei lavoratori agricoli e il sindacato dei tessili, abbigliamento, calzaturieri. Abbiamo parlato dei forti limiti  della nuova legge e del sospetto che in questo periodo di vuoto l’USDP (il partito di governo) possa tentare di costruire un sindacato giallo.

Aung San Suu ha sottolineato l’importanza strategica della creazione e rafforzamento del sindacato. Ha evidenziato che l’ NLD non ha alcuna intenzione di costituire sindacati, né di rendere il sindacato dipendente dal partito, ma che la cooperazione è importante così come il sostegno alla loro costituzione. Ha sottolineato ripetutamente la necessità di un sostegno alla formazione dei giovani dell’NLD e del sindacato sui diritti del lavoro, lo stato di diritto, la lotta al lavoro forzato e ai bambini soldato, la libertà di associazione a fianco dei principali punti politici, tra cui la liberazione dei prigionieri politici e il dialogo tripartito con le nazionalità etniche per la transizione democratica. ASSK ha sottolineato che la rimozione delle sanzioni non è all'ordine del giorno.

Tanto più che anche dagli Stati Uniti si oppongono fino a quando non ci saranno veri e propri cambiamenti nel concreto. Infatti ha convenuto che sul lavoro forzato la situazione continua ad essere negativa, che l’ NLD ha scarso accesso alle aree di conflitto e quindi non è in grado di monitorare la situazione, che il governo dovrebbe punire i colpevoli del lavoro forzato. Abbiamo discusso della urgenza di un dialogo con il governo perché riveda la struttura del bilancio nazionale, che dovrebbe prevedere forti tagli alla spesa per la difesa a favore di investimenti sulla sanità, l’istruzione, ed i lavori pubblici. Ciò permetterebbe alle autorità e all'esercito di pagare il lavoro invece di usare il lavoro forzato.

Abbiamo anche della definizione di una strategia di politica economica basata sullo sviluppo sostenibile, l’occupazione e la tutela ambientale. Temi sui quali ha chiesto un sostegno per la formazione dei loro rappresentanti e dei giovani dell’NLD. Il diritto del lavoro dovrebbe essere uno strumento importante per costruire il cambiamento sulla base del rispetto da parte del governo delle Convenzioni ILO. Parlando di politica economica, abbiamo discusso anche delle conclusioni del recente G20 che hanno indicato l’occupazione come priorità e la necessità di una sinergia tra ILO e istituzioni finanziarie: FMI, Banca Mondiale e ADB.

E poi sul terreno del sindacato, La Leader birmana ha sottolineato l’importanza di ottenere la cancellazione delle accuse di terrorismo emesse dalla giunta militare contro l’FTUB e il suo Segretario generale, consentendo un suo rientro nel paese.~ Ho consegnato una serie di doni alla leader birmana, tra cui la bandiera della CISL, molti documenti di approfondimento. Un incontro inaspettatamente lungo ed intenso che dovrebbe aprire nuove sinergie di lavoro tra le organizzazioni democratiche vicine alla leader birmana e il sindacato.
Il cauto ottimismo espresso dalla Lady nei confronti degli sviluppi politici dovrà essere suffragato dalle decisioni e azioni delle autorità, a partire dalla costruzione di un sistema giudiziario trasparente e indipendente, dalla possibilità che le organizzazioni sindacali e della società civile possano operare senza ricatti o costrizioni. Superando definitivamente quello che sta succedendo ora: interrogatori, minacce e ritorsioni verso coloro che vogliono organizzare il sindacato. Molto è ancora in forse, ma la determinazione della Leader naturale del paese, dei giovani che mai hanno vissuto neanche un giorno di democrazia, il coraggio dei rappresentanti sindacali che ho incontrato nel corso della missione è solido e non scalfito dalla paura e dalle intimidazioni.

In Birmania, nonostante gli articoli di molti quotidiani inneggianti al cambiamento politico e sociale, la vita reale è per molti versi ancora sottoposta alle mille piccole e grandi angherie retaggio della dittatura militare; i collegamenti internet sono altalenanti e controllati, i siti politici sono tutt’ora proibiti, la violazione dei diritti umani è pesante in molte zone del paese, come i controlli e gli interrogatori da parte dei servizi speciali. Per questo, per evitare possibili impatti negativi sui nostri contatti, si sono dovute rispettare costantemente alcune misure di riservatezza.

Sul piano degli sviluppi positivi, proprio agli inizi di dicembre la Lega Nazionale per la Democrazia è stata autorizzata ad operare come partito, grazie ad una modifica delle leggi elettorali, ottenuta dalla Leader Birmana. Tale modifica permetterà a lei e al suo partito di presentarsi alle elezioni suppletive, che dovrebbero tenersi entro marzo 2012. Il governo ha approvato la legge sulle organizzazioni sindacali, ma non l’ha resa operativa, bloccando la registrazione dei sindacati neonati, in programma ci sono inoltre molte altre revisioni legislative. Alcune piuttosto preoccupanti, come la legge sulla terra, che potrebbe creare i presupposti per garantire con poco la confisca delle terre a favore dei grandi costruttori e delle speculazioni edilizie e turistiche. O come la legge sui minori, la cui revisione, si teme possa introdurre il diritto dei minori a lavorare purché frequentino la scuola.

La Birmania è un paese in cui si lavora 10 ore al giorno per sette giorni la settimana, per 30 Euro al mese. Un paese in cui un sindacalista come migliaia di altri detenuti politici, Myo Aung Thant, insignito dalla CISL del Premio Pastore, ha trascorso 14,5 anni in cella di isolamento e ora dopo la sua liberazione, sconta sulla sua pelle, gli effetti di anni di isolamento e torture, con problemi psichici.

Insomma quello che sta avvenendo in Birmania è un inizio di cambiamento, frenato da un mix di istituzioni autoritarie e incapaci, dalla vecchia struttura legislativa e da soggetti al potere, soprattutto ai livelli locali, che si rifiutano di cedere il passo alla democrazia e alle sue regole. Tutto è ancora oggi difficile e soggetto a possibili ritorsioni. Ma proprio ora è il tempo di mantenere la chiarezza degli obiettivi. Il cambiamento può avvenire se non ci saranno concessioni gratuite, ma se i governi rispetteranno la scelta di legare le aperture politiche ed economiche alla realizzazione di veri passi in avanti concreti. Se si libereranno tutti i prigionieri politici, come sembra avverrà ai primi di gennaio, se si attuerà il cessate il fuoco globale e si rispetteranno i diritti umani, se si aprirà un vero tavolo negoziale con tutte le forze democratiche, compresi i rappresentanti delle nazionalità etniche.

Oggi forse ci sono i presupposti per la realizzazione di questi obiettivi. E si può anche registrare che grazie alla costante collaborazione con il sindacato birmano si è riusciti a realizzare, nonostante tutto una prima giovane rete sindacale diffusa, fatta di giovani lavoratrici e lavoratori entusiasti e coraggiosi.

Questa rete, insieme con quella degli attivisti per i diritti umani, grazie anche al rigore morale e all’intelligenza politica della leader Aung San Suu Kyi può contribuire a costruire nel concreto i soggetti che saranno il volano della democrazia in Birmania. Ancora di più oggi è il momento del sostegno politico e organizzativo, anche per evitare che le prossime elezioni suppletive siano ancora una volta truccate.

La vittoria dei candidati della Lega Nazionale per la Democrazia, tra cui Aung San Suu Kyi potrebbe contribuire a rendere il cambiamento ancora più vicino. Per questo le istituzioni internazionali, a partire dalla UE ed i governi, compreso quello italiano, dovrebbero impegnarsi a far si che gli attori principali del cambiamento nel paese, a partire dai lavoratori e dalle forze democratiche guidate dalla “Lady” possano crescere e rafforzarsi per guidare senza incertezze il paese verso la democrazia, lo stato di diritto e la giustizia sociale.

"Adottiamo un/una sindacalista birmana"
 E' la campagna promossa dalla CISL con l'ISCOS
per creare solidarietà e gemellaggio con l' FTUB,
la Federazione del sindacato birmano.

Per aderire, con un impegno mensile pari a € 100
utilizzare il c/c intestato a: ISCOS ADOTTA UN SINDACALISTA BIRMANO
(BANCA POPOLARE ETICA) IBAN: IT 46N 05018 03200 000000136597

Fonte: FirstClass CISL

dicembre 2011

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