Iraq, dalla guerra del Golfo all’occupazione dell’Isis


RaiNews


A giugno 2014, gli estremisti islamici dell’Isis hanno proclamato il califfato, obiettivo: istituire la sharia. Ma la crisi irachena affonda le sue radici negli anni novanta.


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isisiraq

 

Un califfato islamico, una legge strettamente ispirata alla sharia. Sono gli obiettivi dell’Isis, un’organizzazione estremista che occupa l’Iraq e parte della Siria da giugno 2014 e ha costretto migliaia di civili alla fuga.

Le guerre del Golfo
La tragedia del’Iraq dura da più di 25 anni anni. Dopo la prima guerra del golfo negli anni novanta, l’Iraq resta isolato fino al 2003, quando ha inizio la seconda guerra del golfo. In questi anni, il Paese ha fortissime limitazioni, tra cui una no-fly zone, l’imposizione di maggiore autonomia alle regioni curde e misure di disarmo. Si impone anche un embargo per la vendita del petrolio, per ripagare i danni al Kuwait. In quegli anni, è Saddam Hussein al potere: è lui che gli Stati Uniti accusano per il possesso di armi di distruzione di massa, accuse che poi si rivelarono infondate. L’iraq è invaso da una coalizione internazionale, Hussein viene ucciso e al suo posto è instaurato un “Consiglio interinale di governo”, con rappresentanti della comunità curda e sciita.

Lo scontro tra sciiti e sunniti
Il Paese rimane tuttavia fortemente destabilizzato. A scontrarsi, la comunità sciita, minoritaria nell’Islam ma maggioritaria in Iraq, dove storicamente è stata emarginata, e quella sunnita. Sono i sunniti a rafforzare la loro componente terroristica, diventando autori di attentati contro le nuove istituzioni irachene. Con le elezioni del 2005, dalle urne esce vincitrice l’alleanza unita irachena, sostenuta  dall’ayatollah Ali al-Sistani, principale forza degli sciiti. I curdi conquistano oltre un quarto dei voti. Il nuovo governo nasce sotto l’ombrello del premier sciita Nuri Kàmil al-Màliki. Ma le tensioni nel Paese non si placano.

Il Paese in mano ai terroristi
Dai primi mesi del 2006 si intensifica lo scontro tra sunniti e sciiti. Sono migliaia i morti civili negli attentati terroristici. Nonostante il governo tenti di coinvolgere le minoranze sunnite, molti estremisti si uniscono comunque a organizzazioni terroristiche: sono le milizie dell’Isis, gruppo estremista sunnita che opera anche in Siria e che ora controlla una grossa fetta del territorio iracheno. Oltre all’offensiva dell’Isis, c’è anche la reazione dei soldati curdi “Peshmerga”: rispondono al governo regionale del Kurdistan, che da anni vuole separarsi dal resto dell’Iraq.

 

Fonte:  www.rainews.it

3 agosto 2014

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