Il viaggio verso la legalità prosegue


Articolo 21


Per Capacchione, Amadore, Saviano, Diana chiediamo la scorta mediatica: "I media devono accendere i riflettori su di loro, rompere l’oscurità; a loro assegneremo il premio di qualità di Articolo 21"


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Il viaggio verso la legalità prosegue

Prosegue il viaggio per la legalità del portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti. Dopo la tappa in Sicilia del 19 marzo 2008, ieri presso la sede del Mattino a Caserta Giulietti ha incontrato la cronista di giudiziaria Rosaria Capacchione minacciata qualche giorno fa dal clan dei Casalesi. "Il questore ha comunicato questa mattina – afferma Giulietti – che alla giornalista sarà concessa la scorta a seguito delle minacce subite. Richiesta avanzata da Tania Passa in un appello sul sito di Articolo21 sottoscritto tra gli altri da Federico Orlando e Roberto Morrione. Ma la vera scorta – conclude Giulietti – che serve a lei, ad Amadore, Maniaci, Saviano, Diana… è una scorta mediatica.

I media devono accendere i riflettori su di loro, rompere l’oscurità; a loro assegneremo il premio di qualità di Articolo 21, a cronisti che non sono stati perseguitati per i loro scoop ma per il rigore, la professionalità senza clamore e l’onestà del lavoro quotidiano".

Fonte: Articolo21

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GIORNALISMO E MAFIA
Un nuovo avvertimento per Amadore?

di Bruna Iacopino, 19 marzo 2008

Risale a qualche giorno fa ma è stata resa nota solo oggi la notizia di un nuovo atto “intimidatorio” ai danni del giornalista siciliano del Sole24ore, Nino Amadore. Il giornalista però non si sbilancia, si limita a riferire i fatti, lasciando a chi di dovere il compito di giudicare. “ Sabato 8 marzo- riferisce Amadore- ero a moderare un convegno presso l’Istituto religioso Don Bosco di Palermo; ho parcheggiato l’auto dentro il parcheggio dell’istituto. Il convegno era promosso dal Centro Don Sturzo…

Si è parlato anche di legalità e politica, del rapporto inscindibile fra le due… Finito il tutto, all’uscita, mi accorgo che la mia auto era danneggiata sul cofano davanti e sulla fiancata destra.”

I fatti sono semplici, ma spiegano più di mille parole. Già in precedenza, ovvero a gennaio, si era verificato un altro episodio simile, a farne le spese sempre l’auto.
Il punto è che Nino Amadore ha una grande responsabilità, quella di fare onestamente il suo lavoro, ovvero di raccontare la sua terra, la Sicilia. Lo ha fatto non solo scrivendo dalle pagine dei giornali, ma anche attraverso un libro, La zona grigia- Professionisti a servizio della mafia, in cui racconta la latitanza di Bernardo Provenzano rivelando nomi di personaggi che lo hanno fiancheggiato in questa fase.
Coincidenza? Subito dopo la presentazione del libro, ad Agrigento, la sua macchina è stata danneggiata la prima volta.
In tutto questo tempo Amadore non ha ricevuto minacce di altro tipo, o avvertimenti di sorta. “Io posso anche pensare al gesto di un delinquente qualsiasi, ma si tratta di un segnale e come tale va letto.”
Come giornalista ha continuato a fare il suo lavoro, ha continuato, in questi mesi, a scrivere, a rilasciare interviste a tv e giornali, ha continuato a promuovere il suo libro e forse questo poco piace a chi vorrebbe invece, il silenzio.
“In Sicilia il silenzio è un segnale forte” dice ancora il giornalista.
Dunque nessuna minaccia diretta ma gesti, gesti che hanno delle conseguenze, in questo caso, come in altri (Saviano, Abbate, Capacchione… per citarne alcuni) la soggezione da parte dell’informazione: “ Il problema è di natura complessiva… di fronte a cose del genere molti altri sono portati a chiedersi semplicemente: ma chi me lo fa fare?”
Il mondo della politica, i colleghi, le associazioni di categoria hanno nuovamente espresso piena solidarietà ad Amadore, come già fatto in precedenza con le minacce rivolte dal clan dei Casalesi a Saviano e Capacchione.
Ma basta questo per evitare che quella zona grigia si estenda oltre misura? Probabilmente no, probabilmente un impegno molto più serio e più attento da parte del mondo dei media, potrebbe invece arrivare a contenere il fenomeno.
L’esempio del processo Campagna dovrebbe pur insegnare qualcosa…

Fonte: Articolo21

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