Il monito della Corte dei Conti “Corruzione persistente, serve onestà”


Il Sole 24 Ore


Corruzione, sprechi, dissipazione di risorse pubbliche vivono e lottano sempre insieme a noi e toccano «condotte individuali riprovevoli».


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Il monito della Corte dei Conti "Corruzione persistente, serve onestà"

Corruzione, sprechi, dissipazione di risorse pubbliche vivono e lottano sempre insieme a noi e toccano «condotte individuali riprovevoli». Mentre la crisi finanziaria ed economica è tutt'altro che finita, tanto da rendere impossibile qualsiasi speranza di ridurre la pressione fiscale. Il tempo delle cicale è tramontato da un pezzo, ammonisce il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino: più che mai oggi è il momento di «spendere bene» per sostenere la crescita e lo sviluppo. E soprattutto di rispondere a «istanze non comprimibili di sostegno dei redditi più bassi e di garanzia delle prestazioni essenziali alla collettività».
Alla presenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, del presidente della Camera, Gianfranco Fini, e di uno stuolo di ministri, Giampaolino s'è insediato ieri con una cerimonia ufficiale e solenne al vertice della magistratura contabile. Lo ha fatto toccando tutte le corde del difficile momento dell'economia e della finanza pubblica. Senza trascurare alcuni momenti di contrasto col governo, come le "ordinanze in deroga" dal controllo della Corte dei conti a cominciare dai "grandi eventi" che inopinatamente troppo spesso, e con deroghe eccessive e senza più filtri, sono sfuggiti alle maglie del «visto» contabile: l'ultimo "grande evento" della serie è l'Expo 2015, su cui Giampaolino ha promesso che la Corte dei conti eserciterà il suo ruolo laddove le deroghe siano esorbitanti rispetto a quanto stabilisce la legge, anche perché c'è il rischio che «possano improvvisarsi stravaganti professionisti». «Ben vengano i controlli della Corte dei conti», ha detto a distanza il sindaco di Milano, Letizia Moratti. Mentre nel suo intervento in sostituzione dell'assente premier, il sottosegretario Gianni Letta, senza mai accennare a casi concreti, ha promesso che il governo intende avvalersi «della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti».
Contro la corruzione e lo spreco di denaro pubblico la guardia va tenuta altissima. «Gli episodi di corruzione e dissipazione di risorse pubbliche, talvolta di provenienza comunitaria – ha detto Giampaolino – persistono e preoccupano i cittadini ma anche le istituzioni, il cui prestigio e affidabilità sono messi a dura prova da condotte individuali riprovevoli». Nomi, fatti, valore della corruzione non ne sono stati fatti. Alla domanda sulla connessione tra paradisi fiscali da monitorare nella lotta all'evasione e l'ipotetico uso di società off shore di uomini delle istituzioni, il presidente della Corte dei conti glissa: «Fuoriesce dalle nostre competenze». Competenze che però la Corte dei conti rivendica, tanto più ora col federalismo fiscale, sul controllo dei conti pubblici. Giampaolino ha snocciolato numeri da primato negativo: una perdita permanente di entrate per 70 miliardi e di 130 miliardi di prodotto per i contraccolpi della crisi. Una situazione che non permette di illudersi con tagli delle tasse, ma richiede la politica della sana gestione, del controllo e della riqualificazione della spesa pubblica. «Non per spendere poco o meno», ma per spendere «con oculatezza», ha detto. E con la massima attenzione per i redditi più bassi.

Fonte: www.ilsole24ore.com

20 ottobre 2010

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