Hillary Clinton a Tripoli: la missione continua


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Incontro con il Premier Jibril: “Vi aiuteremo fino a quando non prenderete Gheddafi”. Washington preoccupata dalle milizie ribelli: “Devono diventare un esercito unito”.


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Hillary Clinton a Tripoli: la missione continua

Hillary Clinton arriva a sorpresa a Tripoli e chiede al governo ad interim di accelerare l’unificazione delle milizie armate libiche. Sono i temi della sicurezza a dominare l’agenda della visita del Segretario di Stato, il più alto funzionario dell’amministrazione Obama ad arrivare il Libia dall’indomani della caduta del regime del colonnello Muammar Gheddafi. Dopo l’incontro con il premier Mahmoud Jibril, Hillary ha sottolineato la necessità che «il Consiglio di transizione nazionale adotti i passi necessari per unificazione la nazione, raggruppando le milizie in un singolo esercito e portando le nuove forze armate sotto un comando civile».

La richiesta di Hillary nasce da quanto sta avvenendo sul terreno: Muammar Gheddafi sembra imprendibile, a Sirte i suoi fedelissimi hanno lanciato nelle ultime 24 ore un violento contrattacco mettendo in seria difficoltà i ribelli e in molte zone del Paese sono le milizie più potenti e meglio armate a dominare il terreno. È uno scenario che fa temere a Washington un’instabilità prolungata con i conseguenti rischi di violenza endemica, a vantaggio della guerriglia gheddafiana. Da qui la necessità di «creare un esercito», come ha ripetuto Hillary Clinton promettendo al contempo di «continuare ad aiutare la Libia fino a quando Gheddafi non sarà catturato». Una frase tesa a smentire le indiscrezioni – trapelate anche dall’incontro di lunedì al Pentagono fra i ministri della Difesa Leon Panetta e Ignazio La Russa – su una volontà della Nato di interrompere le operazioni militari in Libia.

A conferma che è la sicurezza la maggiore preoccupazione di Washington, Hillary garantisce a Jibril l’imminente arrivo di «ulteriore personale» per affiancare i 14 esperti di armamenti americani già impegnati per rintracciare i 20 mila missili terra-aria dell’arsenale di Gheddafi scomparsi nel nulla. Sebbene molti di questi ordigni potrebbero essere stati distrutti nei raid della Nato, il fatto che si siano dissolti nel nulla fa temere all’intelligence americana che possano essere stati trafugati dalle forze di Gheddafi, o da altre milizie armate, con il conseguente rischio di poter essere adoperati in azioni terroristiche. Non a caso Panetta, da Washington, sottolinea il timore per «le attività dei terroristi di Al Qaeda in Africa» spiegando che è proprio questo uno dei motivi che ha spinto la Casa Bianca a inviare cento consiglieri militari in Uganda e Sudan del Sud. Hillary ha portato a Jibril anche un pacchetto di aiuti economici: 135 milioni di dollari in assistenza umanitaria ed equipaggiamento militare – ma non armi – oltre alla promessa di strutture ospedaliere avanzate, interventi per preservare le antichità di Cirene e borse di studio per i giovani libici affinché possano recarsi nelle università degli Stati Uniti. Si tratta tuttavia di una cifra nel complesso non ingente, a conferma delle attuali ristrettezze di bilancio del governo federale come anche del fatto che Tripoli può contare sui significativi proventi della propria industria energetica.

Dal corrispondente da New York

Fonte: www.lastampa.it

19 ottobre 2011

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