Ginevra: Tregua umanitaria per Homs, procede il negoziato


Misna


Donne e bambini potranno essere evacuati da Homs, sotto assedio da un anno e mezzo, ma, mentre a Montreux proseguono i colloqui, sul terreno non si fermano i combattimenti.


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Trasferimento di poteri e transizione politica: è questo il prossimo scoglio che le delegazioni del governo siriano e della ribellione al governo di Bashar al Assad dovranno affrontare dopo aver raggiunto, al termine di un lungo fine settimana di consultazioni, un primo flebile accordo sulla tregua umanitaria. In base all’intesa annunciata donne e bambini potranno essere evacuati da Homs, sotto assedio da un anno e mezzo, attraverso corridoi umanitari.

Il governo tuttavia – denunciato gli oppositori “continua a chiedere liste di nomi, una condizione impossibile da osservare perché temiamo possa nascondere la volontà di ritorsioni nei confronti di attivisti e ribelli” ha spiegato Obeida Nahas del Consiglio nazionale siriano.

Il mediatore di Onu e Lega Araba lakhdar Brahimi ha auspicato che un convoglio della Croce Rossa internazionale possa raggiungere Homs entro oggi.

Mentre a Montreux, vicino Ginevra, proseguono i colloqui, sul terreno non si fermano i combattimenti. Scontri si sono verificati ieri in alcuni quartieri periferici di Damasco e di Aleppo. Inoltre sette persone, secondo l’agenzia Sana, sono rimaste ferite da un colpo di mortaio lanciato dai ribelli abbattutosi sul quartiere cristiano di Bab Tuma, al centro della capitale. Ad Aleppo, secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, ong basata a Londra ma con una fitta rete di contatti nel paese, un ragazzo di 15 anni è rimasto ucciso da un cecchino dopo che ieri 13 persone, tra cui sei bambini, erano morte in un raid aereo governativo nel quartiere di Al Salhin.

Nel conflitto in corso in Siria da circa due anni e mezzo, secondo stime delle Nazioni Unite, sono morte più di 130.000 persone. Homs è stata una delle prime aree a essere travolte e i quartieri della città vecchia sono stati più volte bersaglio delle offensive dell’esercito. Prima della guerra in città vivevano un milione di persone. Secondo gli attivisti, circa 800 famiglie sono intrappolate senza accesso a cibo, medicinali e beni di prima necessità.

Fonte: www.misna.it
27 gennaio 2014

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