G8 ambiente: meccanismo mondiale, la chiave è la sostenibilità


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Il punto di vista di Christian Mersmann, direttore generale del Meccanismo Mondiale, un’organizzazione sussidiaria della Convenzione Onu per la Lotta alla Desertificazione (UNCCD).


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G8 ambiente: meccanismo mondiale, la chiave è la sostenibilità

Mentre i ministri dell'Ambiente del G8 discutono a Siracusa di cambiamenti climatico e della protezione della biodiversita', le prime pagine dei giornali riportano le notizie degli attacchi dei pirati somali nel Golfo di Aden. Il conflitto in Somalia, che dura da 17 anni senza prospettive imminenti di una tregua, invece sembra essere stato dimenticato. Questi eventi non sono scollegati l'uno dall'altro. A parlare e' Christian Mersmann, direttore generale del Meccanismo Mondiale, un'organizzazione sussidiaria della Convenzione Onu per la Lotta alla Desertificazione (UNCCD), il cui mandato e' la mobilitazione di risorse finanziare per la lotta al degrado della terra e per la promozione di una gestione sostenibile del territorio.
  "Le origini del disastro somalo sono molteplici e complesse, ma una delle cause scatenanti e' la pressione esercitata sul territorio, sull'acqua e sull'ambiente", spiega Mersmann, "La Somalia costituisce un chiaro esempio di come sia necessario gestire in modo sostenibile le risorse naturali di un Paese, per garantirne lo sviluppo e la prosperita'. Fin dagli anni Sessanta, i governi somali hanno promosso lo sviluppo di tecniche agricole meccanizzate su larga scala, riducendo la disponibilita' di terreni piu' fertili tradizionalmente sfruttati dai contadini piu' poveri e dai pastori nomadi. I pastori sono entrati in competizione con i contadini per l'accesso alle riserve d'acqua e alle terre che, ovviamente, diventavano sempre meno fertili con l'intensificazione del loro sfruttamento". E ancora: "Oltre 15 anni di costante espansione demografica hanno ulteriormente danneggiato la terra somala e reso il Paese sempre piu' vulnerabile ai disastri naturali. Ma la Somalia non e' certamente l'unico esempio di conflitto ambientale e migrazione forzata. Negli ultimi anni, attraverso tutto il continente africano, il degrado della terra ha spinto milioni di persone a migrare. Questi movimenti di popolazione hanno gia' distrutto alcuni degli ecosistemi piu' fragili nelle varie regioni del continente. Migranti nullatenenti si spostano di continuo in regioni e Paesi gia' molto poveri, producendo, in alcuni casi, reazioni sociali esplosive. L'esaurimento del capitale-terra puo' fare la differenza tra guerra e pace. Nonostante tali problemi siano particolarmente acuti in Africa, i conflitti per la terra o l'acqua sono un fenomeno globale, che accadono anche in Messico o nelle Filippine".
  E' per questo motivo che i leader dei Paesi in via di sviluppo "devono fare della sostenibilita' una priorita' essenziale dei progetti di legge e della spesa pubblica. Sono i singoli paesi che devono guidare questi processi, secondo gli approcci piu' adatti alla loro situazione locale".

Fonte: OngAgiMondo

22 aprile 2009

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