Finmeccanica, si cerca tangente da 10 milioni pagata alla Lega


Claudia Fusani - unita.it


Conducono in Svizzera le tracce di presunte tangenti versate da Finmeccanica al Carroccio su un affare di elicotteri venduti all’India.


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Finmeccanica, si cerca tangente da 10 milioni pagata alla Lega

L’ex tesoriere che chiama in causa tutto il partito, «ho sempre agito in nome e per conto di tutti i vertici di via Bellerio», da Bossi in giù. E consegna documentazione definita «importante» ai pm di Milano.

La Procura di Napoli che fa un nuovo passo in avanti nell’inchiesta sulle tangenti Finmeccanica, arriva in Svizzera e segue la pista di una tangente da 10 milioni circa versata alla Lega.

Via Bellerio, infine, che per tutta risposta alla volontà di collaborare da parte di Belsito, chiama la Procura e dice: «Vi consegniamo i diamanti che ci ha restituito Belsito, non è roba acquistata con i soldi della Lega». Tutti contro tutti. E anche le procure non stanno a guardare. Corrono nuvoloni sulla testa del Carroccio e non sembrano portare una pioggia purificatrice.

Nonostante gli sforzi di guardare avanti, indire il “Bossi day” e concentrare le energie per salvaguardare i 408 Comuni della vecchia maggioranza Pdl-Lega che il 6 e il 7 maggio andranno al voto con il Carroccio che corre da solo. L’interrogatorio di Belsito Sono state soprattutto spontanee dichiarazioni. L’ex tesoriere è entrato intorno alle dieci di ieri mattina nella caserma della Guardia di Finanza in via Fabio Filzi accompagnato dai suoi avvocati Paolo Scorazzi e Alessandro Vaccaro. All’aggiunto Alfredo Robledo e ai pm Filippini e Pellicano, sono state consegnate alcune cartelline, fascicoli e documenti per dimostrare come «in questi anni ho goduto della massima fiducia ma ho sempre fatto e condiviso tutto con i vertici del partito e nell’interesse del partito».

Non è stata la Procura a cercare il faccia a faccia («prima vogliamo avere chiaro il quadro contabile poi procediamo con gli interrogatori” ) ma neppure l’ha potuto rifiutare avendolo Belsito richiesto ed essendo lui indagato. I magistrati, che pure sono entrati in caserma con i faldoni delle intercettazioni, non hanno in pratica fatto domande. Né scoperto carte segrete. Il verbale, due pagine e mezzo per poco più di tre ore, è stato secretato su richiesta dei legali. Procedura curiosa che presuppone rivelazioni di un certo peso e quindi anche messaggi a chi deve intendere, della serie: occhio che Belsito parla e vuota il sacco. Sempre che abbia un sacco da vuotare.

«Ho sempre attaccato l’asino dove voleva il padrone» si sfogava nelle telefonate con la segretaria Nadia Dagrada. «Sono stato un buon amministratore, se ho sbagliato pagherò ma ho sempre agito nell’interesse del partito e su mandato dei vertici» ha detto Belsito ai magistrati. Anzi, ha ricordato e rivendicato la lezione del suo maestro, l’ex tesoriere Balocchi di cui faceva l’autista e il tutto fare, su cui ha inserito «spunti di finanza creativa dettati dai tempi e dai nuovi strumenti finanziari». Gli avvocati negano che Belsito abbia pronunciato il nome di Bossi. Il Senatur invece ricorrerebbe spesso nelle spontanee dichiarazioni. I pm cercano di avere una visione d’insieme su quanto sta accadendo.

«Certo – si fa notare in Procura – la guerra interna alla Lega, lo scontro tra maroniani e bossiani, contiene un rischio di inquinamento sulle indagini». Ne sono consapevoli. E quindi molto attenti. I dossier su Maroni e altri deputati a lui vicini: ne ha parlato l’ex ministro dell’Interno ma nessuno li ha visti. Certamente non la Procura nelle sue numerose perquisizioni.

FINMECCANICA E LAVITOLA
Lo sviluppo è figlio dell’indagine sulla corruzione internazionale che coinvolge Finmeccanica, la Repubblica di Panama e l’immancabile Valter Lavitola. A Lugano i pm napoletani sono andati ieri mattina a cercare conferma di un verbale reso da Lorenzo Borgogni, ex numero 2 di Finmeccanica costretto alle dimissioni perché travolto dalle inchieste, in cui ha raccontato che Finmeccanica nel 2010 ha perfezionato la vendita alla polizia di New Delhi di 12 elicotteri Augusta Westland 101 modello Vip. A capo di Agusta Westland c’era Giuseppe Orsi, da dicembre numero uno di Finmeccanica.

Mediatore dell’affare del valore di 41 milioni di euro, sarebbe stato tale Guido Ralph Haschke, residente a Lugano. Ieri i carabinieri del Noe, i pm Curcio e Piscitelli, erano a Lugano a sequestrare materiale utile per l’indagine. Perché, secondo Borgogni, quella commissione sarebbe lievitata da 41 a 51 milioni su richiesta dei vertici Westland e proprio per favorire il Carroccio. Finmeccanica smentisce ogni coinvolgimento. Il punto è che Orsi viene da sempre considerato uomo in quota Lega. E molto vicino a Maroni. Le indagini coinvolgerebbero anche l’affitto di alcuni capannoni in provincia di Varese e di proprietà di un altro dirigente del Carroccio. A Milano si riflette sul fatto di aver appreso dalle agenzie di stampa la notizia di un nuovo sviluppo d’indagine napoletano che potrebbe intrecciarsi con l’indagine sui rimborsi elettorali del Carroccio.

LA LEGA RIFIUTA I DIAMANTI
Una giornata dai mille colpi di scena. A fine mattinata infatti arriva in Procura un foglio di poche righe in cui la dirigenza di via Bellerio spiega di consegnare i diamanti restituiti da Belsito perché «non sono stati acquistati per conto della Lega». La Guardia di Finanza li ha sequestrati ieri sera. Sono 11 anziché 12, ne manca uno all’appello, valore circa 8mila euro. Il messaggio di via Bellerio è chiaro: non è vero che Belsito ha agito per conto del partito.

 

Fonte: www.unita.it
24 Aprile 2012

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