I figli di un dio minore di Terranova Passerini


Andrea Ferrari - Famiglia Cristiana


Il piccolo comune del lodigiano ha deciso di sostenere le famiglie dando un contributo a ogni nuovo nato. Ma solo ai cittadini italiani. La discriminazione della razza non risparmia nemmeno i neonati.


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terranovapasserini

Un bambino italiano che nasce a Terranova Passerini, comune in piena Pianura Padana, ha più diritto di un bambino straniero. La scure della discriminazione di razza colpisce anche i più piccoli. E questa volta vale 200 euro.

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Così recita l’art. 3 della nostra carta costituzionale. Eppure sembra che a Terranova dei Passerini, paesino di 897 abitanti nella provincia di Lodi, Sindaco e Giunta Comunale abbiano deciso che ci sono dei bambini che hanno più diritti degli altri.

Vengono assegnati con una delibera comunale (la n. 6 del 27 gennaio2017), 200 euro per ogni bambino che nasce in Paese purché “la madre e il nascituro siano residenti a Terranova al momento della nascita e per i successivi sei mesi”. Fin qui sembrerebbe un gesto concreto di supporto alle famiglie messo in campo da un comune sensibile al tema. Eppure a Terranova per il sindaco di centro-destra Roberto De Poli, il suo vice Matteo Belloni e l’assessore Giovanni Bruschi, occorreva distinguere che i bambini fossero solo italiani e non stranieri. Così nella delibera è stato aggiunta la precisazione che per accedere al sostegno economico “il bambino deve essere cittadino italiano”.

L’Amministrazione comunale “esprime il proprio augurio ai nascituri ed ai loro genitori riconoscendo che proprio la nascita di un figlio è il momento più importante per la vita di una coppia”. E così se la coppia è costituita da stranieri il bambino non ha diritto ai 200 euro ma specialmente agli auguri che vengono fatti a una famiglia italiana.
La delibera del Comune

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Abbiamo raggiunto il Sindaco telefonicamente, che ha detto: «È una delibera che facciamo da dieci anni». Curiosamente, poi, il sindaco ha chiesto a noi se davvero ci fosse scritto nella delibera che i bambini stranieri erano esclusi. Dopo di che ha interrotto la chiamata e non ha più risposto al telefono per tutta la giornata.

“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Così recita il secondo capoverso della nostra Costituzione che viene studiata in tutte le classi composte da bambini italiani e stranieri. E chissà cosa diranno un giorno Hassan e Federico, entrambi residenti a Terranova, quando, da grandi, capiranno che uno ha avuto “più diritti” dell’altro. Solo perché, uno era cittadino italiano e l’altro no.

Fonte: www.famigliacristiana.it

17 febbraio 2017

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