Fiducia sulla sicurezza, schiaffo al Parlamento


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Voto di fiducia per la legge sulla sicurezza, voto di fiducia per la legge sulle intercettazioni. E’ un baratto in piena regola tra Berlusconi e la Lega, ancora una volta sulle spalle del Parlamento.


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Fiducia sulla sicurezza, schiaffo al Parlamento

Voto di fiducia per la legge sulla sicurezza, voto di fiducia per la legge sulle intercettazioni. E' un baratto in piena regola tra Berlusconi e la Lega, ancora una volta sulle spalle del Parlamento. Il Consiglio dei ministri dà il via libera con uno stringato comunicato. Poi il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, annuncia soddisfatto che "è finita una telenovela". La Lega può tirare un sospiro di sollievo: con tutti i dissensi e le contrarietà anche nella maggioranza sui temi più caldi del provvedimento – dalle ronde alla detenzione di sei mesi dei clandestini nei Cie – un voto libero del Parlamento rischiava di riservare amare sorprese per il provvedimento tanto inseguito dal partito di Bossi. Il voto di fiducia azzera i pericoli: e poco importa se il Parlamento riceverà l'ennesimo schiaffo e se gli appelli del presidente Napolitano cadranno nel vuoto. Del resto è lo stesso ministro Maroni ad ammettere, in serata, le ragioni della scelta del governo: "il voto segreto prescinde dal merito del provvedimento. i malumori che ci sono in una parte della maggioranza, ed escludo che questa parte sia la lega, si rendono evidenti con il voto segreto".

Un fatto normale lo definisce Umberto Bossi nell'annunciare che la fiducia sarà posta oggi alla Camera e che sarà votata domani. Ancora più esplicito Maroni: "Bisogna votare domani altrimenti 250 immigrati irregolari potranno uscire dai Cie"

Il ricorso alla fiducia avviene "per imbrigliare una maggioranza che ogni volta che può esprimersi con voto segreto contraddice le scelte del governo". E' il commento di Massimo D'Alema commentando a Montecitorio la decisione del governo di porre la
fiducia sul ddl sulla sicurezza.  Secondo D'Alema, "tra decreti e fiducia il Parlamento non è messo nelle condizioni di svolgere il suo ruolo. È  grave – conclude – il ricorso al voto di fiducia su un provvedimento di questo tipo".

Dello stesso tenore  tutte le reazioni dell'opposizione.  "Appena c'è un voto segreto vanno sotto. La maggioranza va sotto e usano la fiducia per tenerla unita con la forza», afferma il segretario del Pd, Dario Franceschini. E Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd: "La decisione di porre l'ennesima fiducia, tra l'altro su un provvedimento che riguarda la sicurezza dei cittadini, dimostra la fragilità di questa maggioranza e conferma che il Parlamento non può svolgere la sua funzione". Lo afferma Anna
Finocchiaro, presidente del gruppo Pd a palazzo Madama. "Purtroppo assistiamo impotenti a questo ulteriore colpo di mano. Noi continuiamo a denunciarlo ma sarebbe ora che lo facessero anche i tanti osservatori e commentatori che lodano quotidianamente il comportamento, la compattezza e la forza di questa maggioranza. La verità -conclude la Finocchiaro- è che
senza fiducia non stanno in piedi, altro che coerenza con le priorità dell' azione di governo!".
  Commenta il leader Idv Antonio Di Pietro:"Il piano sulla sicurezza è un piano repressivo, che non prevede un euro in più per la sicurezza. I poliziotti rincorrono delinquenti mettendo di tasca propria la benzina alle auto e mio figlio che fa il poliziotto ed è aumentato di cinque chili non ha nemmeno i pantaloni da mettere. Altro che legge sulla  sicurezza".

Intanto una nuova polemica scoppia sulle ronde. L'Associazione nazionale funzionari di polizia ha scritto al sottosegretario Mantovano invitandolo a "usare il righello e la penna rossa come abbiamo fatto noi, così si accorgerà che i nostri conti sono giusti, come le nostre critiche sono precise e fondate". Afferma infatti il segretario dell'Anfp Enzo Marco Letizia: "È vero che le ronde non prenderanno soldi dallo Stato ma dai comuni finanziati dal Governo sì. Tra l'altro Verona e Milano hanno già annunciato d'aver stanziato per le ronde rispettivamente 100mila e 300mila euro". Il governo Prodi, sottolinea ancora l'Anfp, "andava da comuni, regioni e province ottenendo fondi (vedi i Patti per la sicurezza a Torino, Reggio Calabria e Milano) per soddisfare le
esigenze di funzionamento della polizia, oggi, invece, si prendono i soldi della polizia per darli ai comuni per far controllare il territorio a dei comuni cittadini". Secondo il sindacato, inoltre, "è vero che sono stati stanziati 100 milioni per l'assunzione di circa 2 mila uomini per le forze dell'ordine, ma il sottosegretario omette di dire che il precedente Governo, nella finanziaria 2008, stanziò 200 milioni per assumere 4 mila agenti". Così come "è vero che ci sono altri 100 milioni per la spesa corrente, ma provengono dai sequestri alle organizzazioni mafiose: nella relazione al Parlamento sui beni sequestrati o confiscati è chiaramente scritto che viene definitivamente acquisito allo Stato solo 11% di quanto si sequestra alle mafie". "La polemica – conclude Letizia – potrebbe continuare all'infinito ma è tempo di costruire un valido sistema di sicurezza e perciò chiediamo a
Maroni ed al Governo di stralciale la norma sulle ronde".

Fonte: www.unita.it
6 Maggio 2009

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