Elezioni Europee: é il momento di ripartire!


Valentino Parlato


E’ il tempo di riflettere insieme. Dopo le elezioni europee chi vuole la pace deve cominciare a riflettere sulla politica e sulle sue responsabilità. Riflettiamo ascoltando tutte le voci.


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Elezioni Europee: é il momento di ripartire!

Non disponiamo ancora dei dati definitivi, tuttavia i nostri orari ci impongono di scrivere, e il primo giudizio è nettamente negativo. Berlusconi ha subito una botta, non è riuscito a superare quel 40%, che aveva annunciato, ma nonostante il discredito del quale si è ricoperto in patria e all’estero è riuscito a conservare la maggioranza. Altro dato negativo è la crescita dell’astensione, nella quale questa volta converge la rabbia di tanti elettori di sinistra.
Berlusconi non ha stravinto, ma non ha affatto perso e, con gli accresciuti voti della Lega, può affermare di toccare il 50% dei consenti, anche se la Lega (ricordiamo il passato) non è un suddito fedele. Però ci sono avvisaglie di un logorio del cavaliere con i suoi insuccessi di fronte alla crisi e anche al terremoto dell’Aquila. Di Pietro con la sua demagogia e l’aiuto (immeritato) di alcuni candidati eccellenti, registra una buona affermazione: l’8%, che potrà avere un peso contro, ma difficilmente a favore di qualcosa di buono. Il problema grave e difficile è quello della sinistra italiana. I dati ci dicono che il Pd ha perduto voti, ma ha evitato il tracollo, e che Rifondazione e Sinistra e Libertà non sono riusciti a superare il quorum del 4%. Queste europee hanno confermato e aggravato il nefasto insuccesso dell’Arcobaleno nelle passate politiche. Non dimentichiamo che la sinistra non è andata bene neppure in Europa, e che nella situazione data e con la crisi che continuerà ancora a pesare sulla vita dei ceti più deboli, la tendenza sarà al peggio. Siccome non sono tempi di rivoluzione la crisi (anche con gli interventi keynesiani dello stato, li fece anche Mussolini) rafforzerà le spinte di destra.
Di fronte a questo stato di cose (e delle persone) per noi e per tutti i democratici, viene in primo piano e piuttosto drammaticamente il che fare con tutto quel che resta della sinistra e delle sinistre ancora acidamente polemiche tra loro. Il problema – credo io – sia anche per (e con) il Pd, che non può consolarsi con il recupero elettorale, di fronte a una forza crescente della destra. Dentro il Pd ci sono anche (e credo in maggioranza) donne e uomini di sinistra.
All’inizio di questa infausta campagna elettorale il manifesto aveva proposto a Rifondazione e Sinistra e Libertà di candidare unitariamente una rosa di personalità di sinistra al di fuori delle liti interpartitiche. Oggi queste due forze di sinistra sconfitte (salvo un miracolo dell’ultimora), ma non arrese (di questo siamo ben convinti) dovrebbero avviare una serie di incontri, al centro e in tutti i luoghi di forte presenza (questa presenza c’è) per avviare e definire insieme un percorso, non solo politico ma anche culturale, per battere la minaccia del berlusconismo (non si tratta solo di Berlusconi, ma di una subcultura diffusa) alla democrazia italiana. Oggi questo che fare è possibile. Noi del manifesto, nella modestia della nostra forza e delle nostre capacità, siamo in edicola (è il nostro campo) per questo. Compito arduo, ma necessario, indilazionabile.

Editoriale de "il Manifesto"

8 giugno 2009

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