Devono sbarcare tutti così?


Avvenire


Domenica sono state evacuate tre delle persone soccorse lo scorso 28 agosto. Trasbordo consentito solo ai malati gravi. Una donna è stata caricata in barella. #fateliscendere


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Le avvisaglie di quello che potrà accadere si sono avute la scorsa notte, quando il mare di colpo si è ingrossato, mentre severe raffiche di vento hanno fatto rintanare i migranti dentro al grande container trasformato in dormitorio.

La vista di lampi e fulmini non ha fatto che peggiorare la situazione a bordo della nave di Mediterranea Saving Humans. Gran parte delle persone soccorse lo scorso 28 agosto conosce il mare da meno di una settimana, e lo scenario da tempesta in mezzo al nulla, seppure a 13 miglia dalla quella terra ferma che dalla nave non si vede ancora, ha sprigionato paure solo per qualche giorno sopite.

Nessuno ha chiuso occhio, fino a quando non è arrivata l’alba che annuncia una giornata difficile ma almeno sotto la luce del sole mattutino.

Dalla nave Mare Jonio si scende solo in barella. È successo domenica, quando una donna è stata portata via dalla Guardia Costiera che ha dovuto compiere una complicata operazione di trasbordo, ultimata con la consueta professionalità. (come dimostra il video di Avvenire)

Davanti al bollettino medico le autorità non se la sono sentita di correre il rischio di mettere ancora più in pericolo la vita di tre naufraghi: due uomini con gravi patologie cliniche, in grado appena di poter camminare ma solo se sorretti, e una donna apparsa fin dal momento dl salvataggio in condizioni psicofisiche che solo un ricovero in ospedale può tentare di alleviare.

Ancora una volta una scena indegna di un Paese come il nostro. Ma il messaggio che arriva dalla politica è chiaro: dopo giorni in mare, dalla Mare Jonio si sbarca solo se in fin di vita. «Forse – commenta un volontario di Mediterranea – vogliono che i prossimi vengano evacuati con le bare?».

Nello Scavo, inviato a bordo della nave Mare Jonio (Mediterranea) lunedì 2 settembre 2019

 

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