Darfur, ostaggi finalmente liberi


La redazione


I quattro volontari di Medici senza frontiere rapiti mercoledì notte in Darfur, tra i quali l’italiano Mauro D’Ascanio, sono stati liberati ieri in un’area remota della regione sudanese a circa 300 chilometri da El Fasher. Il direttore di Msf Italia: «Grave violazione del diritto internazionale.


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Darfur, ostaggi finalmente liberi

Restano ammpi margini di incertezza sulla dinamica del sequestro e sulla gestione dello stesso: la lieta novella è stata comunicata da fonti del governo sudanese ma, solo dopo lunga e cauta attesa, anche dalla Farnesina, che ha confermato: nessun riscatto è stato pagato. Di sicuro, resta il dubbio: quello dei motivi del sequestro. Per il governatore del Darfus, Orma Kebir, il rapimento del medico italiano Mauro D'Ascanio, del francese Raphael Meonier, della canadese Laura Archer e del loro collega sudanese Sharif Mohamadin sarebbe stato la ritorsione di un gruppetto al mandato di cattura spiccato dal tribunale penale internazionale dell'Aia contro il presidente sudanese, Omar al Bashir: «I sequestratori – ha detto – credevano di agire per il bene del Paese ma hanno fatto più male che bene». La Farnesina non ha voluto commentare l'interpretazione fornita da Osman Kebir che, peraltro, a mezza bocca ha fatto intendere che nessun riscatto sarebbe stato pagato. C'è da dire che l'altroieri sera si era già diffusa la notizia della liberazione dei quattro ostaggi, in un primo momento confermata e poi smentita da Msf e dalle autorità italiane. Il rilascio, in realtà, è avvenuto quasi 24 ore dopo, ma Medici senza Frontiere e Farnesina ieri hanno atteso di stabilire un contatto diretto con gli ex ostaggi per annunciare l'effettiva conclusione del sequestro. Appena scesi dall'aereo nell'aeroporto di Khartoum gli ex ostaggi sono stati presi a bordo di un'auto dai responsabili di Msf. Il primo a parlare è stato il francese Raphael Meunier: «Voglio dire a tutti che stiamo bene, siamo tornati e siamo in buona salute. «Grazie a tutti quelli che si sono adoperati per il nostro rilascio», è stata invece la prima dichiarazione al televisione sudanese del medico italiano Mauro D'Ascanio apparso, al pari dei tre compagni di disavventura, in buone condizioni fisiche. Resta ora aperta la questione del coinvolgimento di Medici senza Frontiere e di altre organizzazioni in Darfur, dove centinaia di migliaia di profughi vivono grazie all'assistenza umanitaria. «Siamo indignati per i nostri quattro operatori che sono stati sequestrati: questa è una grave violazione del diritto umanitario internazionale». Lo ha detto il direttore generale di Medici senza frontiere Italia, Kostas Moschochoritis. Dal canto suo il ministro degli Esteri, Frattini, ha dichiarato: «Credo che le Ong debbano continuare a svolgere il loro lavoro, ovviamente protette in una cornice di sicurezza. Questo non vale solo per il Darfur ma per tutte le regioni del mondo dove ci sono situazioni di crisi».

Fonte: Il Tempo

15 marzo 2009

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