Darfur, rapito un medico italiano


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Cinque volontari di Medici senza frontiere sono stati sequestrati nel nord del Sudan. La Farnesina: "Stanno bene, negoziati in atto". Khartoum: "Ritorsione per la condanna a al-Bashir". Segue il comunicato di MSF.


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Darfur, rapito un medico italiano

Cinque volontari di Medici senza frontiere (Msf), tra cui anche l'italiano Mauro D'Ascanio, sono stati rapiti in Darfur. È stata proprio la stessa organizzazione a dare la notizia annunciando, anche che ha deciso di ritirare quasi tutto il suo personale dal Darfur. Il gruppo, di cui fanno parte altri due volontari internazionali (Laura Archer, infermiera canadese, e il coordinatore di progetto Raphael Meonier, francese) e due locali (liberati dopo poco), è stato rapito da otto uomini armati dopo un inseguimento nel nord del Darfur alle 20 circa di mercoledì sera (ora locale) nella sede della sezione belga di Mdf a Saraf el Umra, a ovest di El Fasher.

I sequestratori hanno chiesto un riscatto per il rilascio degli ostaggi internazionali e poco dopo hanno liberato i due operatori locali. La Farnesina ha anche confermato la presenza del cittadino italiano tra i rapiti, il medico vicentino D'Ascanio. Il sequestrato ha 34 anni ed è specializzato in medicina d'urgenza e medicina tropicale. D'Ascanio è alla sua prima missione ma aveva già avuto esperienze all'estero in missioni umanitarie in Guinea Bissau, Messico, Brasile e Guatemala. Si trovava in Darfur dal settembre 2008 come responsabile medico dell'ospedale Serif Umra. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, in stretto contatto con i familiari del rapito, ha avviato «tutte le necessarie azioni per promuovere la positiva soluzione del caso, e ha richiesto anche la collaborazione delle autorità sudanesi, alle quali è stato sottolineato che obiettivo assolutamente prioritario deve essere la piena salvaguardia dell'incolumità del connazionale e che pertanto non devono essere intraprese azioni che possano comprometterla».

Per questo ha anche precisato che «non verranno rilasciate dichiarazioni nè date informazioni ai mezzi di comunicazione sull'evoluzione della vicenda». I rapiti si troverebbero in buone condizioni. «Stanno bene e non hanno subito alcun maltrattamento» ha comunicato il ministero degli Esteri di Khartoum. Secondo il governatore del Nord Darfour Osman Kebir «i negoziati con i sequestratori stanno andando avanti bene e potrebbero portare presto al rilascio degli ostaggi». Le autorità sudanesi hanno avvisato pure che il sequestro potrebbe essere collegato al mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei confronti del presidente sudanese, Omar al-Bashir, accusato di genocidio in Darfur. Il rapimento dei volontari è un nuovo colpo che Medici Senza Frontiere subisce in poco tempo in Sudan.

Il primo era avvenuto la settimana scorsa, dopo il pronunciamento della Corte penale internazionale contro al Bashir. L'Organizzazione non governativa (Ong) lavora nel paese africano dal 1979 e nel Darfur dal 2003. Dopo l'incriminazione del presidente sudanese, Omar El Bashir e l'espulsione dal Sudan di 13 organizzazioni non governative accusate di aver fornito alla Corte penale internazionale (Cpi) elementi a sostegno dell'incriminazione, sono circa 180 gli operatori umanitari stranieri che hanno lasciato il paese.

di Natalia Poggi

Fonte: http://iltempo.ilsole24ore.com

13 marzo 2009

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Medici Senza Frontiere sospende tutte le attività mediche in Darfur
In seguito al rapimento dei suoi operatori, fra cui un italiano, MSF ritira tutto lo staff internazionale dai progetti in Darfur

12/03/2009

Roma – Medici Senza Frontiere, in seguito al rapimento dei suoi operatori, fra cui un italiano, ritira tutto lo staff internazionale dai progetti in Darfur. Solo alcuni operatori strettamente necessari resteranno per seguire la vicenda dei colleghi rapiti.
Il ritiro dal Darfur si traduce nell’interruzione di tutti i servizi di assistenza medica nella regione. MSF è estremamente preoccupata per la sorte dei colleghi rapiti e per la popolazione del Darfur che ha assistito finora.
MSF, in Darfur dal 2003, garantiva assistenza a 500mila persone grazie a oltre cento operatori umanitari internazionali e con 1625 operatori locali.
Il rapimento dei nostri colleghi
Il rapimento è avvenuto ieri sera nella zona di Serif Umra (mappa), provincia sudanese del Darfur settentrionale. Anche due componenti dello staff sudanese di MSF sono stati rapiti, ma già rilasciati.
Le tre persone ancora in mano ai rapitori sono un infermiere canadese, un medico italiano e un coordinatore medico francese, che lavorano per la sezione belga di MSF.
I loro parenti sono stati informati.
MSF sta lavorando per avere ulteriori informazioni sulle circostanze e le motivazioni di questo sequestro.
Siamo vicini ai colleghi e alle famiglie delle persone rapite. MSF è seriamente preoccupata per la loro sicurezza e sta facendo tutto il possibile per capire dove si trovano le persone rapite e per garantire la loro sicurezza e un rapido rilascio.
Al momento, MSF non rilascia ulteriori informazioni per non compromettere la sicurezza dei nostri colleghi.
Il medico italiano
Mauro D’Ascanio, 34 anni, medico con specializzazione in medicina d’urgenza e medicina tropicale, è originario di Vicenza. In passato ha già svolto missioni umanitarie in Guinea Bissau, Messico, Brasile e Guatemala.
Si trova in Darfur da settembre 2008 per occuparsi della gestione dell’ospedale di MSF che si trova a Serif Umra come responsabile medico. Lavora per la sezione belga di Medici Senza Frontiere.

Fonte: http://www.medicisenzafrontiere.it

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