Da cento anni in difesa della libertà di stampa


La redazione


Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il centenario della Federazione Nazionale Stampa Italiana: "Concordo con la convinzione profonda che una stampa libera, costituisca un elemento essenziale di quell’equilibrio dei poteri proprio di ogni democrazia vitale e bene ordinata"


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Da cento anni in difesa della libertà di stampa

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto al Quirinale una delegazione della Federazione Nazionale Stampa Italiana, guidata dal Presidente, Roberto Natale e dal Segretario, Franco Siddi, in occasione dell'avvio delle celebrazioni del centenario della Federazione.

Nel corso dell'incontro, è stata consegnata al Capo dello Stato la prima copia del volume 'La conquista della libertà, il giornalismo italiano da Amendola alla Liberazione'.

Roma, 23 aprile 2008

 

RISPOSTA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO AL SEGRETARIO DELLA FNSI NELL'INCONTRO IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA FEDERAZIONE

PALAZZO DEL QUIRINALE, 23 APRILE 2008

La ringrazio molto delle sue parole e, innanzitutto, dell'iniziativa di rendere visita qui al Quirinale nel momento in cui state per celebrare il centenario della vostra Federazione. È un anniversario importante, siete una grande realtà, e ho trovato bella l'idea di partire nel nome di Giovanni Amendola. Sono anche lieto che da queste stanze un vostro vecchio collega, Arrigo Levi, abbia potuto dare un valido contributo al ricordo di quella grande figura. Raccolgo pienamente quello che per molti aspetti lei ha detto; e concordo con la convinzione profonda che una stampa libera, capace di nutrire culturalmente e idealmente il rapporto con i lettori e di esprimere la propria indipendenza di giudizio, costituisca un elemento essenziale di quell'equilibrio dei poteri proprio di ogni democrazia vitale e bene ordinata. Naturalmente, essendo così fortemente assertore di un principio di libertà e di indipendenza della stampa, sono sensibile anche ad altri concetti. In modo particolare ricordo che, in una precedente occasione, raccolsi dall'intervento del dottor Del Boca una riflessione sul concetto di responsabilità della stampa: che significa esercizio misurato della propria funzione sulla base di una coscienza critica e dei valori a cui dare la priorità, tenendo conto, naturalmente, anche del quadro in cui si colloca l'attività della stampa in un mondo, ormai, così aggressivamente multimediale. Insomma, ci sono delle sollecitazioni a cui penso sia importante saper resistere, in maniera da garantire il massimo di libertà, responsabilità e dignità della stampa. Vorrei, poi, fare qualche particolare auspicio. Non sto a indicare temi o questioni che mi stanno particolarmente a cuore; e voi sapete come io segua – ad esempio – con particolare impegno e passione le vicende dell'unità europea, per il ruolo che l'Italia è chiamata a svolgere nel processo di integrazione europea. Voglio, piuttosto, mettere l'accento sulla importanza che dalla stampa venga molta attenzione per gli indirizzi costituzionali, e per gli equilibri costituzionali. Credo che, se in certi casi si vedono lesioni di questi principi, è molto importante che si sentano voci indipendenti, voci critiche, anche perché avete la possibilità di avvalervi di figure di grande competenza, di persone che scrivono e che conoscono specificamente la problematica delle istituzioni e del modo di essere della Costituzione. Quest'anno – come si sa – è il sessantesimo dall'entrata in vigore della Costituzione. Si stanno manifestando molte occasioni per dare a questa celebrazione un carattere non puramente formale, ma per partire di lì per un rilancio di valori e di principi in una fase in cui, si può dire, prevale l'esigenza della revisione sull'esigenza della riaffermazione. E con un equivoco di fondo, perché l'esigenza della revisione dovrebbe essere chiaramente riferita – e nei fatti in tutti i successivi tentativi di riforma è stata riferita – alla seconda parte della Costituzione, cioè all'ordinamento della Repubblica, mentre la prima parte rimane così valida, viva e capace di adeguarsi a nuove realtà, che nessuno ha proposto di modificarla, nemmeno – ripeto – nel corso degli ultimi progetti di revisione della Costituzione. Comunque, mi pare che sia molto importante avere il vostro occhio e il vostro intervento su queste questioni. Vi faccio molti auguri per la manifestazione che vi attende.

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