Come le armi dal Libano vanno in Siria


NEAR EAST NEWS AGENCY


Il deputato sunnita libanese Okab Sakr conferma le intercettazioni che lo vedevano coinvolto in prima persona nel traffico di armi a favore dei ribelli siriani.


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OkabSakr

“Si, quella è la mia voce e quelle sono le mie parole”, ha dichiarato ieri il deputato Okab Sakr del movimento Mustaqbal al quotidiano panarabo al-Sharq al-Awsat rispetto alla serie di registrazioni telefoniche pubblicate nei giorni precedenti dal quotidiano libanese al-Akhbar, che lo vedevano coinvolto in prima persona a fianco dei ribelli siriani non solo politicamente ma anche attraverso l’approvvigionamento di armi.

LE REGISTRAZIONI – Le registrazioni, arrivate in redazione tramite una fonte anonima rivelatasi in un secondo momento un ex-collaboratore dello stesso Sakr proprio nelle operazioni di sostegno ai ribelli siriani, mostrano il deputato come referente diretto e abituale di molti comandanti per il rifornimento di armi soprattutto nella regione settentrionale. Sentiamo ad esempio in una telefonata tra Sakr e il comandante di un gruppo armato di nome Abu al-Numan:

OS: – Allora dimmi le armi che vuoi, in che quantità.
AN: – Abbiamo bisogno di circa 300 granate a razzo e di una ventina di lanciagranate. E poi se è possibile procurarsene, 250.000 proiettili russi (per AK47), 300 mitragliatrici e qualche pezzo di arma speciale.

OS: – Tutto questo in che regione vi serve?
AN: – Azaz, Tal Refaat, Andan, e tutta la campagna di Aleppo, sai cosa sta succedendo lì. (.)

OS: – Allora, chi le viene a prendere e dove facciamo la consegna? Dove avverrà l’operazione?
AN: – La consegna come al solito sarà divisa. Abu al-Baraa sarà lì con i ragazzi e porteranno le armi ad Aleppo. Ma ne abbiamo bisogno il prima possibile (.). Dio ti benedica fratello! Non so che dire, dopo Dio ci sei solo tu!

Sempre dalle registrazioni, emerge anche il ruolo attivo del leader di Mustaqbal Saad Hariri nel coordinamento del traffico di armi verso la Siria. Sentiamo in una telefonata tra Sark e Louai al-Mokdad, portavoce dell’Esercito Libero Siriano:

OS: – Louai, attendi in linea un minuto.
OS: – (Parlando a terzi su un altro telefono) Ciao si, no no, verrà risolto, verrà risolto. Lo stiamo seguendo.. Lo so che non hai dormito, neanch’io ho dormito. Anche questo, lo stiamo seguendo. Lo so, lo so. E in Arabia Saudita. Stanno tutti seguendo. No, verrà stabilito, se Dio vuole. Questo qua verrà stabilito, sicuramente. Ok, ok, ti terrò informato minuto per minuto. OS: – (Rivolgendosi di nuovo a Louai) Pronto, pronto, Louai?

LM:- Si caro, che succede?
OS: – E’ un casino, un gran casino.

LM: – Chi era? Shaikh Saad (Hariri, nda)?
OS: – Hariri è matto da legare. Vuole stabilirlo, in ogni modo possibile.

(.) LM: – Alla fine hai messo shaikh Hariri nella foto?
OS: – Si. Credimi, la notte non dorme. Segue tutto minuto per minuto, secondo per secondo. E vuole stabilirlo in ogni modo. Stava dicendo che bisogna risolverla scrupolosamente e che non c’è spazio per il fallimento.

Le registrazioni pubblicate da al-Akhbar e l’ammissione della loro veridicità da parte di Sakr, non sono altro che la conferma di ciò che in fondo si sospettava da tempo, ovvero che tra 14 Marzo e ribelli siriani esistesse un legame a doppio filo che andasse ben oltre la semplice solidarietà nella lotta contro il nemico comune. Ci si sarebbe piuttosto stupiti del contrario. La caduta del regime siriano infatti, oltre a rappresentare una rivincita non da poco per Hariri che ha sempre imputato a Damasco la morte del padre Rafiq nel 2005, gioverebbe al Mustaqbal non solo sul fronte interno, facendo venir meno l’alleato di primo piano della coalizione dell’8 Marzo e di Hezbollah in particolare, ma anche (e in maniera decisiva) ai suoi più stretti alleati regionali, per cui lo smantellamento del “corridoio sciita” è un obiettivo strategico di primo piano per ridisegnare a proprio favore gli equilibri geopolitici della regione.
Fonte: http://nena-news.globalist.it
5 dicembre 2012

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