Caro Flavio, la nostra strada è la nonviolenza attiva


Alex Zanotelli


Dopo la lettera di Flavio Lotti, ecco la risposta di Alex Zanotelli pubblicata sul mensile di Pax Christi e su Nigrizia: "Non dividiamoci, ma continuiamo a confrontarci".


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Caro Flavio, la nostra strada è la nonviolenza attiva

“Caro Flavio, grazie per la tua lettera. La sento come un invito a dialogare, a confrontarci serenamente. Preciso subito che il mio commento sulla Marcia Perugia-Assisi era stato motivato dalla tua “provocazione “ che la parola Pace era ormai usurata e che era meglio puntare sui Diritti. Chiedo scusa se sono stato troppo irruente o troppo poco sfumato nella mia reazione. Però questo tema mi sembrava troppo importante per lasciarlo cadere. In un mondo che ha accettato la guerra come un’ineluttabile necessità, mi ostino a richiamare tutti alla centralità della Pace. E quindi a rimettere la parola Pace nella Perugia-Assisi. E come sottotitolo metterei: “Scegliamo e pratichiamo la nonviolenza attiva”. È quanto ci ha insegnato con forza il fondatore della Perugia-Assisi, Aldo Capitini. È quanto ho imparato dal mio Maestro, Gesù di Nazareth.

Penso sia fondamentale oggi che i politici, partecipanti alla Marcia, sentano proclamare con forza e vigore, queste verità. Sono quegli stessi politici che hanno votato il rifinanziamento della guerra in Afghanistan, e la finanziaria con i suoi 23 miliardi per la difesa (con il 13 % di aumento sulla finanziaria di Berlusconi). E ora il ministro della difesa Parisi ci dice che dobbiamo raddoppiare le spese militari. Per cui, almeno noi, continuiamo a gridare il contrario. Questo è il nostro ruolo, il ruolo della Tavola della Pace. Nego di aver mai insinuato che la Tavola della Pace «parla di pace , ma poi è pronta a fare la guerra». Anzi sono profondamente grato a quanto ha potuto fare la Tavola della Pace in questi anni. Ecco perché ci tengo così tanto a rispondere alla tua lettera.

«È possibile costruire la pace senza fare i conti con la politica?», mi chiedi. No, ti rispondo. Ma dobbiamo capire per cosa intendiamo per politica e quanto la cosiddetta politica, oggi, può decidere. Penso che solo una forte presa di coscienza dal basso, una sferzata di “cittadinanza attiva” potrà forzare i nostri politici a rifiutare la via della guerra. La mia convinzione è che oggi i governi, i partiti, i politici obbediscono non a chi li ha eletti, ma ai potentati economico-finanziari o ai complessi militar-industriali. Per cui solo un grande movimento dal basso (reti locali e planetarie) potrà “forzare” i nostri politici a imboccare un’altra strada.

È la strada dei “beni comuni”, dei diritti fondamentali umani come l’ acqua, l’ aria… L’impegno per questi beni comuni diventa l’impegno per il recupero della democrazia. Abbiamo ormai tutti sposato il mercato come supremo bene e il profitto come suprema legge. Ha ragione Riccardo Petrella quando dice che c’è un virus che ha già contagiato anche tutte le sinistre al governo in Europa. Ed è questo!
Dobbiamo tutti convertirci. Ritornare a parlare di beni comuni, di diritti fondamentali. Primo fra tutti (e non lo si vuole accettare!) è il diritto al cibo! Non possiamo accettare un mondo dove, ogni anno, muoiono 50 milioni di persone per fame. Mentre buttiamo a mare così tanto del nostro cibo! Non posso accettare un mondo che ritiene l’acqua una merce: questo vorrà dire che domani avremo 100 milioni di morti di sete.

Se ti ricordi, a Nairobi, durante il Forum sociale mondiale, ti avevo suggerito di annunciare per la Perugia – Assisi che nessun Comune si azzardasse a venire con il gonfalone, se non dopo aver votato per l’ acqua come bene pubblico, diritto fondamentale a totale gestione pubblica. Se parli di una Perugia-Assisi per i diritti questa potrebbe essere oggi una discriminante! Le grandi guerre non si faranno più per il petrolio, ma per l’acqua. È il secolo dell’oro blu!

Questo per me è politica, la vera politica che tutti possiamo e dobbiamo fare. Se mi permetti, aggiungerei una postilla. Non dividiamoci per questo. Continuiamo a discuter fra di noi, a dialogare, a confrontarci, ma senza spaccarci. Siamo già così pochi! Teniamo questo movimento per la pace unito! In un momento in cui la minaccia atomica ritorna con forza, il movimento per la pace si ritrovi unitario a dire no a ordigni atomici sul nostro territorio. Su questo il movimento italiano ha ritrovato la sua unità!

Camminiamo insieme perché la Pace ritorni a sorridere su questa nostra Madre Terra, così minacciata a livello ecologico. Uniamo tutte le nostre forze contro i sistemi di morte. Perché vinca la vita!”

Alex Zanotelli

Fonte: Mosaico di Pace – Nigrizia

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento