Caritas, 40 anni con e per i poveri


Annachiara Valle - famigliacristiana.it


Nata ufficialmente nel 1971, si batte per dar voce, aiuti e diritti a chi non ne ha. A Fiuggi, il 35° Convegno nazionale per riflettere sul suo essere Chiesa che educa servendo.


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Caritas, 40 anni con e per i poveri

Quando entra in sala, per la cena,  tutti si alzano a rendergli omaggio. Monsignor Giovanni Nervo, 93 anni a dicembre, fondatore e primo presidente della Caritas italiana ha il piede lento, ma la mente veloce. Accanto a monsignor Pasini, che gli succedette come direttore nazionale, a don Elvio Damoli, a don Vittorio Nozza, gusta il minestrone e parla del futuro della Caritas italiana. Quarant’anni di impegno e di passione raccolti a Fiuggi, dal 21 al 23 novembre, e sintetizzati dal tema che la Caritas si è data per il suo 35° Convegno: La Chiesa che educa servendo la carità.

I numeri dicono di un organismo in crescita, che ha portato a Fiuggi 600 partecipanti. Monsignor Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi, presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute e presidente di Caritas italiana li accoglie e li ringrazia. E poi elenca subito i nodi della società attuale: la crescente vulnerabilità delle persone e delle famiglie, la precarietà de mondo giovanile, la criticità del mezzogiorno, la sfiducia nelle istituzioni, le incertezze causate dalla globalizzazione, l’immigrazione.

Di fronte a queste sfide la Caritas non si è tirata indietro. Fedele, come ha spiegato monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari Bitonto e presidente della Conferenza episcopale pugliese, al suo cammino e alla sua vocazione di educare e di agire. Con i suoi oltre 30 mila operatori di cui oltre 27 mila volontari la Caritas è riuscita a mettere in piedi sul territorio italiano 2.832 Centri di Ascolto (diocesani e parrocchiali), 191 Osservatori diocesani delle povertà e delle risorse e 196 Laboratori diocesani per le Caritas parrocchiali. Un piccolo esercito del bene che aiutano, come ha sottolineato monsignor Merisi, a vivere e a far vivere le nostre comunità “adesso, dentro la storia promuovendo nuovi stili di vita”.

Fonte: Famiglia Cristiana

22 novembre 2011

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