Berlusconi nomina, il Cda Rai ratifica, l’opposizione se ne va


Articolo 21


Si consuma lo strappo sulle nomine Rai. Tre Consiglieri lasciano la seduta e scendono in conferenza stampa: Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e Rodolfo De Laurentis.


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Berlusconi nomina, il Cda Rai ratifica, l'opposizione se ne va

 

 

 

 

 

 

Si consuma lo strappo sulle nomine Rai. Tre Consiglieri lasciano la seduta e scendono in conferenza stampa: Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e Rodolfo De Laurentis. "Si è consumato uno strappo – affermano a ripetizione – non di quelli insanabili, ma se il metodo non viene cambiato l'atteggiamento di noi non cambierà". Mentre la conferenza prosegue in una sala gremita arriva la notizia. Direttore del Tg1 è Augusto Minzolini, direttore di RaiUno Mauro Mazza. I vicedirettori generali sono Gianfranco Comanducci, Lorenza Lei, Giancarlo Leone e Antonio Marano. I consiglieri presenti (compreso il presidente, Paolo Garimberti) hanno tutti votato sì. I vice direttori generali sono senza procure di firma e il tentativo di alleggerire il Direttore generale Masi dalle direzioni che interloquiscono direttamente con lui, per rendere l'azienda più snella e capace di stare nel mercato in modo moderno, non subisce miglioramento.

"E' stato detto in Commissione di Vigilanza dai vertici Rai che al primo posto del lavoro del Cda ci sarebbe stato il lavoro sulla riorganizzazione funzionale dell'azienda, su un modello produttivo coerente con il mercato e successivamente l'individuazione di figure che quel modello organizzativo avrebbero dovuto interpretare. – afferma Rodolfo De Laurentis – Il Cda, invece, procede a nomine che sono una ratifica di indicazioni che provengono da fonti di nomina non previste né dallo statuto dell'azienda, né dal codice civile. Senza aver predisposto alcun modello organizzativo, senza cercare tutte le figure necessarie all'interno dell'azienda. Non vorrei, tra qualche giorno, assistere ad una seconda puntata della storia che abbiamo visto oggi".

E' mancato completamente il confronto con la Direzione generale rispetto alle nomine – prosegue Giorgio Van Straten. – I curricola ci sono stati recapitati ieri alle 15,45 e Masi ha convocato una riunione per le 16,00 dello stesso giorno per un confronto. In questo modo non c'è collaborazione possibile. E vedere che i nomi sono gli stessi di quelli usciti da Palazzo Grazioli un mese e mezzo fa, mettono in crisi l'autonomia dell'azienda. Resta infatti pensare che l'intuizione, la creatività e la fantasia del direttore generale abbiano coinciso così perfettamente con le indicazioni politiche".

Ma l'attacco di Van Straten ai vertici è ancor più puntuale sul modello organizzativo. Il progetto presentato dai vertici Rai doveva tentare di ridurre i cosiddetti "riporti diretti" alla direzione generale. Oltre alle 11 testate Rai vi sono 40 direzioni. L'obiettivo era quello di accorpare fra loro con coerenza tali direzioni e fare in modo che fossero ricondotte a vicedirezioni generali per alleggerire il Dg. Le quattro vicedirezioni assegnate, prive di Procura di firma, portano i 51 rimandi diretti alle direzioni generali a 50. La montagna ha partorito un topolino.

Molto preoccupato è Nino Rizzo Nervo. "Al di là di oggi, la preoccupazione è per il futuro. L'ingerenza della Politica sulla Rai è diventata ingerenza di un partito politico sulla Rai. E la dirigenza Rai, al contrario del passato, non è più nemmeno capace di mediare" Rizzo Nervo fa anche alcuni esempi di gestione di questi ultimi tempi. "Il 22 aprile l'azienda riceve una lettera di Sky, è in scadenza il rapporto tra Rai e Sky. Abbiamo insistito parecchio per affrontare questo tema in Cda ma è parso che qualcuno avesse voluto che quel rapporto decadesse da solo e che quella lettera rimanesse in un cassetto".

Oggi non è stata presentata alcuna riorganizzazione apicale dei processi e della semplificazione dell'azienda. Sono state costruite alcune funzione. "Non 4 direttori generali ma 4 collaboratori generali che vanno chiamati così perché così era stato deciso. Nessuno avrà una procura di firma. Dire che è stato fatto un vice direttore generale per il coordinamento editoriale e a quel vice direttore non riporta, come in passato la direzione fiction non vedo quale coordinamento dell'offerta televisiva possa fare senza avere competenza su una delle aree più importante di quell'offerta".

Rizzo Nervo ha anche affermato di aver fatto verbalizzare le future nomine di Tg2 Rete 2 e Tgr. Una sfida, un po' come quando a Sanremo qualche mago fa mettere i nomi del vincitore all'interno di una busta prima dell'inizio del Festival. Una sfida, per dimostrare che quelle nomine non sono decise dalla Rai ma dal partito del conflitto di interessi.

Tra gli interventi in conferenza stampa, anche quello di Carlo Verna, segretario dell'Usigrai. Intervento camuffato da domanda, di fronte ad una platea di giornalisti e di molti rappresentanti dell'Usigrai riuniti a Viale Mazzini in riunione sindacale  "Intervengo forse come segretario dell'Usigraiset e, rubo una battuta del presidente della Fnsi, mi trovavo per caso in Viale Grazioli, dove ha sede la Rai. Come segretario le pongo questa domanda. Avete parlato di rottura non insanabile, ma lo scenario che c'è intorno è quello di estremizzazione del conflitto di interessi. C'è una sfida che l'Usigrai sta lanciando un po' a tutti. Quella di nomine che non siano quelle pubblicate dalla stampa il 18 e 19 aprile, a cominciare da quelle presentate da giornali di riferimento dell'area politica che sostiene l'attuale maggioranza. Mi chiedo fino a che punto voi siate pronti ad accettare questa sfida e eventualmente a ribaltare questo tavolo perché continuando così, con piccole rotture ma senza mai chiarire in questo Paese con un dibattito forte che tragga linfa vitale anche nel comportamento di chi è preposto istituzionalmente a certi ruoli, che così non si può continuare. Noi rischiamo davvero di trovarci sull'orlo del tracollo di qui a breve. Poi vi chiedo, visto che non abbiamo avuto il piacere di conoscere il direttore Generale Mauro Masi e credo che questo piacere non l'abbia avuto neanche qualche altro sindacato che non rappresenta i giornalisti, se dobbiamo chiedere un incontro direttamente a Silvio Berlusconi"

Un intervento forte, da sindacalista pronto a legarsi ai cancelli di viale Mazzini e a muovere la categoria a difesa dei principi di autonomia e libertà professionale.

Rizzo Nervo risponde. "La domanda al direttore generale la devi fare a lui. Per quanto riguarda la rottura., per me è insanabile per le questioni di merito. Dico che è grave. Da domani farò quello che la legge vuole che io faccia, vigilando all'interno di questa azienda. Il mio atteggiamento cambia nel momento in cui diranno che si è trattato di un incidente di percorso e cambiano metodo. Questo sì. Ma se questo è il primo di tanti capitoli uguali – conclude Rizzo Nervo – sarà una rottura insanabile, con l'esercizio di un ruolo di controllo e di vigilanza che la legge assegna ad ognuno di noi. Non è un ruolo di divertimento. Ma io non consegno questa azienda a gestioni che per ben due volte, nel passato, si sono dimostrate commissariali.

Fonte: Articolo21

20 maggio 2009

ASCOLTA LA REGISTRAZIONE MP3 DELLA CONFERENZA STAMPA

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