Alla “Settimana mondiale dell’acqua” anche voci africane


Misna


Il problema della regione sub-sahariana non è l’insufficienza delle risorse ma l’inadeguatezza o addirittura l’assenza di sistemi di conservazione e distribuzione: lo sostiene Wael Soliman, esperto della Banca africana di sviluppo (Bad).


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Alla "Settimana mondiale dell'acqua"  anche voci africane

Secondo Soliman l’inadeguatezza delle infrastrutture grava sulle popolazioni sia direttamente che indirettamente, penalizzando l’agricoltura. “Mancano – sottolinea l’esperto – i bacini che permettono di conservare l’acqua durante la stagione delle piogge e di utilizzarla poi nei periodi di siccità”. Allo stesso tempo, sostiene Soliman, è fondamentale l’impiego di sistemi di drenaggio che proteggano i raccolti dalle piogge eccessive e consentano di mettere da parte riserve preziose. L’esperto della Banca africana di sviluppo non esclude che un contributo positivo possa essere garantito da nuove dighe, ma mette in guardia dalle conseguenze sociali che la realizzazione di opere del genere rischia spesso di avere per le comunità locali. L’intervento di Soliman è stato solo uno tra tanti nella capitale della Svezia, dove nel fine-settimana si conclude un’iniziativa alla quale partecipano circa 2500 scienziati, rappresentanti di istituzioni e responsabili di organizzazioni non governative. Il tentativo è definire strategie e avanzare proposte per garantire in tutto il mondo il diritto all’acqua, un diritto umano “essenziale”, riconosciuto come tale anche da una recente risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu. Secondo stime diffuse a Stoccolma dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unesco), nel mondo sono ancora 884 milioni le persone che non hanno accesso all’acqua potabile. Molte di loro vivono in Africa, proprio come la gran parte del milione e mezzo di bambini che muoiono ogni anno per malattie causate dall’uso di acqua insalubre. Per gli studi su una delle più letali tra queste malattie, il colera, a Stoccolma uno speciale Premio dell’acqua è stato assegnato alla ricercatrice statunitense Rita Colwell.

Fonte: www.misna.it
10 Settembre 2010

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