Adnan salvo, ma la forca attende Yaghoub


Ahmad Rafat


Pena di morte per i giornalisti iraniani. Ahmad Rafat, Vice direttore dell’Adnkronos International (Aki) e membro del direttivo dell’Information, Safety & Freedom (Isf) sottolinea i passi avanti fatti per salvare Adnan.


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Adnan salvo, ma la forca attende Yaghoub

Adnan è salvo. Almeno così ha assicurato al suo avvocato il capo dell’Autorità Giudiziaria della Repubblica Islamica, l’ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi. Grazie alla mobilitazione voluta con forza dall’Isf e da Articolo21, siamo riusciti a salvare dalla forca due giornalisti curdi, Adnan Hassanpour e Hiwa Boutimar. Il processo contro questi due giornalisti curdi sarà rifatto. Questa volta senza l’accusa di mohareb (nemico di Allah) che aveva indotto il giudice
del tribunale di Mariwan ad emettere nei loro confronti la sentenza capitale.

Nel nuovo processo (speriamo questa volta a porte aperte e alla presenza di tre giudici e degli avvocati difensori, come del resto prevede il codice iraniano) i due giornalisti dovranno rispondere delle altre accuse (sinceramente grossolane e non provate da uno straccio di prova) come spionaggio a favore di potenze
straniere (leggi interviste concesse a radio in lingua farsi che trasmettono dall’estero) e collaborazione con organizzazioni illegali (leggi il Partito Democratico del Kurdistan membro dell’Internazionale Socialista).

Personalmente da mesi attendevo l’annuncio della notizia dell’annullamento della condanna a morte di Adnan, per festeggiarlo con tutti gli amici che negli ultimi sette mesi si erano impegnati in questa campagna. Sfortunatamente non posso farlo. La stessa persona che con una chiamata telefonica da Teheran mi avvertiva che Adnan era salvo, mi ha anche informato che un altro giornalista, questa volta un belucho, era stato condannato a morte a Zahedan, capoluogo del
Beluchistan iraniano. Il nuovo giovane collega che rischia la forca si chiama Yaghoub Mehrnahad. Yaghoub è stato arrestato cinque mesi fa, al termine di una riunione dell’associazione culturale Edalat, di cui faceva parte. Anche Yaghoub, come Hiwa e Adnan, è stato riconosciuto un mohareb, nemico di Allah. Anche Yaghoub, come Adnan e Hiwa, è di fede sunnita. Anche Yaghoub, come Adnan e Hiwa, appartiene ad una minoranza etnica, è belucho. Anche Yaghoub, come Adnan e Hiwa, è accusato di aver avuto rapporti con un’organizzazione illegale. Anche Yaghoub, come Adnan e Hiwa, è stato processato in un’aula vuota, in assenza di suoi legali.

Yaghoub Mehrnahad aveva fondato con altri giovani beluchi l’associazione Edalat (Giustizia), aveva un suo blog dove non promuoveva ribellioni e rivolte armate, ma semplicemente criticava i burocrati locali e le loro malversazioni in una regione, il Beluchistan, ritenuta economicamente la più depressa della Repubblica Islamica. Il suo blog era un punto di riferimento, così come erano apprezzati i suoi articoli sulla stampa locale. I blogger iraniani, che a suo tempo condannarono con forza la detenzione di Yaghoub, oggi in un nuovo comunicato chiedono la revisione del processo che lo ha condannato a morte.

Cari Marcelli e Giulietti, cari amici e colleghi, celebriamo la vittoria della campagna che ha salvato Adnan e Hiwa dalla forca, ma non lasciamo solo Yaghoub. Possiamo, e dobbiamo, salvare anche lui.

Vice direttore dell’Adnkronos International (Aki) e membro del direttivo dell’Information, Safety & Freedom (Isf)

Fonte: Articolo21

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