In 2500 sfilano in nome della pace


Il Messagero Veneto


Trentasei scuole provenienti da tutta la regione «Siamo molto preoccupati: troppa violenza nel mondo»


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«Pace, pace! ». È lo slogan scandito da 2.500 ragazzi che ieri hanno formato un lungo corteo per le vie del centro di Udine per dire «no alla violenza».
Una giornata contro il terrorismo, i totalitarismi, e le violazioni dei diritti umani, all’insegna della legalità e della voglia di costruire un nuovo percorso di dialogo tra le culture. Trentasei le scuole provenienti da trentadue paesi di tutte e quattro le province della regione. La marcia per la pace ha inaugurato una giornata ricca di appuntamenti: dall’assemblea plenaria, in piazza della Libertà con studenti e rappresentanti delle istituzioni, fino ai laboratori di pace dislocati in varie sedi cittadine (Comune, Centro culturale delle Grazie, Centro congressi Paolino d’Aquileia e liceo Caterina Percoto).
Testimone dell’intera manifestazione Flavio Lotti, coordinatore del programma «Dalla Grande Guerra alla Grande Pace», che ha sottolineato come educare alla pace le nuove generazioni significhi «cercare di capire in che mondo si vive, fronteggiare le sfide rifiutando il linguaggio ostile e la violenza, per costruire un modello di società in cui si coopera e non si compete». «Siamo molto preoccupati – ha proseguito – per quello che sta succedendo nel mondo. Attorno a noi c’è tanta violenza, troppe violazioni dei diritti umani. Vogliamo dare voce a quelli che sono prigionieri dell’odio e dello sfruttamento».
Due anni fa Udine ospitò il raduno della pace. Furono 500 gli studenti provenienti da tutta Italia. Ora il numero si è quintuplicato «grazie a un percorso – ha sottolineato l’assessore alla pace del Comune di Udine, Federico Pirone – al quale stiamo lavorando da diverso tempo. Vuol dire che abbiamo seminato e fatto crescere la consapevolezza che è necessario dire no alla violenza. Non dobbiamo rassegnarci di fronte al terrorismo, ma lanciare un messaggio di dialogo tra le culture».
Un appello questo che parte da Udine, cuore ieri di un’intera regione che «può diventare un laboratorio di pace, in cui cultura e scuola sono parte integrante di un progetto di costruzione della non violenza», come ha affermato l’assessore regionale all’istruzione Loredana Panariti. «Questa occasione – ha ancora sottolineato – può diventare una buona pratica a livello nazionale, inserendo nelle scuole l’ora di pace, ovvero l’educazione alla cittadinanza attiva. Quella di Udine non sarà una giornata spot anche perché la risposta è stata straordinaria».
La marcia per la pace, scandita dai cori degli studenti e dalle note di alcune delle canzoni, ha colorato le vie del centro storico con molti striscioni che riportavano messaggi di solidarietà e che ricordavano anche le giovani vittime della strage di Manchester. «Non è una manifestazione che cade improvvisamente, occasionale sulla dimensione emotiva di quello che è successo – ha commentato don Pierluigi Di Piazza, parroco del Centro Balducci di Zugliano –. È espressione di un cammino che le scuole hanno vissuto da mesi. Quello

che accade oggi è in continuità con quello che è successo a Capaci il 23 maggio quando migliaia di giovani sono venuti da tutta Italia per prendere parte alla “nave della legalità”. “Dobbiamo resistere – ha concluso – tenendo aperto l’orizzonte dell’umanità».

di Davide Vicedomini

27 maggio 2017

Fonte: www.messaggeroveneto.it

 

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