1° gennaio all’insegna della pace


La redazione


In diverse città italiane il 1° gennaio si svolgeranno marce per la pace in occasione della Giornata Mondiale.


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Lunedì 31 dicembre a Matera, sono attese circa mille persone da tutta Italia, perchè quest’anno ad ospitare la 51.ma Marcia nazionale della Pace, è proprio la capitale della cultura 2019. Organizzata dall’Ufficio nazionale dei problemi sociali e del lavoro, da Caritas italiana, da Pax Cristi, dall’Azione Cattolica italiana e dall’Arcidiocesi di Matera–Irsina, la Marcia avrà inizio alle 18:00 con l’accoglienza dei partecipanti e, dopo la Santa Messa la fiaccolata seguirà un percorso scandito da testimonianze, preghiere e dal Messaggio di Papa Francesco: “La buona politica a servizio della pace” per la 52° Giornata Mondiale della Pace del 1 gennaio prossimo.
“Far diventare Matera luogo da cui parte, per tutto il mondo, un messaggio e un augurio di pace”, è il desiderio di mons. Filippo Lombardi, curatore dell’evento e che, a Vatican News, racconta delle aspirazioni di Matera, già Città della Pace oltre che Capitale della Cultura 2019.

 

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La Comunità di Sant’Egidio celebra la 52esima Giornata Mondiale della Pace. L’appuntamento è fissato per martedì 1 gennaio alle ore 10.30 a Roma in largo Giovanni XXIII per dare avvio alla marcia che si pone l’obiettivo di esprimere sostegno al messaggio di Papa Francesco: “La buona politica è al servizio della pace”. I partecipanti giungeranno in piazza San Pietro dove ascolteranno le parole del Pontefice.

È per questo che la Comunità di Sant’Egidio invita “a cominciare il nuovo anno per strada, insieme a chi lavora per un mondo più giusto e umano, in cui sia bandita la guerra e la violenza, e andando incontro ai tanti poveri che attendono, in tutto il mondo, frutti di pace”.

All’iniziativa romana, che si ricollega a quella di più ampio respiro celebrata in tutto il mondo, hanno aderito numerose associazioni e organizzazioni. “Il nostro pensiero andrà ai tanti popoli ancora vittime dei conflitti e del terrorismo, ma anche di politiche corrotte e ingiuste, che non guardano ai bisogni dei più deboli ma solo all’interesse di alcuni” hanno fatto sapere dalla Comunità.

 

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Anche a Bologna il 1° gennaio si svolgerà la Marcia della Pace. Partenza ore 15.30 da piazza VIII Agosto per arrivare in piazza del Nettuno dove alle 16.30 portano la propria esperienza persone che vivono quotidianamente cosa vuol dire promuovere la pace: Sara Manisera, giornalista freelance che abita a Beirut, Premio Archivio Disarmo “Colombe d’oro per la pace” 2018, Ettore Mazzanti, operatore di Medici Senza Frontiere Italia, Monica Caula del Comitato Riconversione della RWM di Iglesias, terza industria di armi del nostro paese, il Sindaco Massimo Bosso di Casalecchio di Reno, che fa parte della Rete Europea Città Interculturali. La manifestazione è patrocinata dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, dalla Città Metropolitana di Bologna, dal Comune di Bologna e dall’Università di Bologna.
La Marcia 2019 non può che essere dedicata al diritto alla pace e all’accoglienza, nel rispetto della giustizia e della dignità, come ci ricordano le parole che Alessandro Bergonzoni, sostenitore di Mediterranea, ha scritto in questa occasione:
“Ci vuole sempre una marcia in più.
La guerra? Fa milioni di vivi, non solo di vittime. A noi salvarli, accoglierli, proteggerli, per “sicurezza” infinita. E, come per “decreto”, restituire l’usurpato a quei popoli, alle loro terre. S’apra l’era del “Risarcimento”: continuiamo a marciare sulle linee di “nonfine” stendendo i muri a terra e usandoli come ponti per unire come cordoni ombelicali, corridoi umanitari, mischiare, incarnare, perché la razza è solo un pesce che non deve annegare, e la preghiera non ha solo una religione. L’unica differenza che deve prender corpo dobbiamo farla noi, anche prendendo i corpi (ma ancora vivi), cambiando pelle, o senza crederla meglio di altre. E chi di spada ferisce? La smetta! Pace sulla terra, perché la guerra interra!
Spero che sia di una chiarezza disarmante”.
Il 1° gennaio 2019 donne e uomini, giovani e anziani, persone di origini, fedi e culture diverse, credenti e non credenti camminano insieme per ripudiare la guerra, per il bene comune, per una città solidale e accogliente.

 

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A Vicenza, sempre il 1° gennaio, si terrà la decima edizione del Cammino di pace organizzato dall’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro. Il titolo dell’appuntamento “Quanta strada ha fatto la pace?” evidenzia come uno degli obiettivi dell’appuntamento sia fare memoria del percorso fatto e trarre in qualche modo anche un bilancio, in un momento in cui c’è il passaggio di consegne tra don Matteo Pasinato e il suo successore don Matteo Zorzanello, da settembre direttore della Pastorale sociale.

«Credo che questi dieci anni di cammino – commenta don Matteo Pasinato che ha pensato e strutturato la proposta dell’edizione 2019 – siano stati sicuramente intensi per una Chiesa diocesana toccata anche sul vivo dalla questione della base militare, dalle manifestazioni non violente per la pace, per il referendum sulla base. Mi sento di evidenziare il fatto che i confronti e le discussioni (anche accese), le manifestazioni di dissenso e di protesta, tutto è avvenuto dentro l’argine della democrazia». Il Cammino della pace ha visto affrontare tematiche diverse: dal problema delle armi e della violenza, alla questione della salvaguardia del creato, portando a Vicenza, nel 2014 anche la Marcia nazionale promossa dalla Cei.

«L’edizione 2019 – spiega Pasinato – avrà come immagine guida i ponti. Vicenza è una città costruita anche su ponti. Da quello grande sul Bacchiglione (Degli Angeli), a quelli interni del centro (Pusterla, Furo, S. Michele, S. Paolo, Barche), fino a quelli più recenti nell’anello di ingresso (Nuovo, Margherita, Borgo Berga). Se tutti i ponti di Vicenza scomparissero alcune zone resterebbero senza uscita, altre zone sarebbero senza centro, e per tutti non sarebbero possibili i cammini consueti del lavoro, della strada, dell’arte del Palladio». «A tutte le arroganze che alzano la voce, a tutte le rivoluzioni che alzano la voce contraria – conclude don Matteo Pasinato – noi opponiamo il “ponte” del buon senso, il “ponte” dell’incontro, il “cammino” della sicurezza che si chiama fiducia e non quello della minaccia. Anche questo è un muro che Cristo abbatte dentro di noi, e dalle macerie di un muro distrutto possiamo alzare ad un livello più alto la nostra umanità e anche il nostro cristianesimo».

 

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A Trieste ritrovo ore 15.00 a villa Renner nel parco di San Giovanni presso l’albero di caco so- pravvissuto all’olocausto atomico di Nagasaki. PARTENZA ore 15.30 entrata ex Opp via San Cilino 16. Percorso: via Donatello – Viale Sanzio, Rotonda del Boschetto, via Giulia, via Kandler; sosta davanti agli stabili n. 6/8 di via Cologna (sede dell’ispettorato speciale di pubblica sicurezza dove la banda Collotti ha torturato gli oppositori del nazifascismo); vie Battisti – Carducci – Valdirivo – XXX. CONCLUSIONE alle 17:45 sul sagrato di San- t’Antonio Nuovo.

PACEM IN TERRIS – Tema del Messaggio per la 52a Giornata Mondiale della Pace: «La buona politica è al servizio della pace» “La responsabilità politica appartiene ad ogni cittadino, e in particolare a chi ha ricevuto il mandato di pro- teggere e governare. Questa missione consiste nel salvaguardare il diritto e nell’incoraggiare il dialogo tra gli attori della società, tra le generazioni e tra le culture. Non c’è pace senza fiducia reciproca. E la fiducia ha come prima condizione il rispetto della parola data. L’impegno politico – che è una delle più alte espressioni della carità – porta la preoccupazione per il futuro della vita e del pianeta, dei più giovani e dei più piccoli, nella loro sete di compimento. Quando l’uomo è rispettato nei suoi diritti – come ricordava San Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in terris (1963) – germoglia in lui il senso del dovere di rispettare i diritti degli altri. I diritti e i doveri dell’uomo accrescono la coscienza di appartenere a una stessa comunità, con gli altri e con Dio (cfr ivi, 45). Siamo pertanto chiamati a portare e ad annunciare la pace come la buona notizia di un futu- ro dove ogni vivente verrà considerato nella sua dignità e nei suoi diritti”. Papa Francesco

Il Vaticano è stato il primo stato a ratificare il nuovo Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari, promosso dall’Austria e votato dai Paesi partecipanti alla Zona nuclear free che comprende tutta l’Africa, e da buona parte di quelli del Medioriente Iran compreso. Il 2 ottobre 2019 parte da Madrid la 2a Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, che come nel 2009 passerà da Trieste e che propone una Campagna per la denuclearizzazione del Mediterraneo, ai sensi del nuovo Trattato Onu. Il 1o gennaio 2019 Giornata mondiale della Pace, proponiamo alle Nazioni unite, all’Agenzia atomica di Vienna ed alla Scuola di prevenzione nucleare di Miramare la denuclearizzazione dei porti militari di transito a Trieste e Koper-Capodistria. Dal luogo dove sbocciò la Rivoluzione nonviolenta guidata da Franco Basaglia e davanti alla pianta di caco sopravvissuta all’Olocausto di Nagasaki.

 

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In occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della Pace del 1 gennaio 2019 le Associazioni, i Movimenti e i Gruppi laicali dell’ Arcidiocesi di Lucca vogliono far giungere il loro sostegno alle parole del Papa e alla sua sollecitudine per la pace nel mondo organizzando la 14° Marcia “Insieme per la pace”.

La marcia è una tradizione confermata per la nostra città, come lo è in molte altre città d’Italia e del mondo dove cristiani e credenti di tutte le religioni, ma anche uomini e donne di buona volontà vogliono iniziare l’anno con un passo di pace, convinti che la guerra, la violenza, la divisione tra gli uomini non sono è inevitabili.

Per la celebrazione della 52° Giornata Mondiale della Pace , Papa Francesco ha scelto questo tema: “La buona politica al servizio della pace”

 

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Altre marce sono previste a Cesena, Padova, Genova, Como, Boves, San Marino, Trento ecc…

 

 

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