L’Ungheria di Orban contro le donne


La redazione


Respinta la Convenzione di Istanbul, primo serio strumento dell’Ue contro la violenza sulle donne, che sta avendo una preoccupante impennata in tutta Europa per le restrizioni dovute alla pandemia.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
orban

Dopo le persone transgender, ora è il turno delle donne: il Parlamento ungherese – tecnicamente sospeso da Orban, che però per l’occasione lo ha convocato – ha respinto la Convenzione di Istanbul, ossia un trattato per combattere la violenza sulle donne.

 

Le motivazioni sono che il testo promuove delle ‘distruttive teorie gender’ e l’immigrazione illegale.
La Convenzione è stato il primo, serio strumento dell’Ue per combattere e prevenire la violenza sulle donne, che peraltro sta avendo una preoccupante impennata in tutta Europa anche a causa delle restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19.

 

La Convenzione fu presentata nel 2011 e nel 2014 era stata anche firmata dall’Ungheria che però ora l’ha respinta. Non è un caso che il Parlamento ungherese è quello che conta il minor numero di donne in tutta Europa.
Fidesz, il partito di Orban che tiene in pugno il paese, ha dichiarato che – sebbene sia d’accordo con la sostanza del trattato – la legge ungherese tutela già le donne e che il testo della Convenzione introdurrebbe nel sistema legale ungherese concetti ‘contrari all’ordine e alle convenzioni del Governo’, ossia quelli di ‘gender‘, parola inglese che sta a indicare il genere sessuale, utlizzato nel testo della convenzione al posto di ‘woman’, donna, per includere anche le persone non binarie o transgender. Ovviamente, l’Ungheria, che dopo aver consegnato pieni poteri a Orban ha vietato alle persone trans di fare l’operazione per il cambio di genere, non poteva accettare.
Per quanto riguarda l’immigrazione, la Convenzione spingeva i paesi a dare aiuto umanitario alle donne migranti che abbiano subito abusi o violenze. Ma per il paese che ha costruito il muro anti-migranti anche questo è un passo improponibile.

 

GLOBALIST.IT

6 maggio 2020

 

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+