Tragedia nel Sud Sudan


L’Osservatore Romano


Sempre più civili in pericolo di vita per la fame e le malattie. Ancora senza esito gli sforzi diplomatici per fermare il conflitto.


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Non si segnalano risultati degli sforzi diplomatici per fermare la guerra civile scoppiata lo scorso dicembre in Sud Sudan tra i reparti dell’esercito fedeli al Governo del presidente Salva Kiir Mayardit e quelli ribelli che fanno riferimento all’ex vicepresidente Rijek Machar e ogni giorno vede crescere i numeri della tragedia delle popolazioni civili. L’ultimo rapporto internazionale in merito è quello diffuso ieri congiuntamente dal Programma alimentare mondiale (Pam) e dall’Unicef, il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia. Secondo le due agenzie dell’Onu, oltre tre milioni e mezzo di persone sono a rischio di malnutrizione acuta ed epidemie. Particolarmente drammatica è la condizione dei profughi provocati dal conflitto, gli oltre trecentomila rifugiati nei Paesi confinanti e soprattutto i più di settecentomila sfollati interni, per metà bambini.

Un comunicato del Pam e dell’Unicef ha riferito che ieri è stata avviata un’immediata operazione per la distribuzione di alimenti, vaccini, supplementi nutrizionali e altri aiuti salvavita per trentamila persone bloccate ad Aboko, nello Stato dello Jonglei, in una delle aeree più isolate tra quelle coinvolte nel conflitto, scoppiato nella capitale Juba e poi dilagato in sette dei dieci Stati sudsudanesi.
Le due agenzie hanno stabilito dei punti di emergenza per la distribuzione di alimenti e medicinali e per garantire protezione, istruzione e servizi igienico sanitari. Altre quattordici missioni sono programmate per aprile con l’obiettivo di dare aiuto a 250.000 persone delle comunità colpite dal conflitto che si trovano in aree remote degli Stati dello Jonglei, dell’Alto Nilo e di Unity. Si prevede che altre agenzie dell’Onu si uniscano a tali operazioni.
«I bambini e le famiglie in Sud Sudan stanno affrontando sofferenze senza precedenti, con preoccupanti segni di malnutrizione e di malattie», ha detto Jonathan Veitch, rappresentante dell’Unicef in Sud Sudan, ribadendo che, data l’imminente stagione delle piogge, si sta cercando di verificare ogni opportunità per impiegare rapidamente personale e aiuti salvavita nelle aree più difficili da raggiungere. Gli ha fatto eco Chris Nikoi, direttore del Pam in Sud Sudan, ricordando che il conflitto sta portando milioni di persone alla fame e rende ogni giorno più complicate le operazioni di soccorso. Anche Nikoi ha sottolineato la necessità di muoversi velocemente per evitare una crisi ancora peggiore.

Fonte: http://www.osservatoreromano.va/it
29 marzo 2014

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