Testa a testa Karzai Abdullah


Emanuele Giordana - Lettera22


Strage talebana a Kandahar dopo l’annuncio dei dati parziali delle presidenziali


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Testa a testa Karzai Abdullah

Nel giorno dell'annuncio dei risultati parziali delle elezioni afgane, che danno Karzai e Abdullah testa a testa sul filo del 40%, i talebani mettono a segno una strage a Kandahar, città che considerano una “roccaforte” del movimento guerrigliero di mullah Omar. L'entità degli effetti causati in termini di vittime – un bilancio ancora provvisorio è di almeno trentasei morti e oltre sessanta feriti – probabilmente non era prevista, ma l'autobomba che si è scagliata contro gli uffici del Consiglio provinciale ha fatto più danni del prevedibile nell'incerta geometria degli attentati terroristici. La macchina, carica di esplosivo (ma fonti parlano di più esplosioni), ha infatti fatto collassare alcuni palazzi decuplicando l'effetto dell'attentato avvenuto poco dopo l'annuncio della Commissione elettorale. “Un terremoto”, dicono i testimoni dell'esplosione che ha danneggiato una sala per matrimoni, hotel ed esercizi commerciali in una città costruita soprattutto col fango ma dove gli edifici del centro hanno anche strutture di metallo e cemento. I feriti si contano a decine. Il rito sacro del Ramadan non ferma la carneficina.
E' il commento dei talebani ai risultati elettorali ma anche, oltre che una dimostrazione di forza nel pieno centro cittadino, l'ennesima strage di civili imputabile agli uomini in turbante che hanno scelto, nelle province di Kandahar ed Helmand, la linea durissima come ben dimostra il video trasmesso lunedi da Al Jazeera, in cui si vedono i talebani fermare pullman e taxi chiedendo ai trasportati di mostrare il dito eventualmente macchiato di inchiostro per poi punirli. E ieri sono stati prese di mira e danneggiati diversi seggi.
Quanto ai risultati elettorali, le parole per raccontarle devono essere state ponderate a lungo per fare un po' di luce – e riportare un po' di calma – nel clima tesissimo di Kabul, tra accuse di brogli e vittorie annunciate (soprattutto dall'entourage da Karzai). La Commissione elettorale, nella bufera dopo che su di lei si sono rovesciate tutte le accuse possibili, sceglie il tardo pomeriggio quando la gente lascia gli uffici e le notizie le commenta poi a casa, davanti al televisore. La notizia dell'attentato non è, in quel momento ancora arrivata. Col 10% dei voti scrutinati, e sostenendo che si tratta di un campione rappresentativo, La Commissione ha certificato che, per ora, Karzai è in testa col 41% dei voti, seguito a ruota da Abdullah Abdullah. Assai più indietro i rivali. Testa a testa dunque tra i due maggiori contendenti – il presidente uscente e il suo ex ministro degli Esteri – e giochi sospesi.
Quanti hanno votato dei 17 milioni di aventi diritto ancora bene non si sa (il video che abbiamo ricordato, visibile su Youtube la dice lunga sulle percentuali reali: le voci dicono che solo il 10% dell'elettorato del Sud avrebbe messo la scheda nell'urna). Ma ecco i numeri certi dello scrutinio di 524.444 voti: Hamid Karzai ne ha presi 212mila e 202mila il suo ex ministro Abdullah Abdullah il che fa, per la precisione, 40,6% contro 38,7%. Seguono Ramazan Bashardost con 53.740 voti e Ashraf Ghani Ahmadzai, il quarto come da previsioni, con 15.143 schede col suo nome.
Ma l'annuncio, che in parte riequilibra le cose e soprattutto riflette quanto avevano predetto i sondaggi, non calmerà gli animi. Qualcosa come 800 denunce sono sul tavolo dei commissari per la tra speranza del processo elettorale e una cinquantina di casi sarebbero davvero seri. Senza contare che sono state scrutinate solo il 2% delle schede deposte nelle urne della provincia di Kandahar e ancora nessuna di quelle della provincia di Helmand, le due aree meridionali dove Hamid Karzai può contare sul voto pashtun. Ma anche quelle più a rischio brogli visto che sono roccaforti talebane. Infine resta il peso della percentuale reale dei votanti: 50%? O addirittura solo 40% come dicono altri?
La Commissione non lo dice ma non si tira indietro. Nei prossimi giorni si saprà di più e un po' alla volta il quadro apparirà chiaro. Quadro che potrebbe, suggerisce una fonte diplomatica, vedere un'affermazione di Karzai, centellinata nel tempo, che lo piazzi decisamente sopra il 50% anche se non col 70 annunciato dai suoi sostenitori. Farebbe così strada l'ipotesi di elezione al primo turno del presidente uscente e un governo con Abdullah come premier, un'idea che circola da giorni e che adesso potrebbe prendere il largo anche per calmare gli animi dei suoi uomini al Nord pronti, se è il caso, anche a rispolverare le carabine. Del resto, lo stesso Abdullah ha gettato acqua sul fuoco chiedendo ai suoi, prima dell'annuncio dei risultati parziali, di stare calmi. Ma la calma non è di questo paese.
Oltre alla strage di Kandahar, almeno tre bambini sono stati uccisi ieri da un proiettile di mortaio da loro rinvenuto nel distretto di Greshik, nel Sud, mentre la Nato fa sapere di aver contato durante la consultazione almeno 400 attacchi talebani che ieri hanno ucciso con una mina quattro soldati americani portando il bilancio delle vittime occidentali nel 2009 a 295 (superando così il bilancio di tutto il 2008 che era stato di 294. Anche gli italiani sono rimasti coinvolti in scontri a fuoco nella zona di Bala Morghab.
Da Istanbul intanto arriva il commento dell'inviato speciale di Obama per la regione, Richard Holbrooke, che invita alla calma su risultati troppo provvisori per proclamare un vincitore. Calma ancora molto carica di tensione.

Fonte: Lettera22 e il Manifesto

26 agosto 2009

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