Tavola della Pace, missione Kabul


Roberto Zichittella


Una delegazione della Tavola dell Pace, guidata dal coordinatore Flavio Lotti, si è recata in Afghanistan nel decennale degli attentati alle Torri Gemelle.


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Tavola della Pace, missione Kabul

Cinque giorni a Kabul. Per vedere, conoscere e capire quanto è accaduto in Afghanistan nel decennio che ci separa dagli attentati de l'11 settembre 2001. E' stato questo il senso di una missione compiuta in questi giorni dalla Tavola della Pace.

     Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace, è stato a Kabul insieme a Paul Arpaia (rappresentante delle vittime americane de l'11 settembre), Emanuele Giordana (coordinatore di Afgana), Mario Galasso (assessore alla pace e alla cooperazione della Provincia di Rimini), Andrea Ferrari (assessore alla pace e alla cooperazione del Comune di Lodi), don Tonio Dell'Olio (responsabile internazionale di Libera), Luisa Morgantini (dell'Associazione per la pace), don Renato Sacco (Pax Christi).

     “Purtroppo a Kabul non abbiamo incontrato nessuno convinto che la situazione laggiù stia migliorando”, racconta Lotti a Famiglia Cristiana online. “I miglioramenti”, aggiunge, “sono stati così fragili che rischiano di essere spazzati via. Oggi gli afghani sono stati liberati dalla presenza dei talebani, ma il Paese è in mano a tanti signori della guerra. La presenza occidentale ha aiutato solo fino a un certo punto. Noi italiani, ad esempio, siamo stati bravi a ricostruire le scuole, ma poi non abbiamo formato gli insegnanti, così oggi hanno mano libera i docenti delle scuole coraniche. Perciò il rischio è quello di tornare indietro”.

    La Tavola della Pace è tornata dalla missione a Kabul con delle richieste precise che intende porre al Parlamento e al Governo. “Vogliamo”, dice Lotti, “che si ridefinisca seriamente la politica italiana verso l'Afghanistan. Bisogna pensare a una strategia da attuare una volta che i soldati si saranno ritirati. Chiediamo che almeno il 30% dei 700 milioni di euro spesi ogni anno per la missione militare siano impiegati per interventi nel settore civile, a sostegno della società civile democratica afghana, che esiste e ha bisogno di essere aiutata e incoraggiata. Se dovessi riassumere in uno slogan, direi che dobbiamo passare dalla sicurezza armata alla sicurezza umana”.

     Lotti annuncia anche che alla prossima Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza tra i popoli (prevista domenica 25 settembre) saranno presenti una donna afghana (Liah Jawad) e l'americano Paul Arpaia, che negli attentati di dieci anni fa a New York perse la cugina poliziotta.

Fonte: Famiglia Cristiana

9 settembre 2011

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