Strumenti finanziari, risorse per un futuro di legalità


Gruppo Abele


Dall’11 al 13 maggio 2011 a Torino “Join for Change”, il laboratorio del dialogo tra finanza e società promosso dal Gruppo Abele, dal consorzio finanziario per il microcredito Etimos e da Etimos Foundation.


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Strumenti finanziari, risorse per un futuro di legalità
Dall’11 al 13 maggio 2011 a Torino
presso la sede del Gruppo Abele (Corso Trapani 91/b)

JOIN FOR CHANGE, il laboratorio del dialogo tra finanza e società
promosso dal Gruppo Abele, dal consorzio finanziario per il microcredito Etimos e da Etimos Foundation

Strumenti finanziari, risorse per un futuro di legalità

Al centro della prima giornata le best practice di finanza a sostegno del bene comune
Tra i relatori don Luigi Ciotti, Gian Carlo Caselli, Enrico Fontana, Marco Santori
 
Padova, 10 maggio 2011 – Se è innegabile che gli strumenti finanziari siano usati per coprire attività illecite, sono ormai diverse le esperienze di “riconversione” ad uso sociale dei beni sottratti alla criminalità nel nostro Paese. Prassi di successo, rese possibili grazie all'appoggio degli istituti bancari di matrice cooperativa e sociale, e alle tante fondazioni che progettano e investono secondo un'ottica innovativa e socialmente responsabile. Una battaglia per la legalità che ha però bisogno di risposte legislative, a partire da una totale tracciabilità dei flussi finanziari.

Se ne parlerà mercoledì 11 maggio 2011, giornata di apertura di “Join for Change, Compartimos 2011”, la tre giorni dedicata alla finanza nel suo legame necessario e imprescindibile con la società, presso la sede dell’associazione di don Ciotti (corso Trapani 91/b, Torino), promossa dal Gruppo Abele, dal consorzio finanziario per il microcredito Etimos e dalla neonata Etimos Foundation (questi ultimi con sede a Padova). Dopo la presentazione e i saluti istituzionali affidati a Marco Santori, presidente di Etimos Foundation, interverranno don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele di Torino e dell’Associazione Libera contro le Mafie (“Il rapporto tra legalità e finanza”), Gian Carlo Caselli, procuratore capo della Repubblica di Torino (“L'economia illegale”), Enrico Fontana, consigliere regionale Lazio e membro del direttivo nazionale di Legambiente (“Impegno politico e potenza delle comunicazione contro le ecomafie”). Seguiranno tre esempi di best practices testimoniati da Gaetano Giunta, direttore della neonata Fondazione di Comunità di Messina (una delle pochissime fondazioni di comunità esistenti in Meridione, attrae capitali e li investe in progetti socioeducativi e nel welfare locale del messinese), Gianluca Faraone, presidente della cooperativa Placido Rizzotto di S.Giuseppe Jato – Palermo (che coltiva in modo biologico le terre confiscate a boss mafiosi del calibro di Giovanni Brusca e Totò Riina), Tiberio Bentivoglio, imprenditore di Reggio Calabria (gambizzato lo scorso febbraio) alla guida di “ReggioliberaReggio” (network di imprese, professionisti, associazioni, cooperative e consumatori della provincia che contrastano 'ndrangheta e racket).

 

Non è un caso se la tre giorni apre proprio con l'analisi del rapporto fra legalità e finanza: «Crediamo che nel rispetto delle regole stia il cardine del nuovo paradigma socioeconomico che deve necessariamente scaturire da questa crisi per condurre a una crescita più giusta» spiega Marco Santori, presidente di Etimos, il consorzio finanziario internazionale che per primo in Italia ha investito nel microcredito a sostegno dei paesi in via di sviluppo. «Join for Change vuole far dialogare i diversi attori per riposizionare la finanza “virtuosa” dalle nicchie in cui è ancora relegata, alla centralità che le spetta in qualità di motore del prossimo modello di sviluppo».

In un momento in cui l'allarme criminalità organizzata anche in Nord Italia non è più solo denuncia di qualche inascoltato profeta, il ruolo della finanza diviene fondamentale, tanto più nella grave crisi di liquidità in cui versano molte aziende. «Le mafie al Nord sono una presenza consolidata – afferma don Ciotti -. Non è certo un caso se i beni confiscati nelle regioni del Nord sono oltre 1.300: un risultato frutto dell’impegno di magistrati e forze di polizia, e merito anche di quella parte della società che si dimostra vigile. Ma ancora molto resta da fare. Combattere le mafie significa contrastare tutto ciò che le favorisce: corruzione, omertà, e quelle forme di “legalità sostenibile” che sono continua mediazione tra lecito e illecito nel nome di convenienze personali. Serve un cambiamento che sia insieme sociale, culturale e soprattutto etico. E tutti siamo chiamati ad alimentarlo, nella vita privata e professionale, attraverso scelte concrete e comportamenti coerenti».

In programma giovedì 12 e venerdì 13 maggio. “Join for Change” proseguirà giovedì 12 maggio, giornata dedicata le prospettive della green finance come veicolo di sviluppo e strumento di investimento; venerdì 13 maggio si analizzerà la capacità di tenuta alla crisi dimostrata, numeri alla mano, dalla finanza cooperativa e il suo ruolo nella congiuntura presente e negli scenari futuri (programma completo in allegato).


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Consorzio Etimos e Etimos Foundation sono rispettivamente un consorzio finanziario internazionale e una fondazione di partecipazione, entrambi con sede centrale a Padova, che si occupano da decenni di economia sociale, finanza per lo sviluppo e microfinanza. Riuniscono una base sociale ampia ed eterogenea, in Italia e all'estero: istituti bancari di matrice cooperativa e sociale, istituzioni di micro finanza attive nei paesi in via di sviluppo, cooperative di produzione legate ai circuiti dell’equosolidale e del biologico, attori della cooperazione, diocesi e istituti religiosi, associazioni e Ong. Anche per questo nelle loro attività, operative e culturali, si caratterizzano per una prospettiva internazionale e un approccio che privilegia il confronto tra una pluralità di posizioni, piuttosto che una loro sintesi a priori.

Gruppo Abele è un'associazione nata a Torino nel 1965 attorno a Don Luigi Ciotti. Il suo impegno è di cercare di saldare accoglienza, cultura e politica. Per questo la vicinanza a chi è in difficoltà si accompagna con lo sforzo per rimuovere gli ostacoli che creano emarginazione, disuguaglianza e smarrimento. Attualmente l'operatività del Gruppo Abele si articola in circa sessanta attività diverse. Fra queste, servizi a bassa soglia, comunità per problemi di dipendenza, spazi di ascolto e orientamento, progetti di aiuto alle vittime di tratta e ai migranti e uno sportello di mediazione dei conflitti. E ancora un centro studi e ricerche, una biblioteca, un archivio storico, una libreria, due riviste, percorsi educativi rivolti a giovani, operatori e famiglie. Il Gruppo Abele anima inoltre progetti di cooperazione allo sviluppo in Africa e un consorzio di cooperative sociali che dà lavoro a persone con storie difficili alle spalle.

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