Strage sulla nave. Le reazioni


La redazione


Pubblichiamo alcune tra le numerose reazioni della società civile e del mondo politico in seguito all’assalto condotto stanotte dalle forze israeliane contro la Freedom Flotilla.


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Strage sulla nave. Le reazioni

Pax Cristi, 31 maggio 2010 – Un massacro inaudito. Un atto di pirateria e di terrorismo internazionale. Un crimine che stavolta risulta impossibile nascondere nell'abituale impunità a cui Israele ci ha tristemente abituati. Già in queste prime ore il mondo si accorge non di un crimine, ma di una storia di crimini ripetuti e giustificati che squarcia il silenzio dei media sull'assedio di Gaza ed ora sul massacro di internazionali che questo assedio volevano semplicemente ricordare al mondo. Anche Pax Christi Italia segue con sconcerto gli aggiornamenti delle notizie che mai avremmo voluto commentare, ma su cui la comunità internazionale dovrà al più presto misurarsi, mentre raccogliamo le scarne notizie degli amici italiani e continuamente aggiorniamo il numero dei morti, insieme alla denuncia della violenza terroristica degli assalitori israeliani sugli internazionali. Freedom Flottilla: 700 pacifisti, giornalisti, personalità religiose e politiche provenienti da tutto il mondo. Pacifisti appartenenti a organizzazioni non governative, al mondo del volontariato e della solidarietà, che hanno rotto l'assedio e l'embargo sulla popolazione di Gaza e chiedevano di portare aiuto a queste vittime che ora esigeranno una precisa risposta delle Nazioni Unite. Chiediamo l'immediata liberazione dei pacifisti arrestati, rottura immediata dell'embargo cominciando dagli aiuti che le navi portavano da ogni parte del mondo. E poi sanzioni economiche e un'inchiesta internazionale per "un crimine che poteva e doveva essere evitato, anche perchè il blocco degli alimenti è totale" -come ci ha detto stamattina il parroco di Gaza padre Jorghe che con la comunità palestinese ci chiede non solo solidarietà, ma giustizia e coraggio nella denuncia.
Vogliamo soprattutto sentir riportare dai nostri media la realtà di un crimine che nessun Paese vorrebbe riconoscere come sua responsabilità. Diecimila tonnellate di aiuti per un milione e mezzo di persone che vivono da anni sotto embargo totale, dopo aver subito e ancora non curato l'orrore e le ferite inferti da operazione Piombo fuso, un anno e mezzo fa.
Mentre gli abitanti di Gaza si preparavano ad accogliere gli internazionali in festa, all'alba di oggi i militari israeliani assaltavano tutte le imbarcazioni del convoglio, a 75 miglia dalla costa israeliana, in acque internazionali, uccidendo e ferendo decine di persone nella nave turca 'Mavi Marmara'. Nelle prossime ore non indugeremo nel convocarci per una pubblica manifestazione a Roma, a Torino e in ogni nostra città. Perchè non ci lasceremo offendere da chi è pronto a stravolgere la verità del massacro parlando di "scontri", mentre assistiamo da anni al colpevole boicottaggio all'esistenza di un intero popolo. Non taceremo insieme a chi spera che il mondo non si accorga della punizione collettiva di cui è responsabile Israele e anche i nostri Paesi. Quale commentatore si chiederà perchè Israele si può permettere ogni violazione del diritto internazionale, anche la pirateria, anche la licenza di uccidere. C'è chi tace e acconsente: gli Usa, l'Europa e gli Stati arabi. Chi permette soprusi e ingiustizie, e li tace, e li giustifica, è ancora più responsabile e colpevole di chi le ingiustizie e le violenze commette.

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Libera, 31 maggio 2010 – Gaza: assalto nave pacifisti, vicinanza e solidarietà di Libera.
Esprimiamo la nostra vicinanza alle vittime della Freedom Flotilla uccise dai commando della marina israeliana in acque internazionali mentre portavano aiuti umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza. Il tributo della vita umana è sempre il più alto che si possa considerare per l'affermazione della libertà e del diritto. Per questa ragione intendiamo onorare la loro memoria proseguendo nella stessa azione di denuncia dell'ingiustizia e di solidarietà con gli abitanti di Gaza.
Denunciamo la violazione del diritto internazionale da parte delle autorità israeliane e per questo chiediamo che le istituzioni preposte condannino nelle sedi e nei modi opportuni lo Stato di Israele. Il governo italiano si faccia promotore in sede internazionale di un'iniziativa in tal senso. Tacere vorrebbe dire essere complici e consentire ancora una volta la violazione delle regole da parte del più forte.
Chiediamo che sia consentita l'assistenza umanitaria a favore degli abitanti della Striscia di Gaza, che sia garantita la presenza e l'operatività delle Organizzazioni Non Governative, l'ingresso di materiale medico e di ogni altro bene di prima necessità.
Ci sentiamo di affermare questi principi come Libera – Associazioni nomi e numeri contro le mafie, perché riteniamo che nemmeno in seno alla comunità internazionale sia tollerabile l'atteggiamento del voltarsi dall'altra parte e consentire che il più forte detti le proprie regole. Pensiamo peraltro che proprio l'affermazione del diritto internazionale e la scrupolosa osservanza della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, costituiscano la base per la soluzione del conflitto israelo-palestinese.
Sin da ora Libera dichiara la propria disponibilità ad aderire alle forme di protesta e di pressione che si vorranno intraprendere per chiedere verità e giustizia.

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Amnesty International, 31 maggio 2010 -
 Amnesty International ha chiesto al governo israeliano di aprire un'inchiesta immediata, credibile e indipendente sull'uccisione, compiuta dalle sue forze armate, di almeno 10 attivisti a bordo di una flotta che protestava contro il blocco della Striscia di Gaza.
"Appare chiaro che le forze israeliane hanno fatto ricorso alla forza eccessiva" – ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. "Israele afferma che le sue forze hanno agito per autodifesa, essendo state attaccate, ma non è credibile sostenere che il livello di forza letale impiegato fosse giustificabile. Esso appare del tutto sproporzionato rispetto alla minaccia affrontata".
Amnesty International ha chiesto alle autorità israeliane di rendere subito pubbliche le regole d'ingaggio impartite alle truppe che hanno compiuto questo attacco letale.
 
"Gli attivisti sulle navi avevano reso evidente che il loro scopo primario era quello di protestare contro il continuo blocco di Gaza, che costituisce una punizione collettiva e, in quanto tale, una violazione del diritto internazionale" – ha proseguito Smart.
Da circa tre anni Israele, che è la potenza occupante della Striscia di Gaza, attua una politica che impedisce ogni movimento di cose e persone, con l'eccezione dei beni più indispensabili dal punto di vista umanitario, che vengono importati da agenzie di aiuti internazionali. Solo una parte dei pazienti che hanno bisogno di cure mediche fuori da Gaza viene autorizzata a uscirne. Decine di persone sono morte mentre attendevano l'autorizzazione a viaggiare da parte israeliana.
 
"Il blocco non è diretto contro i gruppi armati, piuttosto punisce l'intera popolazione di Gaza limitando l'ingresso di cibo, forniture mediche, materiale scolastico e da costruzione. Non sorprende, quindi, che il suo impatto si ripercuota sulla parte più vulnerabile della popolazione di Gaza: i bambini e le bambine, le persone anziane e quelle ammalate" – ha proseguito Smart.
 
"Il blocco costituisce una punizione collettiva ai sensi del diritto internazionale e dev'essere rimosso immediatamente" – ha concluso Smart.
 
Israele ha l'obbligo di diritto internazionale di assicurare il benessere della popolazione di Gaza, compresi i diritti alla salute, all'istruzione, al cibo e a un alloggio adeguato.

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Piero Bernocchi,  portavoce nazionale COBAS, 31 maggio 2010 – In questi anni i governi israeliani si sono macchiati dei più orrendi crimini contro il popolo palestinese ed è impossibile stabilire una gerarchia tra tali atrocità. Ma il massacro di questa notte nelle acque di fronte a Gaza, con almeno 19 pacifisti ammazzati a sangue freddo dall’esercito israeliano e una trentina di feriti, desta orrore supremo non solo per la sua efferatezza ma anche per la sua bestiale demenza. La Freedom Flotilla, otto navi organizzate dalle Reti internazionali di solidarietà con la Palestina – e in particolare con la popolazione della striscia di Gaza imprigionata senza i fondamentali beni di sopravvivenza in una prigione a cielo aperto di 40 km per 9 – stava navigando verso Gaza per portare ai palestinesi sotto assedio medicinali, viveri e beni di prima necessità, forzando lo spietato blocco imposto nella zona dall’esercito israeliano. Vi erano a bordo complessivamente circa 700 passeggeri di varie associazioni, ong, sindacati, comitati di solidarietà con la Palestina, parlamentari, di ben 40 paesi tra cui l’Italia.
Il governo israeliano, incurante dell’attenzione di tutti i massmedia internazionali, aveva annunciato che avrebbe fermato “con tutti i mezzi” le navi: ma che avesse programmato un massacro di tale portata davanti agli occhi di tutto il mondo lascia agghiacciati anche coloro che, come noi, non hanno mai dubitato della ferocia bellica dei governi israeliani degli ultimi decenni. Il governo israeliano ha tentato di fornire la grottesca giustificazione dell’”aggressione da parte dei militanti filo-palestinesi con coltelli, bastoni e armi da fuoco” ma è stato sbugiardato dalle autorità doganali della Turchia, da cui sono partite le navi, che hanno dichiarato come tutti i 700 passeggeri, in particolare quelli della nave più grande, la Mavi Marmara, siano stati perquisiti, così come le navi, e niente di pericoloso si trovasse a bordo o addosso ai passeggeri.
Nessuno dei governi, in primis quelli USA e italiano, che fino ad oggi hanno sempre coperto qualsiasi infamia israeliana contro il popolo palestinese, ha fino ad ora elevato una qualsivoglia protesta contro il massacro e ovviamente non farà nulla di quello che la comunità internazionale dovrebbe fare nei confronti di Israele, imponendogli, qui sì “con tutti i mezzi”, la restituzione della libertà, della terra e dei diritti al popolo palestinese, in particolare nella striscia di Gaza. Spetta a noi ora elevare la più indignata protesta e manifestare immediatamente in tutta Italia contro il massacro e contro i crimini del governo israeliano, per la fine del blocco a Gaza e dell’occupazione della Palestina.
A Roma, tutti/e in piazza S.Marco (P.Venezia) alle ore 17, insieme alla Rete romana di solidarietà con il popolo palestinese.

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Rete romana di solidarietà con il popolo palestinese, 31 maggio 2010 – Una flotta di otto navi, organizzata dalle reti internazionali di solidarietà, sta navigando nel Mediterraneo con destinazione Gaza.Porta alla popolazione sotto assedio medicinali, materiali di sopravvivenza, cemento per ricostruire gli edifici distrutti 16 mesi fa durante l’attacco aereo e terrestre israeliano. Il governo israeliano, con la complicità dei Egitto, U.S.A. ed Unione Europea, proibisce a uomini e donne e a moltissime merci essenziali, l’ingresso  nella Striscia di Gaza. La flotta porta anche parlamentari europei e attivisti internazionali per testimoniare le condizioni di vita della popolazione di Gaza, rinchiusa in un territorio di 40 km x 9. Il governo israeliano ha già annunciato di essere pronto ad intraprendere una aggressione militare contro civili inermi, bloccando con ogni mezzo le navi appena si avvicineranno a Gaza, senza rispettare la libera navigazione né in acque internazionali né  in quelle territoriali di Gaza.
Non accettiamo in silenzio l’ennesima violazione della legalità internazionale!
Invitiamo tutti e tutte a manifestare lunedì 31 maggio, alle 17.00, a piazza San Marco (Piazza Venezia)

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Fabio Amato, Responsabile Esteri PRC, 31 maggio 2010 – L'aggressione israeliana contro la nave di pacifisti diretta a Gaza rappresenta un atto criminale. Un atto di terrorismo di stato, che non può rimanere senza conseguenze. Chiediamo l'immediata sospensione di ogni trattato di cooperazione economica, commerciale e militare, del nostro paese come dell'Unione Europea, nei confronti di Israele. Si prendano decisioni nette in sede internazionale di condanna e di sanzioni nei confronti di Israele. Si esiga l'immediata revoca del blocco della striscia di Gaza. Basta con la intollerabile politica dei due pesi e delle due misure che ha garantito ad oggi al governo israliano la totale immunità nonostante una politica di guerra e oltranzista che ha reso vano ogni tentativo di accordo negoziale per la soluzione del conflitto israelo-palestinese. Rifondazione Comunista si impegna nelle prossime ore a mobilitarsi in questo senso, a partire dalla manifestazione di oggi pomeriggio a Roma, alle ore 17 a Piazza S. Marco convocata dalla Rete romana di solidarietà con la Palestina.  Nell'esprimere il proprio cordoglio per le vittime del brutale massacro, ribadiamo il nostro pieno sostegno e appoggio alle azioni del movimento pacifista e di solidarietà internazionale, come il free gaza movement, che attraverso l'invio di navi aveva l'obiettivo di denunciare al mondo l'immorale e infame assedio a cui è sottoposta la popolazione civile di Gaza.
 

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Bobo Craxi, 31 maggio 2010 – Mi auguro che il Governo italiano faccia sentire la propria voce, assieme a quella dell’Unione europea, per stigmatizzare l’inaccettabile attacco accaduto in acque internazionali a danno della spedizione ‘Freedom Flotilla’, su cui viaggiavano anche nostri connazionali”. E’ quanto afferma in una nota Bobo Craxi.
L’uso della forza da parte delle autorità israeliane – aggiunge Craxi – per impedire al convoglio umanitario di rompere l’assedio dei Palestinesi finirà per riaccendere le tensioni in una fase nella quale stavano prevalendo le volontà positive di dialogo e di reciproca comprensione.

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Pier Ferdinando Casini, Udc, 31 maggio 2010 – "L'attacco effettuato dalla marina militare israeliana alle navi della Freedom Flotilla ha determinato un esito catastrofico che non può che essere deplorato con tutte le forze anche da chi, come me, si onora di essere amico di Israele". Lo dichiara in una nota Pier Ferdinando Casini.
"La nostra solidarietà – sottolinea il leader dell'Udc – va prima di tutto alle famiglie delle persone cadute. C'è da rimanere veramente stupefatti nel vedere governanti democraticamente eletti assumere un'iniziativa che determinerà danni incalcolabili per lo Stato di Israele e per la causa della coesistenza pacifica tra Palestinesi ed Israeliani".

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Sen. Roberto Della Seta, Pd, 31 maggio 2010 – "Quello che si è consumato stanotte con l'assalto di militari israeliani in acque internazionali alla Freedom Flotilla diretta a Gaza, è un atto di puro terrorismo che colloca il governo Nethaniau fuori dalla legalità internazionale e che impone adeguate reazioni diplomatiche da parte dell'Unione europea e dello stesso governo italiano, visto che a bordo  ci sono diversi nostri concittadini".
E' quanto dichiara il senatore Pd Roberto Della Seta, membro della Commissione speciale per i Diritti Umani che aggiunge: "Si può pensarla nei modi più diversi sull'iniziativa delle Ong che intendevano portare a Gaza aiuti
umanitari, ma un fatto è certo: il governo israeliano ha agito al di fuori di  ogni regola internazionale. L'assalto  è un atto di pirateria, e un atto criminale vista la strage provocata, che colloca chi l'ha ordinato esattamente sullo stesso piano di una qualunque banda di terroristi. E' auspicabile che l'Onu, l'Unione europea, lo stesso governo italiano visto che tra i pacifisti imbarcati ci sono nostri connazionali, reagiscano con adeguata durezza, ed è auspicabile anche che in Israele chi non è disposto ad assecondare questa deriva di illegalità del governo Nethaniau faccia sentire alta la sua voce".   

 

31 maggio 2010

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