Sinodo africano: Sir, silenzio inquietante della stampa italiana


Paolo Bustaffa


"In tempi di richiesta di libertà di stampa ci sono, anche attorno al Sinodo Africano, vuoti di informazione e notizie mancanti che fanno sorgere alcuni interrogativi sullo stato di salute professionale dei media nel nostro Paese". Lo scrive il Servizio Informazione Religiosa.


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Sinodo africano: Sir, silenzio inquietante della stampa italiana

Le angosce e le speranze dell'Africa sono in questi giorni al centro delle analisi, dei progetti e delle preghiere dei vescovi del continente riuniti a Roma accanto a Benedetto XVI.
Problemi di estrema gravità vedono i padri sinodali impegnati a definire e proporre le strade della dignità e dei diritti in alternativa a uno sfruttamento che appare inarrestabile.
Alle catene ai piedi si sono sostituite le catene ai progetti di vita.
La drammatica realtà dell'Aids è la dimostrazione di una schiavitù che, oggi non meno di ieri, umilia persone e popoli.
Non pochi media di fronte alla tragedia tendono a insinuare, non da oggi, una insensibilità della Chiesa a fronte di tanta sofferenza mentre sensibili apparirebbero, ad esempio, le multinazionali farmaceutiche, la politica che le sostiene e che esse stesse sostengono.
Neppure quei governi che hanno drasticamente ridotto gli aiuti allo sviluppo vengono annoverati tra gli insensibili davanti al dramma del continente.
Andiamo in Africa.
Andiamo con i settimanali cattolici locali, questi "piccoli" giornali che nei missionari hanno avuto ieri e hanno oggi degli "inviati speciali" permanenti.
Andiamo a scoprire quanti di questi uomini e di queste donne sono stati e sono al servizio di quella dignità e di quella verità che hanno preso e prendono i volti di bambini, giovani, anziani.
Molti hanno servito fino alla morte.
Anche in queste settimane abbiamo incontrato straordinarie storie di gratuità, storie di un dono offerto e, nello stesso tempo, ricevuto.
Ospedali, case accoglienza, laboratori, pozzi, scuole, iniziative di solidarietà e di giustizia.
Non ultimi i progetti che la Chiesa italiana realizza con le comunità cristiane locali nei Paesi del Terzo Mondo grazie alle risorse rese disponibili dall'otto per mille.
Non si tratta di scelte di qualche sognatore isolato. Qui c'è il "sogno" di una Chiesa che sta con amore nella storia, una Chiesa che non teme di levare la voce a nome di coloro che ne sono stati privati.
Perché non si racconta anche questo quando si parla della Chiesa in Africa?
In tempi di richiesta di libertà di stampa ci sono, anche attorno a questo Sinodo, vuoti di informazione e notizie mancanti che fanno sorgere alcuni interrogativi sullo stato di salute professionale dei media nel nostro Paese.
In una realtà che purtroppo vede aumentare la distanza tra gente e giornali, le "piccole" testate, come i settimanali cattolici locali, più che mai avvertono la responsabilità di rafforzare il loro servizio.
Anche nel guardare oltre il territorio.
Senza presunzione, con la schiena dritta.
Sarà un contributo prezioso alla crescita di tutta l'informazione.
Non é una stranezza.
Nella storia i "piccoli" hanno spesso evitato che i "grandi" smarrissero l'orientamento.
Come sta accadendo per l'immensa Africa, così infinitamente piccola di fronte alle potenze del mondo.
Sarà l'Africa, dice l'assemblea dei vescovi, ad aiutare i continenti poveri di futuro a ritrovare le ragioni della speranza. Per l'informazione "grande" e "piccola" un messaggio da raccogliere, tradurre in notizia.

Fonte: Agenzia SIR

di Paolo Bustaffa

17 ottobre 2009

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