Senegalesi uccisi, ”racimolavano 500 euro al mese ai mercati”


La redazione


Diop Mor e Samb Modou vivevano a Firenze da 10 anni e facevano gli ambulanti ai mercati. Sognavano di tornare in Senegal per regalare alla famiglia una vita più dignitosa. Le reazioni e i commenti.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Senegalesi uccisi, ''racimolavano 500 euro al mese ai mercati''

 Si chiamavano Diop Mor e Samb Modou i due senegalesi vittime della strage che si è consumata ieri a Firenze. Ma chi erano esattamente queste due persone? Il primo, Dor Miop, aveva 54 anni ed abitava in via Primo settembre a Firenze. Era in Italia da quasi dieci anni ed aveva acquisito un regolare permesso di soggiorno. Veniva dalla provincia di Thies, a pochi chilometri dalla capitale Dakar. Aveva una moglie a più di un figlio, dai quali saltuariamente, e appena riusciva a racimolare qualche soldo, tornava. “Era una persona tranquilla, pacata, grande lavoratore, molto responsabile”, dice Giuf, un loro amico. Vendeva occhiali, merce non contraffatta, acquistata nei grandi magazzini alla periferia di Firenze o agli spacci cinesi.

Mor Samb aveva 40 anni, in Italia da circa dieci, abitava a Sesto Fiorentino, alle porte del capoluogo toscano. Negli anni, nonostante la dedizione al lavoro, non era riuscito ad entrare in possesso di un permesso di soggiorno. “Anche lui aveva moglie e una figlia e anche lui vendeva occhiali”, racconta ancora Giuf. “Entrambi i ragazzi si alzavano la mattina alle 8 per andare a lavorare nei mercati fiorentini. Ritenevano questi luoghi più tranquilli del centro, dove c’è troppa concorrenza di ambulanti. Erano molto dediti al lavoro, racimolavano circa 500 euro al mese e vivevano in affitto insieme ad altri connazionali. Entrambi – aggiunge Giuf – sognavano di tornare in Senegal per costruire, per loro e per le loro famiglie, una vita più dignitosa. A loro non piaceva questa vita, lo facevano con grande spirito di sacrificio”. Secondo Giuf, “i due ragazzi erano conosciuti da tutti, perfettamente integrati, molto timidi e, grazie al loro rispetto e alla loro gentilezza, erano diventati quasi dei cittadini del quartiere”. Non avevano particolari passioni, a parte la religione. “Andavano tutti i venerdì a pregare alla moschea di Borgo Allegri, nel centro di Firenze. L’Islam costituiva per loro una fede profonda”.

Fonte: Redattore Sociale

14 dicembre 2011

***

Firenze: uccisi due senegalesi, “è violenza razzista”
di Giorgio Beretta, da Unimondo.org

“È sempre più urgente l’impegno di tutte le Autorità politiche e della società civile per contrastare sul nascere ogni forma di intolleranza e riaffermare la tradizione di apertura e di solidarietà del nostro paese”. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una nota ufficiale diffusa ieri dal Quirinale. “Il Presidente della Repubblica – continua la nota – ha appreso con profondo turbamento e dolore le drammatiche notizie sull'episodio di violenza consumatosi a Firenze con il barbaro assassinio di due lavoratori stranieri. Il Capo dello Stato si è fatto interprete del diffuso sentimento di ripudio di ogni predicazione e manifestazione di violenza razzista e xenofoba esprimendo, per il tramite del Sindaco di Firenze Matteo Renzi, il sentito cordoglio alle famiglie delle vittime di questa cieca esplosione di odio”.
Il killer è Gianluca Casseri, 50enne di Firenze con frequentazioni nell’estrema destra razzista. Secondo le ricostruzioni giornalistiche, arrivato in piazza Dalmazia si è diretto verso un gruppetto dei tre senegalesi e ha fatto fuoco: ne uccide due, Samb Modou (40 anni) e Diop Mor (54 anni) e ferendo Sougou Mor (34 anni). Poi tornato nel pomeriggio in piazza del Mercato centrale spara ancora ferendo altri due senegalesi: Mbenghe Cheike (42 anni) e Moustapha Dieng (37 anni). Quindi inseguito e circondato dalla polizia si è ucciso sparandosi un colpo in bocca. L’uomo, Gianluca Casseri, ragioniere, solitario, cinquantenne fondatore di una rivista della destra radicale, viene descritto come “vicino” a Casa Pound. L’associazione ieri diceva: “Era solo un simpatizzante, lo conoscevamo appena, non siamo soliti chiedere la patente di sanità mentale”.
“Uccisi per mano razzista”. “Non ci sembra possibile nessuna altra analisi o motivazione dietro il lucido gesto di chi armato da violenza razzista ha ucciso senza pietà. Può chiamarsi follia questa come ci stanno propinando i media mainstream o forse è meglio dire che si tratta di un lucido gesto pensato e calcolato?” – commenta MeltingPot. “Casseri era parte del movimento della destra radicale che si autodefinisce «fascista del terzo millennio», era parte di quell’arcipelago, altro che depresso e folle. Era folle quando presentava i suoi libri invitato dai vari circoli?” – chiede l’associazione.
A seguito dell’episodio, ieri la comunità senegalese si è raccolta nei pressi di piazza Dalmazia e dopo un momento di raccoglimento e preghiera per i loro fratelli uccisi ha mostrato tutta la sua indignazione muovendosi in corteo spontaneo verso la Prefettura. In 200 hanno bloccato i viali al grido di “Vergogna non si può morire così. Razzisti Razzisti” e staccato alcuni cartelli della segnaletica stradale. Non credono alla versione soft che le forze dell’ordine ribadiscono cercando si calmare la situazione affermando che si tratterebbe di “un folle, depresso”.
“Questa cosa è stata una grande sorpresa perché è più di un anno che la nostra comunità non subisce attacchi o è vittima di episodi di razzismo. Sinceramente un atto così brutale nessuno se lo aspettava ed è questo il motivo per cui adesso nella comunità si vivono attimi di grande tensione” – hanno commentato a caldo i rappresentati della Comunità Senegalese. “Anche mentre stiamo parlando continua ad arrivare la polizia antisommossa e non capiamo il perché visto che ci continuano a dire che a compiere questo gesto sia stato uno squilibrato. Una cosa del genere nessuno se lo aspettava soprattutto in una città come Firenze”. “Abbiamo incontrato il Presidente della Provincia e della Regione che hanno dato la loro massima disponibilità sia alla comunità che ai famigliari delle vittime per qualsiasi necessità”.
Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha annunciato per oggi una giornata di lutto per le vittime della comunità del Senegal. “Chiediamo ai commercianti di abbassare dieci minuti le saracinesche dalle 12, orario della sparatoria. Chiedo alle scuole di promuovere un momento di riflessione nelle classi contro il razzismo. Questo è un giorno che Firenze non avrebbe mai voluto vivere, un giorno di dolore incredibile, che semina disperazione in un’intera comunità” – scrive Renzi su Facebook. Il sindaco di Firenze ha sottolineato che si è trattato del gesto solitario di un “killer folle, lucido e razzista, lontanissimo dalla vita di Firenze, che non ha niente a che vedere con agguati organizzati” aggiungendo che il Comune si farà carico delle spese funebri e del rimpatrio delle salme. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi ha però aggiunto che “Non si può evitare di collegare ciò che è successo con la presenza di culture che hanno forti contenuti xenofobi e razzisti. Che vanno prese molto sul serio e che forse finora abbiamo sottovalutato. In ogni caso la Regione aderirà ad ogni iniziativa di legittima protesta della comunità del Senegal”.
Intanto i movimenti cittadini antirazzisti si stanno organizzando, oggi pomeriggio alle ore 18 è previsto un presidio e una fiaccolata in piazza Dalmazia che lancerà la manifestazione antirazzista di sabato 17 dicembre alle ore 15 con partenza sempre da Piazza Dalmazia.
“Dopo i tentativi di linciaggio e l’assalto al campo rom di Torino pochi giorni fa – conclude MeltingPot – l’ennesimo atto di violenza razzista mostra come decenni di cultura e politica intrisa dalla xenofobia, dalla tautologia della paura, dalle decostruzione della sfera dei diritti umani nonché da un processo più generale di clandestinizzazione dei diritti stanno producendo i loro effetti nella pancia della società italiana”.

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento