Su scuola e fondi è allarmi disabili


Avvenire


Ferme le politiche di inclusione. Milioni di persone non autosufficienti aspettano risposte.


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Il cambio di passo annunciato dal governo deve riguardare anche la condizione delle persone disabili, o non autosufficienti, che in Italia sono circa 7 milioni. Lo chiedono con forza le associazioni, che al nuovo esecutivo hanno già fatto avere un lungo elenco di «emergenze rimaste irrisolte».

A partire dall’annoso problema dei finanziamenti. «Aspettiamo la prossima legge di bilancio, per capire se dalle parole si passerà, finalmente, ai fatti», sottolinea Vincenzo Falabella, presidente della Fish, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap, che rappresenta 35 associazioni che si occupano, a vari livelli di disabilità.

«Se dovessi scriverla io, la legge di bilancio, metterei almeno 5 miliardi per la disabilità in un Fondo unico e non più in mille rivoli », suggerisce Falabella. Ricordando che, invece, «attualmente, sommando tutti i finanziamenti, si arriva a malapena a 500 milioni di euro, esattamente un decimo di ciò che sarebbe necessario».

Con gli altri rappresentanti delle associazioni, Falabella è stato ricevuto dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante le consultazioni che hanno preceduto la formazione del nuovo governo Pd-M5s. Si è trattato di una prima volta importante, che però, avvertono le associazioni, non deve restare un fatto isolato, di pura facciata. «Abbiamo apprezzato la convocazione e anche il fatto che il presidente Conte abbia voluto tenere le deleghe sulla disabilità in capo alla Presidenza del Consiglio – aggiunge Falabella –. Adesso chiediamo che dall’attenzione si passi all’azione, ai fatti concreti». Invece, le prime mosse del nuovo esecutivo non hanno, almeno per il momento, soddisfatto le (tante) attese. Durante la replica in Senato, lo stesso premier aveva annunciato la nomina «di un sottosegretario con delega alla disabilità», di cui, invece, non c’è traccia nell’organico dell’esecutivo giallo-rosso. Una lacuna che le associazioni non mancano di rimarcare. «Evidentemente – ironizza, ma non troppo, Falabella – né il Pd né il M5s hanno ritenuto questa “poltrona” sufficientemente prestigiosa».

Di «inaspettata deviazione di percorso» parla anche Nazaro Pagano, presidente della Fand, la Federazione che rappresenta oltre il 60% delle persone con disabilità. «Ci manca l’interlocutore istituzionale – ricorda Pagano –. Bene le deleghe a Conte, ma senza la nomina di un sottosegretario specifico, non sappiamo con chi parlare. Vorremmo, per esempio, capire che fine faranno le deleghe che il precedente governo aveva assegnato al ministero della Famiglia e disabilità. Per questo, nei prossimi giorni, manderemo a Palazzo Chigi una richiesta di incontro urgente per capire come intende organizzare questo settore. Si è, per esempio, parlato di una cabina di regia sulla disabilità. Ecco, ci piacerebbe sapere chi ne farà parte e con quali finalità». Sul tavolo, le associazioni metteranno le priorità rappresentate durante le consultazioni.

Al primo posto, «l’aumento graduale delle pensioni di invalidità, ancora ferme a 285 euro al mese, partendo da coloro che si trovano in condizioni certificate di gravità e/o pluridisabilità». C’è, poi, lo spinoso capitolo dell’avviamento al lavoro. «La legge 68 del 1999 va profondamente rivista, affinché svolga davvero un ruolo di promozione dei disabili nei luoghi di lavoro », aggiunge Pagano. Ricordando che «almeno il 50% dei disabili che potrebbero lavorare, sono ancora disoccupati». Una «legge regionale sulla vita indipendente» è stata, infine, presentata ieri dalla Ledha, che a Milano ha festeggiato i 40 anni di attività, lanciando il “Manifesto per la voce delle persone con disabilità”.

«Anche in Lombardia – commenta Alessandro Manfredi, presidente di Ledha – i diritti delle persone con disabilità non sono pienamente rispettati. Per questo motivo è necessario ribadire che tutti i diritti delle persone con disabilità devono essere, semplicemente, rispettati. Da ogni persona, da ogni organizzazione e da ogni istituzione».

20 settembre 2019

Avvenire

 

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