I ribelli pronti a boicottare i negoziati


L'Osservatore Romano


Accusano le autorità di Damasco di violare la tregua


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Rischia di naufragare per l’ennesima volta il processo di pace in Siria. Diverse formazioni ribelli hanno annunciato ieri sera che non parteciperanno ai negoziati ad Astana sponsorizzati da Russia e Turchia, accusando Damasco di continue violazioni alla tregua che era entrata in vigore cinque giorni fa.

L’accordo per il cessate il fuoco, il terzo in sei anni di guerra civile, era stato sottoscritto il 29 dicembre, ma con l’importante novità di una regia russo-turca, con l’avallo dell’Iran ma senza Onu e Stati Uniti. Mosca e Ankara erano riuscite a far accordare Damasco e una dozzina di gruppi ribelli a interrompere le ostilità e soprattutto ad accettare di sedersi a un tavolo per avviare finalmente una riconciliazione politica. Tanto che il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva poi dato il suo appoggio al piano. Per i primi tre giorni la tregua è sembrata tenere, ma ieri gli stessi ribelli che si erano detti pronti a parlare con il presidente Bashir Al Assad hanno reso noto il «congelamento di ogni discussione legata ai negoziati di Astana», accusando il governo di continue violazioni al cessate il fuoco. In un comunicato diffuso in serata, le fazioni ribelli hanno affermato di aver «rispettato il cessate il fuoco in tutto il territorio siriano» ma che il governo e i suoi alleati non lo hanno fatto, «con significative violazioni nelle regioni di Wadi Baraba e Ghouta». L’intesa del 29 dicembre sembrava presagire un’evoluzione positiva della crisi. E questo non soltanto per l’avvallo all’accordo da parte della Russia, ma anche per l’ingresso come attore principale della Turchia, tradizionalmente ostile al governo di Al Assad ma che stavolta ha scelto di togliere il veto al governo di Damasco, probabilmente per guadagnare una propria zona d’influenza nel paese pacificato. Dopo appena quattro giorni dalla tregua, tuttavia, tutto rischia di saltare di nuovo.

Fonte: www.osservatoreromano.va/it

3 gennaio 2017

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